La nuova linea di Alba Dorata
Il primo esempio della nuova linea è stato il discorso di Ilias Kasidiàris, una recita sulla legalità e il rispetto delle istituzioni: “Alba Dorata, rispettando completamente il suo ruolo istituzionale e il mandato del popolo, in quanto terza forza politica ha dimostrato in questi pochi giorni di non voler fare un’opposizione sterile”.
Sulla stessa linea anche il neo-eletto Giorgos Galèos, che non ha esitato a lusingare il ministro delle Finanze (“stimo il professor Varoufakis, il ministro, che ha studiato all’estero come me”) e a dichiarare di identificarsi con le proposte del governo (“queste misure sono giuste e devono essere implementate”).
Sostegno!
Il “macho” Giannis Lagòs ha espresso il suo messaggio di sostegno al governo: “Noi siamo qui e aspettiamo che venga implementato quanto ha dichiarato il primo ministro e aspettiamo la punizione esemplare di tutti. Quindi, iniziamo a controllare tutti i grandi debitori. Anche noi siamo insieme a lui in questa lotta contro i proprietari dei canali televisivi, contro tutti coloro che hanno imposto dei mutui impossibili e sfruttato il popolo greco”.
Anche Giorgos Germanis, detto “Keàdas” (baratro, n.d.t), è stato tutto parole dolci: “Voglio credere che il governo attuale di Syriza e Greci Indipendenti possa restaurare la legalità e l’ordine nel parlamento greco, verso il suo normale funzionamento “.
Ilias Panagiotaros è arrivato al punto di dire “date la nazionalità, non la cittadinanza” ai migranti. Nikos Michos ha accusato Nea Dimokratia di aver “terrorizzato il popolo greco e di aver preso i voti dai vecchi e da alcuni cani del partito” mentre ha denunciato tutti coloro che si affrettano a criticare il nuovo governo: “Non li avete ancora visti, stiamo a sentire delle opinioni diverse, sentiamo quello che hanno da dire e quello che hanno da fare”.
La prima lettura della svolta politica di Alba Dorata è sicuramente quella più scontata. In vista dell’imminente processo che li riguarda, gli albadorati, abituati a puntare sul sostegno dello Stato, stanno cercando adesso di ottenere degli avanzi dai nuovi governanti. Vista l’enorme distanza politica che separa la sinistra dai nazisti, una cosa del genere sarebbe quantomeno ingenua.
In realtà, la nuova linea politica dell’organizzazione ha un obiettivo diverso: che venga accolta di fatto la sua partecipazione al “blocco anti-memorandum”, anche se sotto l’egemonia dell’ “anti-nazionalista” Syriza. Lo ha dichiarato apertamente Pappàs: “Il primo ministro Tsipras ha molte armi nella sua faretra politica, se vuole veramente realizzare i desideri del popolo. Non ha solo i voti di Syriza, il 36,34%, ha anche il 6,28% di Alba Dorata, il 5,47% del Partito Comunista, il 4,75 di ANEL, ha il 52,84% e una maggioranza anti-memorandum di 194 deputati”.
Attraverso il “fronte anti-memorandum”, Alba Dorata rivendica di ri-legittimare la sua presenza politica, ma soprattutto vuole astutamente imporre la sua candidatura per la rappresentanza autentica di questo fronte, nel caso in cui le trattative del governo con i suoi partner andassero male o la costringessero ad un ritiro.
Si trattengono
Così come Alba Dorata ha rivendicato la rappresentanza del nazionalismo di destra dopo le elezioni del 2012, fino al punto di prendersela con Nea Dimokratia e la destra a Meligalàs nel settembre 2013, adesso sta rivendicando l’egemonia dell’alleanza “patrioti-sinistra” che è stato inaugurato con la presenza di ANEL nel governo, preparandosi a sfruttare qualsiasi fallimento.
Tra l’altro Pappàs si è preso cura di riferirsi alla “relatività” della distinzione Destra-Sinistra: “I banchi di Alba Dorata si trovano all’estrema destra. Per coloro che ivi si siedono, però, l’immagine è completamente diverso. La “sinistra” e la “destra” hanno a che fare con il punto dal quale si vedono le cose”.
Il primo ministro Alexis Tsipras, nel suo discorso finale, ha alzato il guanto e ha rigettato ovviamente la prospettiva di Alba Dorata: “Investono in un fallimento del governo di cui possono beneficiare solo i nemici della democrazia, aprendo loro la strada, qui ma anche in Europa. E questo non abbiamo il diritto di permettere che accada nel nostro Paese, non abbiamo il diritto di permettere che succeda in Europa”.
di Dimitris Psarràs
Fonte: efsyn
Traduzione di AteneCalling.org
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