Stati Generali dell’Alternanza Scuola Lavoro: cosa cambia?
Non c’è mai fine al peggio: pochi giorni prima degli Stati Generali dell’Alternanza Scuola-Lavoro è stato siglato un accordo tra Ministero della Difesa, del Lavoro e dell’Istruzione, Università e Ricerca. Alle aziende o istituzioni interlocutrici per l’alternanza si aggiungono quelle militari che mettono a disposizione la gestione di strutture tra cui musei ma anche Enti e Istituti operativi e logistici.
Il 16 dicembre, giorno degli Stati Generali, in diverse città italiane ci sono state proteste e assedi ai negozi delle aziende sfruttatrici tra cui Zara, McDonald, Eataly. Dentro le stanze del MIUR la Fedeli si dichiarava disponibile a confrontarsi con le proteste studentesche ma in diverse città gli studenti e le studentesse che volevano partecipare a sue iniziative pubbliche sono stati manganellati dalla polizia.
Oltre la solita dichiarazione inconsistente di volontà di confronto di cui il PD ormai abusa, ovviamente i contenuti delle proteste non sono considerati condivisibili. In fondo l’alternanza prevede “nient’altro che 200/400 ore di lavoro non retribuito per aziende e multinazionali”. Forse la ministra Fedeli non riascolta le sue dichiarazioni o forse non hanno più vergogna di gridare ai quattro venti la schiavitù che infliggono.
Agli Stati Generali era presente una delegazione di cui facevano parte rappresentanze studentesche, dei genitori, del mondo della scuola, dei sindacati, delle imprese e delle istituzioni coinvolte. Come esito di quest’iniziativa ci saranno dei cambiamenti nell’alternanza, volti ad appianare (nascondere sotto il tappeto) situazioni vergognose e inaccettabili non solo per gli studenti.
Verrà istituita una Carta dei Diritti e dei Doveri delle studentesse e degli studenti in Alternanza, scritta in collaborazione con le rappresentanze studentesche, che formalizzerà obiettivi e informazioni sui progetti e istituirà le figure di due tutor: uno scolastico e uno nella struttura ospitante. Una Piattaforma on-line per l’Alternanza e il Bottone Rosso col quale segnalare eventuali criticità nei percorsi di alternanza a cui il Miur garantisce risposte rapide grazie all’istituzione di una Task Force nazionale per l’Alternanza, composta da 110 docenti comandati e dirigenti dell’amministrazione.
Verranno inoltre inseriti percorsi di formazione obbligatoria sui Diritti dei Lavoratori e delle Lavoratrici e sulla sicurezza sul lavoro (tramite l’Inail), le strutture ospitanti dovranno firmare una clausola di integrità garantendo il rispetto della normativa fiscale e anticorruzione.
La ministra Fedeli intende sanare gli scandali dell’alternanza scuola-lavoro creando delle norme per mettere a lavoro i giovani.
In questo sindacati e rappresentanze studentesche incontrano la ministra barattando la critica al sistema dell’alternanza con la sua normalizzazione per evitare lo scoppio della macchina dello sfruttamento e dell’umiliazione. Certo, è difficile tornare indietro e sarà sul nuovo funzionamento dell’alternanza che bisognerà condurre la battaglia eppure c’è un bisogno di critica che coinvolge milioni di giovani in cerca di strumenti concreti di formazione e di risignificazione della scuola. Retribuzione, dignità delle mansioni, possibilità e autonomia di scelta. Questi possibili indirizzi di una battaglia autonoma contro l’alternanza scuola lavoro non verranno concessi su nessuna carta perché la sua natura più profonda resta comunque lo sfruttamento… anche se con il fiocchetto del confronto con le parti sociali.
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