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No Invalsi: una grande giornata di boicottaggi in tutta Italia

Oggi studenti e studentesse in tutta Italia hanno boicottato le prove Invalsi: codici rimossi, prove strappate e ridicolizzate, striscioni appese fuori dalle scuole e in diverse città gli alunni hanno abbandonato le aule per attraversare la città in corteo per esprimere in maniera chiara il rifiuto di quantificare le proprie conoscenze con un test a crocette.

Fin dal loro primo ingresso nelle scuole le prove Invalsi sono state contestate e boicottate, in quanto viste come una svalutazione dei saperi degli studenti e delle studentesse. I vari ministri dell’istruzione che si sono susseguiti negli anni hanno descritto questi quiz a crocette come un modo per valorizzare le conoscenze e classificare le scuole secondo il criterio della cosiddetta meritocrazia, che è stata utilizzata come cavallo di battaglia, nonché parola d’ordine preferita del ministro Profumo, per giustificare tutti i tagli apportati ai fondi scolastici. La vera direzione in cui vanno queste prove è lampante: creare una dicotomia tra le scuole di seria A e B, scendendo quelle “degne” di ricevere fondi e quelle non, somministrare un sapere rigido e nozionistico e imporre un modello aziendale e capitalistico anche all’interno degli istituti per trarre profitti e guadagni. Inoltre le Invalsi racchiudono in sé una contraddizione molto diffusa ai giorni nostri a tutti i livelli della politica: in questo caso, spendere annualmente 14 milioni di euro per poi lagnarsi che l’istruzione pubblica non ha fondi per mettere in sicurezza gli edifici scolastici (uno dei tanti ambiti che necessitano un intervento urgente).

Per queste ragioni, migliaia di studenti e studentesse si sono rifiutati di far valutare il proprio sapere con delle crocette. Oltre al boicottaggio, a Mantova e Torino gli alunni hanno srotolato striscioni fuori dalle scuole, volantino e prodotto scritte contro le Invalsi. A Bologna ieri insegnanti e studenti hanno organizzato un presidio davanti agli uffici del Provveditorato. A Napoli i collettivi studenteschi sono scesi in corteo per le vie della città, attuando blocchi del traffico e passando davanti alla sede del PD, il partito che vuole essere rappresentato come un’istituzione vicina ai giovani, ma di fatto mette in atto politiche come Jobs act che li condanna a un futuro di incertezze e precarietà. A Milano studenti, universitari e comitati per l’emergenza abitativa hanno contestato la passerella di Renzi che si trovava in città per una riunione con Maroni e Pisapia in seguito allo scandalo per le tangenti dell’Expo2015. Il ministro ha annunciato la formazione di una task force anticorruzione per garantire la prosecuzione necessaria del progetto in quanto “occasione di investimenti per l’Italia” (È l’Europa che ce lo chiede?). In seguito il corteo si è spostato davanti alla regione di Maroni che ha tagliato, da 23 milioni a 5 milioni, i fondi destinati al sostegno dell’istruzione e della formazione e allo stesso tempo ha erogato circa 30 milioni per le scuole paritarie.

Dunque anche quest’anno il boicottaggio delle prove ha portato a casa dei risultati. La determinazione degli studenti però non si ferma a questa singola giornata: prossimo appuntamento è l’11 luglio a Torino nell’occasione del vertice europeo sulla disoccupazione.
#civediamolunidici

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