Macedonia. Contro le riforme occupata l’Università per un sapere autonomo
Il corteo è passato davanti alle principali Università fermandosi davanti al Parlamento degli studenti, una NGO accusata di rappresentare solo nominalmente gli studenti non avendo aderito alla protesta contro la riforma. La tappa successiva è stata il Ministero dell’istruzione e delle Scienze davanti al quale è stato negato agli studenti un incontro col ministro Abdilaqim Ademi. Sono state richieste le dimissioni del ministro e la mobilitazione è continuata nonostante le promesse di una riforma “soft” con un test meno escludente ed applicato solo dal 2017.
Un secondo corteo è stato organizzato dal collettivo Student’s Plenum il 10 dicembre portando in piazza più di dodicimila studenti e studentesse universitari a cui si sono uniti anche le scuole superiori, con i rispettivi docenti. È stata la protesta studentesca più grande vista in Macedonia dai tempi dell’indipendenza nel 1991. In contemporanea col corteo a Skopje ci sono state mobilitazioni in varie città del Paese e si è espressa la solidarietà degli studenti serbi che hanno annunciato un presidio davanti all’ambasciata. Il corteo è passato davanti al Parlamento e al Palazzo del Governo inasprendo l’opposizione al ministro dell’istruzione e al primo ministro Nikola Gruevski.
Le mobilitazioni sono continuate e sino culminate l’11 febbraio con l’occupazione delle facoltà di Filosofia, Filologia, Economia e Giurisprudenza proclamate territorio autonomo degli studenti. Gli studenti vogliono l’immediato annullamento della legge (aggravata dall’introduzione di un ulteriore esame di stato anche al secondo anno di corso). Durante tutte le proteste sono stati presenti anche molti docenti organizzati collettivamente nel Professors Plenum. Il ministro dell’istruzione ha sempre ignorato le proteste dichiarando di voler procedere con la riforma per garantire uno standard di qualità certificabile alle università macedoni ma di fronte all’esplodere delle proteste ha concesso un incontro agli studenti affermando di essere disposto a rimandare la riforma di un anno. Gli studenti hanno però annunciato che la mobilitazione continuerà ed altre facoltà verranno occupate.
“We will stay here until our demands are met. We will sleep here and eat here. We call on all the students to join us on our autonomous territory because together we are stronger”
Plenum Students
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