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Mosca: occupata l’Università in difesa del diritto allo studio

L’Università di Economia e Commercio (Russian State University of Trade and Economics, RSUTE), classificata come “inefficiente”, ha 27 sedi in tutta la Russia, una in Kirghizistan, e a Mosca ospita 70 mila studenti in 9 diverse facoltà che offrono 27 specializzazioni. Nonostante ciò, l’università rischia l’accorpamento, prospettiva che prevede il raddoppio delle tasse d’iscrizione, l’annullamento della maggior parte delle borse di studio e l’abbassamento della qualità d’istruzione. Gli studenti e le studentesse, non appena il ministero ha reso pubblico l’elenco delle università inefficienti, si sono mobilitati e martedì sera hanno occupato la sede moscovita a oltranza, finche il Ministero non rivedrà questa classifica. Al momento, i giovani hanno organizzato assemblee e diversi dibattiti sulla situazione attuale dell’università sui rapporti con la metropoli e sugli effetti della crisi mondiale sui giovani. Il Ministero, nonostante le pesanti conseguenze, continua ad affermare che questa è una mossa essenziale per migliorare la qualità del servizio offerto, per premiare la meritocrazia (fatta di tagli o di finanziamenti alle università private) e per garantire il diritto allo studio.

La mobilitazione fa seguito al nuovo processo di monitoraggio promosso dal Ministero dell’Istruzione, il cui criterio di valutazione principale è l’efficienza. Le voci che contribuivano a formare questo criterio si basavano sulla media dei risultati conseguiti alla maturità dagli studenti, la percentuale degli studenti stranieri iscritti all’università, il lavoro di ricerca svolto da ogni docente universitario e il rapporto introiti annuali/numero del personale.

In base ai risultati riscontrati, 40 università e altre 200 sedi distaccate sono state dichiarate “inefficienti”, perciò verranno chiuse o accorpate tra di esse o a sedi che si sono guadagnati i primi posti nella classifica del ministero.

È interessante, però, marcare alcuni fattori che hanno contribuito alla creazione di questa classifica. Prima di tutto, i rappresentanti politici del Ministero che hanno preso parte in maniera attiva: Klimov (viceministro dell’Istruzione) e Kuz’minov (rettore della Higher School of Economics di Mosca), due figure note per essere in stretto contatto con la Banca Mondiale, la quale ha una forte influenza sul sistema universitario russo. Inoltre, al monitoraggio sono state sottoposte obbligatoriamente solo le università statali, mentre le università private solo su base volontaria; con questa manovra che non ha tenuto conto dei vari indirizzi, sono state attaccate soprattutto le Università delle Belle Arti, Medicina e Scienze della Formazione.

Un altro aspetto importante è che alcune università di Mosca, catalogate come “inefficienti”, sono dislocate in posti altamente appetibili per la speculazione edilizia, una piaga fortemente radicata nella politica e nella società moscovita, una piaga che si espande anche a spese dell’istruzione pubblica e degli studenti.

Si tratta di uno scenario molto familiare per l’Italia, ma per la città di Mosca è un iniziale affacciarsi delle lotte studentesche, le quali iniziano a nascere in quei luoghi dove le contraddizioni e i tagli apportati dalla classe politica si sentono sempre in maniera più forte. E’ bene però che la classe governante tenga a mente che i giovani scelgono l’Europa delle lotte, proprio come recita uno striscione appeso fuori dall’università: “NON UN PASSO INDIETRO-DIETRO NOI C’E’ RSUTE”.

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