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Taksim si barrica!

Già qualche mese fa c’era stato l’intento di proporre il sequestro, che era però stato rimandato ad un successivo riesame.  Quel giorno è arrivato, dando la sentenza formale del sequestro.

Come studenti e studentesse, vivendo da mesi in questa occupazione sapevamo che prima o poi la controparte avrebbe mosso i suoi passi; questi passi sono stati senz’altro velocizzati dall’approvazione del Piano Casa proposto dal ministro Lupi (targato quindi Governo Renzi) e che proprio pochi giorni fa è entrato in vigore.

La repressione non accenna a fermarsi, vediamo benissimo come questo governo continui a colpire i bisogni di studenti, lavoratori, precari, migranti.. insomma, di un popolo che richiede a gran voce  “casa, reddito e dignità”, ma che continua a ricevere umilianti schiaffi in faccia da parte di uno Stato che non ci rappresenta.

Oltre alla notizia del sequestro preventivo per lo Studentato Occupato Taksim giunta nel pomeriggio di ieri, è arrivata anche la notizia dell’arresto per due compagni romani impegnati nei movimenti di lotta per la casa, Paolo di Vetta e Luca Fagiano. Ovviamente in questo comunicato vogliamo esprimere anche la nostra solidarietà a chi lotta ogni giorno affinché tutt* possano avere un tetto sopra la testa e che non si lasciano intimorire dalla brutalità della repressione del nuovo governo dell’austerità.

Taksim nasce nell’ottica di far emergere uno dei tanti problemi che uno studente bolognese si trova ad affrontare, come quello dei costi elevatissimi degli affitti nella zona universitaria e del diffuso fenomeno della stipulazione di contratti in nero. Sappiamo inoltre che a fronte di 80.000 studenti fuorisede a Bologna, i posti letto messi a disposizione dall’università non arrivano neanche a 1.500;  per questo abbiamo voluto riaprire uno spazio lasciato all’abbandono e alla speculazione edilizia per farlo rivivere, per fargli trasudare dalle sue pareti il calore delle nostre lotte. Ma non solo: l’obbiettivo che ci siamo voluti porre con questa occupazione, è stato quello di portare avanti una lotta concreta che parlasse di reddito e spazio urbano, ai bordi tra università e metropoli, sapendo unire più percorsi e portandoli all’interno delle nostre università.

Lo stato di impoverimento generale dettato dalle misure della crisi e dell’austerità ci indicano il clima di una sofferenza sempre più diffusa, anche tra gli studenti, e soltanto partendo dai bisogni materiali, come un tetto garantito ad uno studente fuori sede (e non), si puo far fronte alla povertà che sempre più dilaga.

Con questo comunicato vogliamo far sapere alla nostra controparte che Taksim si barrica, e la risposta repressiva al problema sociale che abbiamo sollevato non potrà che vedere la nascita di nuovi studentati occupati e case per gli studenti e non solo. Stiamo lavorando per questo, è una promessa!

Ancora una volta, TAKSIM SI BARRICA!

da Univ-Aut

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