Milano: sgomberato il Macao
La mobilitazione massiccia si è trasferita davanti al grattacielo, in via Galvani, dove si è tenuta una partecipatissima assemblea che ha visto la partecipazione fra gli altri di Dario Fo, tantissimi lavoratrici e lavoratrici dell’arte e della conoscenza, raccolti dietro lo slogan “La cultura non si sgombera”. Della vicenda Macao parlerà oggi anche Pisapia, in un’apposita riunione convocata con i suoi assessori a Palazzo Marino.
L’assemblea continua nel pomeriggio si prende lo spiazzo antistante i grattacieli di Ligresti, l’incorcio tra via Galvani e via Fara diventa Piazza Macao!
diretta, foto, video e commenti su: milanoinmovimento.com
Piccola postilla senza pretese: sull’importanza di una lotta di questo tipo, come altre simili nate a Roma (Teatro Valle) e Palermo (teatro Garibaldi occupato) non si discute. Le questoni della vivibilità dei territori (mangiati dal cemento) e di nuovi spazi culturali sottratti alla speculazione immobiare sono centrali come tutte le battaglie in corso contro la dittatura dell’austerity. Il fatto che spazi come la Torre Galfa siano attraversati da tantissime persone, non convenzionalmente avvezze ai centri sociali, è un valore aggiunto per tutt*.
Spiace solo sentire, da una voce dell’assemblea, frasi di questo tenore: “Questo non è un grattacielo occupato da quattro sciagurati, questo è un grattacielo dei sogni voluto dalla città“. Non si tratta di fare le pulci su una voce stonata (speriamo) isolata dal coro, quanto sottolineare la necessità di battaglie che siano comuni e non auto-compiaciute di presunta superiorità. Architetti, designers e creative class avranno bisogno anche della solidarietà di “quattro sciagurati” che magari occupano perchè senza un tetto dove andare. Dovrebbe essere chiaro che il tempo dei “soggetti centrali” o (suppostamente) piu’ avanzati è stato sorpassato dalle condizioni generali di una crisi che getta tutt* nel rullo compressore della proletarizzazione ed espropriazione generale della vita.
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