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Università in rivolta, le piazze studentesche si preparano

Ci siamo, il countdown è iniziato, siamo agli sgoccioli della battaglia contro la riforma dell’università targata Gelmini. Martedi 30 novembre è in calendario, alla Camera dei deputati, l’approvazione del ddl. Le università restano in mobilitazione, occupate, in attesa dalle giornate cruciali… Maggioranza di governo permettendo, considerando gli emendamenti vari ed eventuali, tenendo presenti gli accordi che stanno incorrendo le segreterie dei partiti, è molto probabile che Berlusconi e company vogliano incassare l’ok della Camera per la riforma, pur nella possibilità di un suo passaggio, burocraticamente d’obbligo, di nuovo al Senato. L’altra faccia della medaglia di questo caos governativamente direzionato sono le piazze degli studenti e delle studentesse, che ben hanno compreso la cifra della partita, le sue tempistiche e possibilità! Perchè se è vero che il 25 novembre doveva essere la giornata decisiva per il ddl Gelmini e non lo è stata per i mal di pancia e giochi interni alla maggioranza, si deve anche considerare la potenza politica espressa dalle piazze studentesche in tutt’Italia, che certo non hanno aiutato il governo, anzi, hanno contribuito ad alimentare quella grande confusione sotto il cielo che ha mandato in tilt il governo Berlusconi! Esplicative le prime pagine dei telegiornali e dei quotidiani nel day after, titolava La Repubblica: “Gli studenti bloccano la riforma!”. E così è stato, perchè il livello di radicalità e diffusione delle mobilitazioni contro il ddl ha raggiunto una forza tale da non poter essere ignorata e fatta passare sotto silenzio! Anomalo questo movimento studentesco, ancora di più dell’Onda Anomala, che si è dato in tempistiche particolari e calzanti, che ha fin qui espresso soggettività figlie quantomai del prodotto e della sedimentazione del ciclo di lotta dell’autunno 2008. Certo nella settimana ventura, con più lucidità e raziocinio, si dovrà tornare sulla questione per indagare, analizzare e comprendere ancora più appieno quanto attraversato e da attraversare: il livello delle mobilitazioni studentesche, le caratteristiche dell’agitazione, la composizione politica e tecnica delle assemblee, etc. Resta la sfida che il movimento studentesco ha dinnanzi per lunedi 29 e martedi 30 novembre, con il ddl che torna in discussione alla Camera e l’urgenza del conflitto per le strade e nelle piazze per provare a bloccarlo. Abbiamo visto come il 25 novembre, nella giornata che si immaginava clou, sia sato decisivo il protagonismo studentesco, la presa forte di parola e la produzione di una conflittualità incompatibile, indisponibile, ingovernabile. In tutte le città d’Italia gli studenti e le studentesse sono state in grado di far emergere quella che è l’opposizione diffusa alla riforma Gelmini nelle scuole e nelle università, di riprodurre pratiche mediaticamente funzionali (occupazione Torre di Pisa, Colosseo di Roma, Mole di Torino), di spingere in avanti una mobilitazione importante di migliaia di persone dentro la dimensione delllo scontro, della contrapposizione e della rottura. Che quanto praticato il 25 novembre debba essere il piano dal quale ripartire è fuori di dubbio, il giro di boa delle università in rivolta è oggi, e lo sarà ancora di più domani, ad un punto nel quale osare significa provare a vincere, contemplare l'”eventualità” di portare a casa un risultato mai stato così palpabile e possibile come lo è oggigiorno. Resta tutto ancora da combattere, da inventarsi, da bloccare; i conti li si farà alla conclusione (nella parzialità) della partita. Occorre provarci, con in testa l’immaginario dolce di un “We are winning” da far diventare realtà, nelle piazze, sulle strade, nelle stazioni, sulle autostrade, negli atenei, sotto i palazzi del potere…!

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