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Università del Sussex: migliaia in corteo contro le privatizzazioni

Contro questa ristrutturazione, emanata dai vertici del campus universitario all’incirca un anno fa, studenti, docenti e personale hanno iniziato una lunga mobilitazione che li ha portati anche ad occupare alcuni edifici del campus da circa sei settimane.

Per la giornata di ieri era stato convocato un corteo nazionale che ha raccolto più di duemila studenti non solo del Sussex ma anche di altre università del Regno Unito: una manifestazione del tutto autorganizzata (a fronte di sindacati studenteschi e dei lavoratori totalmente assenti da questa battaglia) che ha segnato il più grande momento di mobilitazione dopo il ciclo di lotte apertosi nell’autunno del 2010 contro l’aumento delle tasse per l’istruzione inglese.

La giornata si è aperta con delle azioni dimostrative che hanno sbarrato gli accessi ad alcune parti del campus come bar e ristoranti, quegli stessi servizi che verrebbero colpiti dal piano di ristrutturazione proposto dall’università del Sussex. Gli studenti si sono poi mossi in corteo all’interno del campus; ad un certo punto la polizia ha cercato di bloccarne il percorso ma, dopo alcuni momenti di scontro, è dovuta indietreggiare di fronte ai numeri e alla determinazione degli studenti.

Il corteo si è poi concluso con un’assemblea organizzativa per le prossime scadenze di mobilitazione.

Gli studenti e i lavoratori contestano il piano proposto dall’università e la scelta di emanarlo senza alcuna consultazione con le parti coinvolte (in particolare coi più di 200 lavoratori che vedrebbero a rischio il proprio posto) e chiedono il blocco del piano e che venga costituita una commissione mista per discutere assieme i futuri cambiamenti che investiranno il campus. Nella giornata di ieri sono anche state condannate le intimidazioni e le minacce di sanzioni disciplinari che chi si sta mobilitando sta subendo all’interno del campus.

Quanto sta accadendo in Sussex va a sommarsi ad un piano più ampio di attacco e privatizzazione del mondo della formazione che ha già portato ad un aumento esponenziale delle tasse un paio di anni fa con una conseguente restrizione delle possibilità di accesso all’istruzione superiore.

Il Sussex non è inoltre un caso isolato sul piano nazionale dal momento che simili piani di ristrutturazione sono in approvazione anche in altri campus inglesi. Un dato, questo, che potrebbe preludere ad un allargamento della mobilitazione dal Sussex al resto del paese.

 

Ascolta l’intervista con Nicola Montagna, docente all’università del Middlesex (intervista realizzata durante Parole Ribelli all’interno della mattinata informativa di Radio Blackout):

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