Il black friday degli studenti. In tante città di nuovo in piazza contro l’alternanza scuola lavoro
Nel giorno della frenesia dello shopping c’è chi ha deciso di cambiare il colore del black friday.
Nei magazzini della logistica tanti lavoratori hanno scioperato, con la mobilitazione internazionale dentro Amazon che ha messo per la prima volta in crisi pubblicamente la multinazionale americana. Si sono bloccati anche alcuni lavoratori della tanta sbandierata gig economy, chiedendo salari e diritti per quello che molti insigni professori si ostinano a considerare come un lavoretto. Uno di loro, la professoressa Fiorella Lunardon, è stata contestata da alcuni riders fin dentro la sua aula di lezione all’università di Torino. Lurandon e lo studio di cui fa parte difende infatti Foodora nella causa contro la multinazionale che hanno intentato alcuni lavoratori licenziati abusivamente dopo che avevano organizzato delle proteste per chiedere maggiori tutele sul lavoro e scongiurare l’introduzione della retribuzione a cottimo.
Dai licei e dai tecnici, in ordine sparso, sono scesi invece in piazza studenti in tutta Italia. In diverse città gli studenti hanno fatto irruzione nei punti vendita dei “Campioni dell’alternanza”, le grandi aziende come Zara, Mc Donald o Coop coccolate dal ministero perché accettino il lavoro gratuito degli studenti (senza alcuna garanzia di assunzione alla fine dello stage né tutela durante le ore di lavoro). A Pisa gli studenti sono entrati dentro il mc Donald per far conoscere ai lavoratori l’ulteriore sfruttamento a cui sono sottoposti tanti giovani colleghi, a Bologna invece è stato segnalato un negozio Zara. A Torino azione coreografica davanti all’ufficio scolastico regionale dove è stato dato alle fiamme un carrello con la sagoma del ministro Fedeli. Da segnalare anche i tanti cortei al sud, con la manifestazione di Lecce marcata dalla presenza solidale dei NOTAP che stanno subendo proprio in questi giorni una devastante militarizzazione del territorio per garantire la costruzione del mafiodotto.
Seppur parziali, le mobilitazioni studentesche delle ultime settimane stanno riuscendo a porre all’ordine del giorno il grande rimosso italiano del lavoro gratuito dei giovani. Anche la politica sembra accorgersene e tenta goffamente di correre ai ripari. Il prossimo appuntamento è direttamente a Roma per contestare il teatrino degli “Stati generali dell’alternanza” con la ministra Fedeli che convoca attempati sindacalisti per raccontare che la sua Buona scuola va a gonfie vele. Gli studenti li hanno già rinominati Stati generali dello sfruttamento e hanno convocato un grande corteo per il 15 dicembre.
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