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L’arroganza della rappresentanza

Da anni, con continuità e passione noi studenti e studentesse del Collettivo Autonomo Controverso, portiamo avanti e costruiamo dal basso processi politici e di lotta finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita di tutti\e nell’università e nell’area urbana cosentina. Migliorare le condizioni di vita secondo la nostra visione vuol dire creare spazi liberi e liberati, accessibili e fruibili, in cui il sapere, il tempo di vita ed in sintesi la vita stessa non siano una merce da cui trarre profitto.

La nostra visione del mondo è radicalmente anticapitalista, antifascista, antirazzista ed antisessista e la prassi che ne consegue è radicale, per questo spesso ci porta a momenti di acceso confronto con gli altri agenti della politica universitaria e cittadina nonché con le istituzioni.

Proprio a seguito di uno di questi momenti, una nostra compagna sta subendo da parte di un rappresentate degli studenti una azione intimidatoria e repressiva servendosi oltretutto di alcuni mezzi messi a disposizione dalla stessa università, rischiando a fine carriera, sanzioni disciplinari.

Di seguito i fatti e le nostre posizioni circa la vicenda.
Nella giornata del 24/09/2014 in occasione della protesta di decine di studenti e studentesse presso il centro residenziale in seguito ai problemi relativi all’assegnazione degli alloggi studenti, in quanto collettivo universitario, abbiamo deciso di raccogliere le istanze di quest’ultimi\e. Risulta fondamentale per noi dichiarare che uno dei motivi che ci spinge ad agire politicamente in modo differente rispetto alla classica rappresentanza deriva dal fatto che nel nostro ateneo i rappresentanti degli studenti dimenticando che dovrebbero rappresentare TUTTI\E gli\le studenti\esse negli organi in cui vengono prese le decisioni che riguardano l’intero corpo studentesco, altro non fanno in realtà che “gavetta” nelle organizzazioni di appartenenza usando spesso l’università come trampolino di lancio della loro carriera politica.

Dopo un’intera mattinata di protesta davanti il centro residenziale, alle ore 12 è arrivato il Sig. Antonio Verano, rappresentante degli studenti in Senato Accademico.

Conoscendo bene lo stato di cose attuale, nel momento in cui due studentesse presenti alla contestazione si sono avvicinate al “senatore” per chiedere spiegazioni e soprattutto una soluzione, è stato naturale per la nostra compagna tentare di spiegare a quest’ultime che era alquanto inutile parlare con lui, visto che, (come tutti gli altri rappresentanti) Verano svolge un ruolo difatti inutile, come è dimostrato dall’assenza di soluzione alle molteplici problematiche degli\lle studenti\esse dell’Unical, nonché dal fatto insindacabile che lui come altri rappresentati non hanno agito politicamente oltre ad uno sterile voto negativo per impedire l’approvazione del bando tasse e contributi del A.A. 2014/2015. Aggiungiamo che sia secondo noi lecito ritenere la presenza del Verano tutt’altro che casuale, anzi quasi sicuramente provocatoria, vista la reciproca conoscenza visiva (e di idee) che vi è tra noi e l’associazione cui Verano fa parte ed il suo atteggiamento da subito arrogante e quanto accaduto successivamente ne è riprova. Come era prevedibile e come difatti è accaduto, questo individuo ha iniziato ad insultare la nostra compagna, allontanandola fisicamente dall’ingresso degli uffici del centro residenziale anche tramite spinte.

La nostra compagna sentendosi aggredita ha lecitamente reagito, reazione alla quale diamo tutti\e il nostro sostegno e che chiunque di noi avrebbe avuto.
A diversi mesi dalla vicenda, pochi giorni fa, è stata recapitata alla nostra compagna una comunicazione dell’Avvocatura d’Ateneo, tramite la quale è convocata al consiglio di dipartimento di scienze politiche del prossimo 19 marzo, per un procedimento disciplinare a suo carico a causa di una accusa di lesa persona.

Riteniamo che sia impensabile il dover subire un’azione disciplinare per un fatto che non presenta realmente nessuna gravità, anzi che mette in evidenza l’arroganza e l’incapacità di confronto di chi dovrebbe rappresentarci. L’università è un microcosmo sociale, nel quale si producono e riproducono gerarchie di potere e dominio di genere, razza e classe. Quanto avvenuto è secondo noi esemplificativo di quanto le logiche e il pensiero dominanti la fanno da padrone anche in un luogo che dovrebbe stimolare la crescita intellettuale e l’analisi critica di chi lo attraversa mentre invece riproduce appunto le forme più malate e distorte, presenti nei nella società stessa.

Riteniamo inoltre assurdo che il consiglio di dipartimento abbia accettato questa richiesta, contestando alla nostra compagna un articolo che risale addirittura al 1935. Siamo assolutamente convinti\e che non sia stata in nessun modo lesa né la dignità personale di questo individuo, né la dignità dell’ateneo, visti anche i brillanti risultati accademici ottenuti fino ad ora dalla nostra compagna.

 

 

 

 

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