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Stralci di inchiesta (13): Sfruttamento, disciplinamento, illusione. Un’esperienza di alternanza scuola-lavoro.

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Esperienza formativa o sfruttamento mascherato?

Tra i fiori all’occhiello della Buona Scuola renziana, il dispositivo ribattezzato “alternanza scuola-lavoro” è stato ideato nell’ottica di avvicinare il mondo dell’impiego a quello della formazione, costituendo in potenza il rimedio agli alti tassi di disoccupazione giovanile nel paese permettendo prime esperienze lavorative agli studenti attraverso gli stage previsti nei piani di studio degli istituti. Alcune critiche però hanno sottolineato in passato alcuni suoi aspetti molto discutibili, come ad esempio la convenzione per svolgere periodi di stage in aziende come McDonald’s e Zara, che gettava luce sul potenziale formativo del dispositivo.

Come negli altri episodi di Stralci d’Inchiesta, ci interessa analizzare soprattutto la dimensione esperienziale e soggettiva del lavoratore, in questo caso anche studente, posto di fronte alla specifica forma di lavoro. Abbiamo quindi intervistato uno studente di un istituto professionale, tra i più coinvolti quindi nel progetto, per approfondire il funzionamento dei percorsi di stage.

Il quadro che esce dal racconto di questa esperienza sembra confermare i forti dubbi che già sono emersi sulla filosofia e sull’impatto reale dell’alternanza: in particolare a stage non sempre inerenti col percorso di studio, si aggiunge un forte effetto di disciplinamento, incarnato nel fatto che l’esperienza sia valutata dal datore di lavoro ed incida così sul rendimento scolastico complessivo; ma soprattutto, emerge una relazione tra stage e possibilità di assunzione in senso assolutamente negativo.

A essere imponente è infatti soprattutto il numero di ore lavorate gratis, che permettono di prefigurare l’effetto contrario a quello sbandierato, ovvero costituire un disincentivo a maggiori assunzioni data la formazione di costante nuova forza-lavoro temporaneamente sfruttabile, spesso anche nelle mansioni meno entusiasmanti. La promessa di un lavoro futuro è la dinamo di questo processo, ma sembra di poter cogliere, almeno in riferimento alle parole che seguono, una certa disillusione montante rispetto a questo tipo di meccanismo.

Altre interviste per allargare l’inchiesta saranno necessarie per avere un quadro chiaro della situazione e provare a delineare un paradigma di analisi, nondimeno crediamo che gli spunti che seguono possano segnalare alcuni aspetti significativi di questo dispositivo. Buona lettura.

Iniziamo con una breve presentazione.

Sono un ragazzo di 17 anni, frequento un professionale che dura due anni, al termine del quale, ottenuta la qualifica, possiamo scegliere se cercare di trovarci un lavoro o se continuare in un’altra scuola per prenderci il diploma.

Dentro questi due anni c’è un periodo di alternanza scuola-lavoro.

Si, a breve finirò il primo anno, all’interno del quale c’è un periodo di 350 ore di alternanza scuola-lavoro, che equivalgono più o meno a due mesi di stage l’anno.

Quanti siete nella tua scuola?

200 persone.

Quindi 350 ore di stage per 200 persone all’anno, per due anni.

Si. Tanta roba. Infatti dovrò farlo anche l’anno prossimo. Nella mia scuola ci sono vari percorsi di studio (turistico, termoidraulico, elettricista, punto vendita). Io faccio il turistico e mi hanno mandato in stage in una struttura alberghiera, in un ostello appena fuori dal centro città, ci ho fatto stage lo scorso gennaio e il maggio appena concluso.

Che mansioni svolgevi? Per quali orari?

Io avevo un orario di sette ore al giorno, tutti i giorni tranne la domenica, dalle 8 alle 15 oppure dalle 15 alle 22. Loro mi dicevano se fare il primo turno, che voleva dire allestire la sala delle colazioni, stare li tutto il tempo, almeno fino alle 10, quando finiscono le colazioni..facevo il caffe, andavo in magazzino a riprendere gli scatoloni del cibo quando finiva, segnavo tutto quello che prendevo, chiedere ai clienti se avevan pagato in precedenza, e poi ogni volta dovevo prendere i piatti che sporcavano e lavarli. Diciamo che era abbastanza uno sbattimento. Nel pomeriggio invece dovevo fare i check-in agli ospiti che si presentavano. Ma non solo: se c’era da fare delle fotocopie, ad esempio mandavano sempre me. Idem se c’erano da spostare carichi pesanti.

Ma dopo le 10 cosa facevi nel turno della mattina?

Una volta che finivano le colazioni, inserivo nel foglio excel il file delle colazioni, con il numero delle persone, quanto avevano consumato..e poi aspettavo che qualcuno mi dicesse cosa fare. Come dicevo prima, magari mi facevano spostare carichi, però di fatto di solito aspettavo che mi dicessero cosa fare ammazzando il tempo in qualche modo.

Avevi una retribuzione? In caso di malattia o incidenti come funzionava?

Nessuna retribuzione! Farsi male è un po’ difficile nel mio stage, di fatto al massimo poteva capitarmi di mettere un cerotto se mi tagliavo. Se mi ammalavo invece dovevo avvertire il mio datore di lavoro con un certo anticipo, almeno la sera prima e poi alla fine di solito mi diceva che non c’era problema. Che poi è comprensibile, dato che si era sempre li in quattro persone per lavori che ne bastavano due.

Quindi non dovevi avvertire la scuola, ma il datore. E se non c’eri dovevi recuperare le ore un altro giorno?

Esatto. Devi comunque arrivare al monte ore, non è come fare una normale assenza a scuola. La scuola a quel punto o mi faceva recuperare le ore perse con altre attività (non all’ostello, ma a scuola). Però se fai troppe assenze rischi di perdere l’anno.

Quindi non si può rifiutare di fare il periodo di alternanza.

No. Arrivati ad un certo punto dell’anno conosci il tutor che ti seguirà nello stage, che è un membro della scuola. Lui organizza gli stage, ma ad alcuni chiede ad esempio se va bene se li manda in un posto o un altro, ad altri no. Se magari c’è una richiesta del tipo “io voglio fare lo stage insieme a X o Y nel luogo Z” lui decide se dirti si o no e ha comunque l’ultima parola su dove mandarti.

Ma questo tutor che figura è nella scuola?

E’ un professore che però non ti insegna nulla in classe, ma segue questo percorso di stage. E’ quello che si occupa dei rapporti tra studenti e professori, che fa da intermediario con il preside, e intanto organizza gli stage. E’ una figura a metà tra un professore e un preside. Lui è quella persona con cui tu parli prima di andare dal preside se hai fatto qualcosa, e lui decide se poi portarti dal preside o no. Si pone del tipo “ragazzi, se avete dei problemi parlatene con me” e così via. Fa un po’ la bella faccia insomma, ti invita a parlare con lui anche se ad esempio alcuni dei miei compagni si sono trovati con lui che li trattava molto male.

Quindi il rapporto con lui è importante.

Esatto. Se gli lecchi il culo hai più possibilità di essere mandato in un bel posto a far stage, se gli stai sul cazzo rischi di essere mandato da qualche parte meno bella. Ad alcuni dei miei compagni di classe è successo: una mia amica si è trovata ad essere cacciata da un hotel dove era andata a inizio maggio perché nonostante non gli piacesse come veniva trattata il tutor, a cui lei si era rivolta, non era mai intervenuto. E alla fine lei ha litigato con i capi ed è stata mandata via.

Ma il tutor dà un voto?

No, non dà un voto. Ascolta la relazione del datore di lavoro, vede un po’ come è andata e ne parla col datore, che però poi è quello che materialmente dà il voto.

Il datore dà un voto? Ma fa media?

No, non fa media ma diciamo che per passare l’anno è fortemente consigliato avere un buon voto..dicono che non fa media ma avere un voto negativo, magari inferiore a 5, rischia di metterti nei casini soprattutto se sei in bilico in altre materie.

C’è un legame con quello che hai studiato?

Si, facendo il turistico ho lavorato nelle strutture alberghiere quindi un legame c’è, però comunque è stato un lavoro che ha una marea di momenti morti, in cui ti fanno spostare quello, pulire quell’altro..diciamo che gran parte del tempo trascorso li io almeno personalmente l’ho passato a fare cose che non c’entrano nulla. E’ come se uno che studia per diventare chef facesse il lavapiatti..qualcosa impari ma la maggior parte del tempo fai cose che non hanno alcun senso.

Hai compagni o amici che hanno avuto invece esperienze negative, o che facevano proprio stage in luoghi che non c’entravano nulla col percorso di studio?

Che io sappia no, han tutti fatto cose comunque inerenti..i problemi sono stati di altro tipo. Un mio amico ad esempio ha subito una serie di comportamenti brutti, nel senso che mentre magari i dipendenti assunti dell’hotel dove stava lavorando facevano la pausa si sentiva urlare dal capo “fai questo, fai quello” come fosse un tappabuchi. Una mia amica, di 16 anni, nel posto dove ha fatto alternanza si è presa male, molto, perché uno dei dipendenti di circa 20 anni più grande di lei ci provava ripetutamente. Il problema è che a segnalare queste cose o a lamentarti rischi magari un voto o un giudizio negativo. Poi ancora sul discorso dei tempi morti: appena magari ti metti a guardare il telefono il capo subito ti dice di metterlo via a meno di essere cacciato..e questi sono solo alcuni casi, ce ne sono anche altri.

E’ anche una forte forma di disciplina quindi..

Si, tieni conto che inoltre ogni lamentela col tutor non ha portato a niente, chiunque ha segnalato problemi non ha visto alcun cambiamento. Quindi devi avere un certo tipo di atteggiamento, se provi pure a ribattere rischi conseguenze.

Tu sai la tua scuola come fa a trovare le aziende dove fate lo stage?

Boh, la scuola non ce l’ha mai detto.  A inizio anno, e anche prima di iscriversi, dicono che ci sono da fare due mesi di stage obbligatori da aziende con cui avevano già dei rapporti in precedenza, che erano disponibili a prendere per un po’ di tempo, gratuitamente, gli studenti della scuola. Ovviamente c’è enfasi sul fatto che non siano lavori retribuiti..poi ti dicono dove andare e tu vai.

Ma vi fanno una proposta o vi mettono direttamente in una azienda senza confrontarsi con voi?

Loro ci fanno una proposta, poi andiamo a fare un colloquio col datore di lavoro e li si vede. Il colloquio è una roba di cinque minuti, in cui parli con lui che ti dice cosa fare e poi inizi.

Cosa ti han chiesto?

Se parlo inglese, se ho avuto altre esperienze lavorative..nient’altro. Una roba davvero breve. Pensa che una mia amica ha dovuto aspettare per 45 minuti il suo datore che poi le ha fatto un colloquio di 2 minuti e mezzo..e lei, come me, come tutti ha dovuto comunque prepararsi, mettersi elegante, scarpe di un certo tipo etc..io magari in ostello poi non avevo una disciplina così fissa, ma chi ha fatto l’alternanza in hotel doveva essere sempre preciso, in giacca e cravatta e robe cosi. E devi procurarti tutto tu, non è che te lo danno loro. Inoltre cose tipo piercing, dilatatori ovviamente non sono ammessi, altrimenti non ti prendono allo stage.

Che rapporti avevi col tuo capo, con i lavoratori già assunti, con altri studenti in alternanza..

Io ero da solo dove facevo stage, è arrivata solo una settimana fa una nuova stagista ma di un’altra scuola, faceva contabilità. Con gli altri già assunti i rapporti alla fine erano buoni, per quanto non parlassimo particolarmente tanto. Mi avranno detto un bravo due volte in un paio di mesi. Il datore invece era una presenza costante, tieni conto che la sua postazione era dietro la reception quindi dietro di noi quando facciamo il pomeriggio. Mi faceva spesso domande, se era tutto ok, se c’erano problemi etc etc. Devo dire che a me non mi hanno mai trattato male, a differenza di altri miei amici.

Tipo?

In un hotel a una mia amica, sempre durante uno dei mille momenti morti, il suo capo gli ha fatto brutto perché lei era a scrivere al telefono. E il suo capo a differenza del mio non c’era mai, quindi manco sapeva come si comportava lei. Però poi sarà lui a darle il voto. A un altro mio amico che ha fatto dieci minuti di ritardo il primo giorno perché l’autobus aveva bucato la corsa l’hanno mandato via e non l’hanno più preso, dicendo che la gente cosi non la volevano.

In generale, che visione hanno quindi i tuoi compagni dell’alternanza? La trovano utile, la vorrebbero migliorare..

Cosa dicono..all’interno della mia classe c’è gente che proviene da situazioni un po’ incasinate, anche a livello familiare, non è che stiamo tutti bene li dentro. Molta gente che è li lo è perché è stata bocciata più di due anni in altre scuole. E’ chiaro che è uno sbattimento, tutti dicono “che palle, abbiamo lo stage”, preferirebbero far lezione normale ma più che altro perché le esperienze di stage sono molto meno belle di come dice il Preside a inizio anno. Lui dice che è una cosa che ti insegna a stare nel mondo del lavoro, una possibilità, che ci potranno assumere, però poi nei fatti non è cosi..puoi venire addirittura trattato male, non vieni pagato però ti sbatti comunque..e inoltre vieni anche valutato. Tieni conto che ci sono dieci domande in questa scheda di valutazione che ti compila il datore a fine stage. Per ognuna puoi prendere da zero a dieci..le domande sono tipo se arrivi puntuale, se rispetti i colleghi e i clienti, se hai danneggiato o meno i materiali..tu fai la somma e devi arrivare almeno a 60, sennò sei insufficiente.

Ma ci sono prove anche prima, oltre al colloquio?

Prima di fare stage devi fare 8 ore obbligatorie di laboratorio sulla sicurezza a scuola, obbligatorie con tanto di verifica che se non passi non puoi fare lo stage. Tralaltro qui ci hanno fatto studiare che non si poteva stare al pc più di un’ora un’ora e mezza, e poi io quando facevo i check-in ad esempio ci stavo anche 3-4 ore di fila!

E ovviamente non lo fai notare al datore..

Ma figurati! C’è sempre la questione che se ti lamenti rischi conseguenze. E’ lui che mette il voto, e inoltre tu a lui non servi nulla.

Ma neanche prima di farla i tuoi compagni avevano sensazioni positive o voglia di fare lo stage?

In realtà no, neanche prima, perché comunque le voci girano e i ragazzi più grandi che l’han già fatta ti dicono che è una merda. Nessuno ha trovato lavoro tra i miei amici ad esempio, a parte tre che hanno trovato una roba stagionale a decine di chilometri da qui, per un mese. Di fatto era una sostituzione, pagata si ma senza contratto, e inoltre il trasferimento è a spese tue, devi pagarti il treno, le uniformi come si diceva prima, e pure da mangiare li..

E tu che ne pensi?

Secondo me è proprio organizzata male. Per dire, alcuni amici non della mia scuola che fanno il classico sono stati mandati in posti che non c’entravano nulla con quello che studiano. Uno di questi è stato mandato dal classico ad una azienda agricola, con la gente che veniva a chiedergli consigli sui fertilizzanti, piuttosto che su alcuni prodotti, robe da mangiare..e lui ovviamente non se sapeva nulla, figurati che lo mandavano a tagliare l’erba! Ho un altro amico che a luglio va a fare due settimane di alternanza scuola lavoro a Genova, con spese a carico della famiglia, e si deve trasferire li. La sua scuola gli ha proposto questa cosa e i suoi hanno accettato. Io non so che ci guadagnino le scuole da questa cosa più che altro, è chiaro cosa ci guadagnano le aziende..alla fine si lavora gratis, e senza nessun problema si può subire di tutto perché soprattutto nella mia scuola non c’è tempo di perdere altri anni.

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