Solidarietà agli operai Fincantieri denunciati
In quella giornata centinaia di operai fincantieri avevano rabbiosamente protestato contro la dirigenza per aver consapevolmente rinunciato ad una commessa di circa 70 milioni di euro che avrebbe liberato gli operai dalla cassa integrazione per qualche mese; era stata quindi occupata la palazzina della direzione ed effettuati dei blocchi stradali in una giornata di grande conflittualità operaia in cui non erano mancati momenti di tensioni con la polizia.
Adesso i 38 operai si ritrovano con accuse che vanno da manifestazione non autorizzata, violenza privata, danneggiamento, minacce, lancio pericoloso di oggetti, occupazione abusiva, etc. Insomma, chi più ne ha più ne metta!
Questo è ciò che in questo paese accade quando si protesta, si lotta, ci si incazza perché i tuoi padroni e l’azienda per cui lavori, nonostante sia leader mondiale nel suo settore, con evidente negligenza e con interesse esclusivamente ristretto al proprio profitto, rinuncia ad appalti che ridarebbero fiato a centinaia di famiglie; il tutto mentre le minacce di licenziamenti sono all’ordine del giorno!
E la fiom? Sicuramente in questi anni di lotta, che hanno saputo imporre all’azienda licenziamenti con il conta gocce e quantomeno la cassa integrazione per tutti, commesse o non commesse, il sindacato dei metalmeccanici non ha spesso gradito l’autorganizzazione degli operai che ha sovente sovradeterminato, in termini di consenso e conflittualità, la mediazione sindacale. Ma anche per il sindacato quella rappresentò e rappresenta una giornata importante, una giornata che spostò i rapporti di forza con l’azienda che nei giorni successivi diede immediate garanzie su mesi di commesse. Anche sul piano nazionale la conflittualità e la vittoria degli operai siciliani diede un importante slancio al ciclo di lotta contro il mega piano licenziamenti fincantieri scongiurato definitivamente in quel Dicembre.
Rinnovando la nostra solidarietà agli operai fincantieri, con cui in tante occasioni abbiamo condiviso le piazze e le lotte in questa città, queste denunce non possono che ricordare a noi e a chi lotta che c’è un prezzo da pagare, ma quando si è assaporato un dolce sapore di vittoria, l’amaro della repressione conta davvero poco.
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