InfoAut
Immagine di copertina per il post

Alcune righe sull’ammutinamento e i saccheggi a Córdoba

Dal 4 dicembre, in diverse città dell’Argentina è un susseguirsi di scontri e saccheggi. Circa mille negozi sono stati saccheggiati, 50 le persone arrestate, molti i feriti e almeno 7 morti. I saccheggi sono iniziati in concomitanza con le proteste della polizia. Approfittando della situazione, in centinaia hanno iniziato a saccheggiare una trentina di supermercati, rivenditori di elettrodomestici e altri negozi. Proponiamo questo punto di vista riguardo a quanto sta avvenendo in Argentina in un quadro politico e sociale particolare.

L’ammutinamento della polizia e i saccheggi in vari punti della città di Córdoba, nella notte della collera, possono avere una lettura a vari livelli.

Uno ha a che vedere con il disfacimento della stessa istituzione, attraversata dalla crisi che ha portato alla luce i suoi rapporti con il narcotraffico, la tratta delle persone e altri grandi delitti.

Legata intimamente alla precedente, esiste una crisi “salariale” e di bilancio, causata dalla terziarizzazione dell’aggiustamento. La crisi e il disfacimento dello stato si manifestano nella decadenza morale e strutturale dei suoi stessi bracci armati (a Santa Fe viviamo il medesimo fenomeno). Il “narco-stato” è l’espressione della stessa disgregazione, non potendo tenere in ordine gli agenti che devono esercitare “il monopolio dell’uso della violenza”, il principio costitutivo di ogni stato borghese “normale”. E questo sommato alla crisi storica del “partito militare”.

Un terzo elemento ha a che vedere con la questione sociale. Come abbiamo già detto in un’altra occasione, i saccheggi (che possono essere stati innescati da “operazioni” della polizia o di un altro tipo), agiscono su un terreno sociale propizio sul quale i settori più vulnerabili cercano di risolvere le proprie necessità attraverso questo metodo. La Córdoba profonda che si vuole nascondere sotto il tappeto, la gioventù dei quartieri ai quali è vietata l’entrata “cittadina” al centro, nel quale non può entrare senza subire qualche intimidazione, irrompe violentemente approfittando della crisi della polizia. La “Marcha de la Gorra” (Corteo del Berretto, ndt) di alcuni giorni fa, con più di 10 mila persone aveva già anticipato questa crisi con una azione progressiva.

Nonostante ciò, c’è anche una lettura politica. Qui facevamo un’analisi della “crisi di autorità” o di rappresentazione che il (dis)ordine borghese sta vivendo a Córdoba. Lì ci domandavamo, quale “effetto cumulativo” di rabbia e di malessere mostrano i numeri di questa elezione e quanto tarderanno ad irrompere in modo più aperto?

La crisi della polizia e l’irruzione sociale attraverso i saccheggi sono un modo labirintico di manifestazione della lotta delle classi. La Córdoba esplosiva irrompe sorprendentemente, e a suo modo, per portare alla luce le proprie laceranti contraddizioni.

Tra il “cordobesismo” delasotista (del governatore José Manuel de la Sota, ndt), che è il vecchio che non termina di morire, e la rinnovata predisposizione alla lotta del movimento operaio che è il nuovo che non termina di nascere, sorgono questi fenomeni aberranti: ammutinamento della polizia e irruzione delle forze elementari dei settori più impoveriti, e una pericolosa campagna di demonizzazione della povertà, che può finire in una guerra delle classi medie e di settori dei lavoratori contro i poveri.

De la Sota è tornato urgentemente dal suo giro in Colombia e ha convocato una parodia di “Fronte Popolare” con la CGT (storica confederazione sindacale argentina, ndt) e il “movimento operaio”, gli impresari e gli amministratori, per questo mercoledì alle ore 11.00. Se ne è uscito rispondendo con una linea “intransigente” contro l’ammutinamento, pochi giorni dopo una elezione che ha mostrato un suo grande arretramento e una debolezza politica, una parodia “delarruísta” di autorità (De la Rúa, ex presidente argentino, ndt).

Per la classe operaia, la gioventù e la sinistra si tratta di organizzare una alleanza capace di mobilitare le forze sociali fondamentali (il movimento operaio e la gioventù) dietro un programma che risolva veramente la crisi sociale attaccando contemporaneamente gli interessi dei responsabili della situazione sociale: le multinazionali e l’oligarchia soiera. Una esigenza che deve partire dall’opposizione all’ammutinamento che cerca di rafforzare le forze repressive dello stato. Allo stesso tempo realizzare un’alternativa alle vie d’uscita dalla crisi della polizia che si riducono a due: o il rafforzamento di queste forze repressive, mediante la capitolazione alle loro richieste (e al loro sottile richiamo all’impunità) o la loro sopravvivenza come organizzazione mafiosa, organizzatrice di tutti i grandi delitti. O come sempre è possibile, una combinazione di ambedue.

Cominciare a sollevare la necessità della messa in piedi di una istituzione propria della classe operaia e dei settori popolari, che può sorgere solo dalla più ampia mobilitazione per tutte le loro richieste sociali e affrontando i veri nemici del popolo, e sulla base dello smantellamento di questo apparato repressivo creato ed educato per reprimere il popolo. Una istituzione che deve avere come principio costitutivo la proibizione della repressione dei lavoratori e del popolo. Non c’è soluzione sotto questo regime che spinge alla rovina di ampi settori sociali e in molti casi agli scontri di poveri contro poveri. Nella lotta contro questo regime sociale, sorgeranno le istituzioni (milizie operaie e popolari) che affronteranno e potranno rimpiazzare l’apparato putrido delle forze armate di questo stato.

Córdoba, come Santa Fe, comincia ad esprimere le conseguenze della fine del ciclo, attraverso i suoi “organi più sensibili”, i bracci armati dello stato.

Il kirchnerismo potrà oggi trarre profitto dalla caduta in disgrazia di uno degli oppositori del peronismo. Nonostante ciò, la trama del narcotraffico e altri affari che incentivano la decomposizione delle forze di polizia e la crisi sociale, non è uno scenario esclusivo di Córdoba o Santa Fe, ma di tutta l’Argentina del “decennio guadagnato”, in tempi di fine del ciclo, debolezza delle coalizioni politiche borghesi e deterioramento economico.

da Comitato Carlos Fonseca

Alcune righe sull’ammutinamento e i saccheggi a Córdoba

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

argentinaesproprisaccheggio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Repubblica Democratica del Congo: l’esportazione di coltan alla base del conflitto in Kivu

Nei giorni scorsi il movimento armato M23 ha conquistato la provincia del Kivu e la sua capitale Goma dalle forze governative congolesi, che si sono ritirate disordinatamente davanti all’avanzata di un gruppo ribelle che, sebbene combatta da 30 anni, si è presentato questa volta con armamenti moderni e massicciamente equipaggiato di tecnologia di ultima generazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sputnik Moment?

La notizia del lancio del prodotto cinese ha sorpreso quasi tutti. Nessuno poteva immaginare che la Cina fosse già a questo livello nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale cosiddetta generativa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Governo Trump: i primi 10 giorni

Fin dalla presa di possesso dello studio ovale lo scorso 19 gennaio, il neo-(ri)- presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump è partito con una frenetica attività di produzione di decreti attuativi, atti a mostrare la concretezza decisionista strombazzata nella sua campagna elettorale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La sopravvivenza strategica di Hamas fa impazzire Israele

Sfruttando la sua forza istituzionale, l’adattabilità sul campo e le tattiche psicologiche, Hamas ha magistralmente trasformato la distruzione di Gaza in una dimostrazione di Resilienza, ottenendo avanzamenti sia simbolici che tattici e impedendo a Israele di rivendicare una qualsiasi vittoria politica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezionismo Usa, riarmo in Europa

In uno scenario in cui le parole d’ordine in Europa per fronteggiare la narrazione dei dazi americani in arrivo sono riarmo e energia, analizziamo alcuni aspetti dello scenario globale. La presidenza di Trump è stata inaugurata dal cessate il fuoco a Gaza, su dei termini di un accordo sostanzialmente uguale a quello rifiutato da Netanyahu […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Somalia, Sudan, Algeria… ed il ritorno di Trump

Da Radio Africa: prima puntata del 2025, lunedì 20 gennaio 2025, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. In questi 30 minuti ci occuperemo di diversi Paesi africani, da nord a sud. Partiremo dalla Somalia e da Mogadiscio (in foto) in particolare, al centro del reportage sul campo della rivista Africa, con la storia […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Usa: Leonard Peltier uscirà dal carcere

In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari. da Osservatorio Repressione «Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari»: nell’ultimo giorno, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Voci da Gaza II – Asuat Min Gaza II

Seconda –di due– puntata speciale nello spazio informativo di Radio Blackout dedicata all’intervista di Fadil Alkhadly, membro dell’Uawc, Unione dei comitati dei lavoratori agricoli.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non è stato un boom ma si sente il crack: l’energia ai tempi di Milei

La rinuncia di Eduardo Rodríguez Chirillo a capo del Ministero per l’Energia [nell’ottobre scorso] ha lasciato innescato un detonatore fatto di massicci aumenti delle tariffe, profitti straordinari per una manciata di imprese e incertezza sulla fornitura di elettricità durante l’estate. di Felipe Gutiérrez Ríos (OPSur-Revista Crisis), da ECOR Network In questo articolo gli alti e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: il Mendoza avanza contro contadini e indigeni, tra la vendita di terre demaniali e progetti minerari

Ancora risuonano nei paraggi di Los Molles e di El Sosneado, i fatti degli inizi del 2023, quando nel sud provinciale giunsero dei fuoristrada con foto del Generale Roca e proclami negazionisti.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Argentina: le lotte studentesche crescono in tutto il paese

Affollate marce con fiaccolate a Buenos Aires e La Plata

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per le vie di Susa

Sabato pomeriggio le vie di Susa sono state attraversate da migliaia di No Tav nuovamente in marcia per esprimere il proprio dissenso contro un’opera ecocida e devastante.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sgombero del Presidio No Tav di San Giuliano

Sono arrivati con il buio e con l’arroganza che li contraddistingue. Come a Venaus, a Chiomonte, a San Didero. Come sempre. Ad attenderli, però, hanno trovato la tenacia e la determinazione di chi, con grande coraggio, ha resistito contro lo sgombero brutale e ingiustificato del presidio di San Giuliano (Susa).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inizia il presidio permanente a San Giuliano

E’ iniziato ieri il presidio permanente con campeggio a San Giuliano. Ricordiamo che il presidio No Tav “Sole e Baleno” e i terreni sui quali è stato costruito, sono minacciati dalla violenza distruttrice di TELT.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio No Tav di San Giuliano: mobilitiamoci per resistere insieme all’esproprio!

E’ la fine di ottobre del 2012: una lunga fila di persone occupa il terreno dove oggi sorge il Presidio No Tav di San Giuliano. Il clima freddo e pungente della Valsusa non ferma migliaia di attivisti e attiviste accorsi per prendere parte alla quarta edizione della campagna “Compra un posto in prima fila”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Settimana di lotta in Val Susa dal 31 agosto al 5 settembre

Da pochi giorni si è conclusa una lunga settimana lotta, socialità, dibattiti e discussioni nella Valle che Resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: i mercati festeggiano mentre avanza la recessione

Il governo ha ottenuto l’approvazione al Senato della Legge “Basi e Punti di Partenza per la Libertà degli Argentini”, che aveva una media sanzione alla Camera dei Deputati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Senza acqua né cibo e in “condizioni inumane”, così sono stati i giorni in prigione per aver marciato contro la Legge Basi

Sofía Ottogalli si sente una perseguitata politica. Lei, insieme ad altre 32 persone, è stata detenuta la settimana scorsa mentre protestava al Congresso contro la Legge Basi che è promossa dal Governo di Javier Milei.