Palermo: migliaia di studenti inaugurano il loro anno di lotta!
La priorità è, quindi, l’instaurazione di circuiti economici all’interno delle scuole superiori, a fronte di una progressiva fatiscenza nelle strutture in cui gli studenti passano gran parte delle loro giornate e di un continuo aumento dei prezzi dei libri.
Una tendenza che gli studenti partiti oggi in corteo dal Teatro Massimo, a Palermo, non sono assolutamente disposti ad accettare; “Renzi e Giannini come la Gelmini” recitava lo striscione in testa al corteo, dimostrando piena comprensione di ciò che concretamente hanno rappresentato e continuano a rappresentare i vari governi che continuano ad alternarsi: varie facce di una stessa medaglia che raffigura ambizioni e volontà di perseguire quella linea di privatizzazione ed aziendalizzazione della vita scolastica sempre più rafforzata da oltre vent’anni.
Il corteo ha proseguito il suo cammino raggiungendo la prima tappa del percorso, ovvero il Comune: ha destato molto scalpore, infatti, la foto che ha girato nei giorni scorsi sui social network degli esterni del Liceo Scientifico Benedetto Croce di Palermo, raffigurante quintali di immondizia depositata accanto all’ingresso dell’istituto. Risposta determinata degli studenti che, restituendo il favore al mittente, hanno lasciato sacchi di immondizia di fronte il portone della sede del Municipio, lasciando intendere un netto rifiuto che sarà portato avanti contro chi degrada le scuole. Successivamente, gli studenti hanno proseguito il loro cammino, terminando il corteo sotto il Palazzo della Provincia, altro responsabile della fatiscenza in cui versano le strutture scolastiche.
Gli obiettivi degli studenti risultano chiari, tanto quanto la determinazione a perseguirla espressa dall’hashtag #iononcisto presente sugli striscioni dei vari istituti scesi in piazza: attacco verso chi provoca fatiscenza e degrado negli edifici scolastici, abbattimento dei costi per l’istruzione e, soprattutto, netto rifiuto di quella tendenza registrata negli ultimi anni tra le varie riforme della scuola, ovvero quella aziendalizzazione che renderebbe la vita scolastica un luogo di avviamento a un lavoro sempre più odioso e sempre meno pagato. E, per quello che abbiamo visto oggi, la determinazione degli studenti è lampante e potrà essere la miccia di mobilitazioni studentesche, in un autunno che, da parte di tutti quei soggetti che continuano ad essere i bersagli di queste politiche economiche d’impoverimento, promette contrarietà, determinazione e rabbia.
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