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Lotto, Boicotto, Sciopero!

APPELLO ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, ALL3 SINDACALIST3, ALL3 DELEGAT3 PER LOSCIOPERO TRANSFEMMINISTA DELL’8 MARZO 2025

di Non Una di Meno

L’8 marzo 2025 si svolgerà in un contesto di forti spinte autoritarie e di profonda crisi economicadi chiusura degli spazi democratici e approfondimento di violenza e disuguaglianze.

Vogliamo riversare nelle piazze delle città la nostra rabbia, con tutto l’amore e la cura per il nostro debordante corpo collettivo, consapevoli che in gioco ci sono visioni opposte della società, del lavoro e dei diritti, non solo la questione strutturale del gap salariale. Anche quest’anno vogliamo coniugare il potenziale simbolico dell’8 marzo come giornata di lotta, con la pratica dello sciopero transfemminista, produttivo e riproduttivo, dei consumi e dai generi.

È più che mai necessario continuare a sottrarre questa data alla commercializzazione della “festa” o, peggio, alla propaganda governativa della Premier sulla parità di genere e sulla ripresa dell’occupazione femminile, contestando le politiche mistifcatorie e neo-autoritarie del governo sulla famiglia e la natalità, sul lavoro e sulla sicurezza.

Consapevoli della sfida inedita di uno sciopero generale indetto di sabato, pensiamo possa essere un terreno di convergenza contro le politiche del Governo Meloni, in particolare per i settori maggiormente precarizzati e femminilizzati.
Ci riferiamo in particolare alla necessità di visibilizzare il lavoro di cura e socio-sanitario gratuito e non riconosciuto come tale, povero, privato e pubblico, colpito dai pesanti tagli al welfare e alla sanità, esposto al mercato dei bandi e delle gare d’appalto. Al lavoro nel commercio e nella ristorazione coinvolto nei processi di turistificazone e dei grandi eventi, sempre più soggetto a molestie e ricatto. Al lavoro culturale e dello spettacolo sempre più precarizzato nella macchina dell’intrattenimento e della valorizzazione turistica. All3 studenti, insegnanti, lavoratric3 della scuola, con i salari più bassi d’Europa e un precariato strutturale, segnato dall’oscurantismo del ministro Valditara riguardo i programmi e l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva; all3 ricercator3 dell’Università interessata da un progetto di riforma che mina alle basi la ricerca pubblica e l’autonomia dell’Università.

Pensiamo sia un’importante occasione per proseguire la sperimentazione sulle pratiche di sciopero nel momento in cui questo è messo pesantemente sotto attacco. In particolare ci interessa porre l’attenzione sui nessi produzione/riproduzione e produzione/consumo anche nelle forme dello sciopero dei consumi e del boicottaggio delle catene di finanziamento della guerra e di valorizzazione dei centri cittadini. Inoltre anche nel contesto internazionale la famiglia patriarcale e la rigida riaffermazione dei ruoli di genere viene imposta come nucleo della riproduzione sociale e del disciplinamento delle donne, di tutti i soggetti femminilizzati ma anche di tutti i maschi cis di cui si sanziona la disidentificazione da ruoli egemoni e violenti. Anche per questo pensiamo che lo sciopero dai generi, in forme sempre da reinventare, costituisca un terreno decisivo di sperimentazione di pratiche.

Alcuni sindacati di base già danno la loro disponibilità a proclamare e sostenere lo sciopero nei posti di lavoro, tant3 lavoratrici e tant3 delegat3 già sono interne alla sua costruzione. Auspichiamo un sempre maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nel sostegno attivo degli snodi organizzativi quanto nelle ipotesi politiche che da ormai 9 anni pratichiamo, fra tentativi ed errori, avanzamenti e sperimentazione di strumenti, sempre in dialogo attraverso assemblee pubbliche.


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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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