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Palermo, senzacasa: dall’accampata all’occupazione

Anche a Palermo il problema abitativo attanaglia migliaia di famiglie e quanto accaduto ieri a Roma, quando i comitati di lotta per la casa hanno assediato i palazzi del potere per il diritto all’abitare, non può che essere stato un ulteriore stimolo, per i senzacasa di via Calvi accampati da 2 giorni sotto il comune, ad oltrepassare la fase di attesa di una risposta, figurarsi di una soluzione istituzionale che loro stessi sanno bene non arriverà, e di passare a quella della riappropriazione/occupazione.

Intorno alle 15:30 circa, un centinaio di occupanti che oltre i senzacasa vede la presenza dei militanti dei centri sociali, si dirige verso il civico 20 di piazza Verdi, in pieno centro città. Passano pochi minuti e i 16 nuclei familiari presenti hanno già invaso lo stabile di proprietà della Curia (da cui si attendono risposte) chiuso da anni. I carabinieri sono già giunti sul posto, ma tutto rimane tranquillo. Un altro edificio in città è stato sottratto alla speculazione della rendita immobiliare e all’abbandono a dimostrazione che sono tante, troppe le possibili abitazioni sottratte al fondamentale bisogno e diritto di possedere un tetto.

Che si tratti di una soluzione definitiva o di un’ iniziativa di denuncia e riappropriazione, l’occupazione di quest’oggi vuole innanzitutto attenzionare come siano proprio le amministrazioni locali e nazionali a difendere interessi e privilegi dei palazzinari (mantenendo il silenzio sull’abbandono degli edifici o autorizzando l’impiego della polizia per sgomberi e sfratti) nelle metropoli degli “affari immobiliari” a scapito di studenti, precari, proletari; e la palazzina occupata oggi non è che uno dei tanti stabili da poter destinare a scopi abitativi.

A confermarci le vere intenzioni delle istituzioni in merito l’emergenza casa è infatti bastata la conferenza Stato/regioni/province/comuni  convocata dal governo e svoltasi ieri a Roma, fortemente contestata, le cui conclusioni in buona sostanza non si discostano dal perpetrare e continuare a favorire tali dinamiche piuttosto che un vero piano di sostegno e finanziamento sull’emergenza casa.

Ma già da un po’, in tutto il paese, la lotta per il diritto all’abitare comincia ad agire in maniera sempre più determinata e conflittuale, sfruttando sempre meno le vie della mediazione e della vertenza istituzionale e sempre più invece la piazza e lo strumento della riappropriazione, e la giornata del 19 ha sicuramente avuto il merito di accelerare e riportare all’attenzione mediatica questo processo sociale che si fa sempre più tendenza nella crisi.

Anche a Palermo non c’è più niente da aspettare, solo da occupare.

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