InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il terremoto infierisce sulla miseria di Haiti

||||

Riprendiamo da Internazionale questo articolo pubblicato originariamente su The Guardian rispetto a quanto è successo nelle scorse ore ad Haiti. Un terremoto di magnitudo 7,2 ha colpito il sud del paese provocando oltre 1300 morti. A 11 anni dal terremoto del 2010 Haiti si trova ad affrontare nuovamente un evento sismico senza che quasi nulla sia cambiato. La responsabilità non è da imputare unicamente alla politica corrotta del paese, ma anche alla comunità internazionale che ha trasformato la ricostruzione dell’isola post 2010 in un enorme affare speculativo, ma su questo ci torneremo. Un fiume di denaro che ha appena lambito l’isola per riempire le tasche delle imprese dei paesi “donatori”.

Tom Phillips, The Guardian, Regno Unito

Winnie Hugot Gabriel stava presentando il suo programma radiofonico sabato 14 agosto mattina, quando un terremoto di magnitudo 7,2 ha colpito il sud di Haiti, facendo uscire gli ascoltatori terrorizzati nelle strade.

“Si è sentito anche qui a Port-au-Prince. È stato forte”, ha detto la giornalista 32enne della stazione Magik 9, che ha abbandonato il microfono e si è precipitata fuori dopo la scossa.

La capitale di Haiti, che nel gennaio del 2010 è stata distrutta da un terremoto meno potente, sembra essere uscita in gran parte illesa dall’ultimo di una terribile serie di disastri naturali che hanno devastato la nazione caraibica.

Ma la situazione nella penisola meridionale di Haiti, nell’epicentro del terremoto, è stata molto più drammatica, con città come Jérémie e Les Cayes polverizzate da una calamità che secondo le autorità ha ucciso almeno 1.297 persone e ferito più di 5.700.

Immagine 2021 08 17 111338

“È terribile. Era il mio incubo e l’incubo di chiunque ricordi il 2010, che qualcosa del genere accadesse di nuovo”, ha detto Jonathan M Katz, un giornalista statunitense che era sopravvissuto a quel disastro e che ha scritto un libro sulla fallimentare risposta internazionale.

Domenica 15 agosto, mentre i soccorritori frugavano tra gli edifici crollati alla ricerca di sopravvissuti e gli operatori umanitari si affrettavano a fornire cibo, acqua e riparo a coloro che erano stati costretti a lasciare le loro case distrutte, molti degli ospedali della regione sono stati invasi da pazienti gravemente feriti.

“In questo momento sto camminando per la città per vedere se possiamo salvare ancora qualcuno”, ha detto Claude Harry Milord, sindaco di Jérémie, dove sono state confermate almeno cento vittime.

Milord ha detto che alcuni dei feriti sono stati trasportati in aereo a Port-au-Prince. Coloro che sono rimasti avevano un disperato bisogno di aiuto. “La città ha bisogno di medicine, tende e cibo perché molte persone hanno perso tutto”, ha detto.

Dall’altro capo della penisola, a Les Cayes, la situazione sembra essere ancora peggiore. “Ci sono molte persone ferite. Gli ospedali sono sopraffatti. Alcuni stanno curando le persone sul pavimento; alcuni stanno semplicemente rimandando le persone a casa”, ha detto Akim Kikonda, un operatore umanitario del gruppo Catholic Relief Services, aggiungendo che le potenti scosse di assestamento stanno portando i sopravvissuti senzatetto al limite della sopportazione. “La gente ha davvero paura”.

Roody Bouilly, un addetto alle telecomunicazioni di Les Cayes, ha affermato che scuole, hotel e supermercati sono stati rasi al suolo. “Quello che è successo è stato davvero terribile”, racconta l’uomo di circa quarant’anni. “La città è davvero nel caos. La scorsa notte molte persone hanno dormito per strada, quasi come abbiamo visto a Port-au-Prince il 12 gennaio 2010”.

Come in guerra
A complicare gli sforzi dei soccorsi è stato il fatto che l’unica strada che collega la capitale di Haiti con i tre dipartimenti più colpiti è diventata praticamente impraticabile negli ultimi mesi a causa di una battaglia tra polizia e bande criminali pesantemente armate.

“È stata una zona di guerra per molto tempo. Il carburante non può passare. I rifornimenti non possono passare. Le ambulanze non possono passare”, ha detto Jean William Pape, un influente medico haitiano che, a causa del conflitto tra bande, sta usando elicotteri e piccoli aerei per trasportare i rifornimenti agli ospedali di Jérémie e Les Cayes.

Milord, il sindaco di Jérémie, ha affermato che l’arrivo della tempesta tropicale Grace, che dovrebbe colpire Haiti lunedì o martedì, complicherebbe ulteriormente i soccorsi. “Non so davvero cosa potrebbe succedere”, ha detto, raccontando dei corpi sparsi per le strade della sua città dopo il terremoto.

Secondo Katz il sisma, avvenuto poco più di un mese dopo l’assassinio del presidente di Haiti, Jovenel Moïse, ha portato ulteriore miseria nel sudovest di Haiti, una regione ancora in preda alla devastazione dell’uragano Matthew del 2016.

Haiti avrebbe potuto trovarsi davanti a un altro “disastro epocale” simile al terremoto del 2010 se l’epicentro fosse stato più vicino alla capitale, dove vive circa un terzo degli 11 milioni di haitiani. “Ma se vivi a Les Cayes, se vivi a Jérémie, questo pensiero non è di conforto. Molte persone sono già morte e il bilancio delle vittime continuerà a salire. Questo sarà un disastro davvero, davvero pesante”, ha aggiunto Katz.

Gabriel, la presentatrice radiofonica, si dice rattristata nel vedere che undici anni dopo il terremoto più letale mai registrato nell’emisfero occidentale, il suo paese fosse ancora impreparato a tali disastri. “Non abbiamo imparato le lezioni del 2010. È spaventoso rendersene conto”, ha detto, criticando l’apparente mancanza di piani di emergenza e il mancato miglioramento degli standard edilizi.

Teme mesi di incertezza e difficoltà mentre Haiti è alle prese con una serie di crisi profonde e intrecciate tra loro dopo l’omicidio ancora irrisolto del presidente. “C’è un vuoto politico, il covid-19 è ancora lì, abbiamo una crisi economica e ora stiamo affrontando questo terremoto e le sue conseguenze. È davvero, davvero difficile. È come se non ci fosse una tregua”, ha detto. “Invece di veder migliorare le cose, ti senti come se stessi sprofondando”.

Katz ha detto che le immagini delle case costruite in modo scadente, cadute “come castelli di carte”, hanno sottolineato come il mondo non sia riuscito a mantenere gli impegni post terremoto del 2010.

“La promessa è sempre stata che la comunità internazionale non si sarebbe limitata a salvare le persone dalle macerie. La promessa era più ampia e, come aveva detto Bill Clinton, avrebbe aiutato Haiti a ricostruire meglio. Ma basta guardare cosa è successo nelle 24 ore da quando c’è stato questo terremoto per vedere che non è stato così. Molto poco è stato ricostruito e ciò che è stato ricostruito non sembra essere migliore”.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

haititerremoto

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Prof Chambers: “Israele vuole la pulizia etnica. I genocidi del colonialismo occidentale”

Il sionismo persegue la pulizia etnica con una politica colonialista e anche sui temi del genocidio, dell’unicità della Shoah, bisogna permettere che altre voci possano partecipare, senza far dominare il discorso dal punto di vista unico, egemonico e occidentale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: attacco ad Ankara, bombardamenti turchi, colloqui con Ocalan

Giovedì, dopo la notizia di un riuscito attacco della guerriglia (rivendicato venerdì mattina) curda del PKK contro la principale industria di ingegneria bellica turca ad Ankara, l’aviazione di Erdogan ha scatenato sanguinosi raid aerei sulla Siria del Nord e sul nord dell’Iraq, dove il PKK sta infliggendo dure perdite all’esercito turco.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

KCK: agiremo secondo il processo sviluppato da Rêber Apo

“Il nostro movimento, con tutte le sue componenti, agirà secondo il processo che il Rêber Apo svilupperà”, ha dichiarato la co-presidenza della KCK, sottolineando che per questo devono essere stabilite le condizioni di salute, sicurezza e lavoro del leader.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Assassinano padre Marcelo crivellandolo di colpi dopo aver officiato la messa: da sempre ha denunciato l’estrema violenza in Chiapas

Pubblichiamo la traduzione di questo del 20.10.2024 articolo a cura della Redazione di Desinformémonos perchè pensiamo sia prezioso per far conoscere la storie e le lotte portate avanti da padre Marcelo Perez Pérez attraverso le sue stesse parole.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice dei Brics a Kazan: si prospetta la fuoriuscita dal dollaro?

In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei Brics+ che ha coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Centro addestrativo per i piloti di elicotteri da guerra in Liguria.

Sorgerà in Liguria un grande centro di formazione ed addestramento dei piloti di elicottero delle forze armate italiane e straniere; la realizzazione sarà affidata ad un’azienda leader del complesso militare-industriale di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vice-capo di Hezbollah afferma che esiste ora una “nuova equazione” nella lotta contro Israele

In un recente discorso televisivo, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo di resistenza libanese si è completamente ripreso dai recenti colpi e sta operando sotto una “nuova equazione” volta a intensificare i suoi attacchi contro lo Stato di occupazione israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele spara sulle truppe Unifil: il cortocircuito colonialista

Dopo un anno di guerra genocida a Gaza i politici italiani hanno iniziato a pronunciare le parole “crimine di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Ad Haiti c’è un caos pianificato, un piano del sistema neocoloniale”

Intervista ad Henry Boisrolín del Comitato Democratico Haitiano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: i guerriglieri rispondono agli attacchi turchi

Mentre l’esercito turco continuava i suoi attacchi contro le aree di guerriglia, i guerriglieri esercitarono il loro diritto all’autodifesa cinque volte, distruggendo un lanciagranate turco.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: a meno di un mese dal sisma, nuovi attacchi turchi in Nord-Iraq e Siria

Meno di un mese dopo il violento terremoto che ha provocato oltre 51mila vittime accertate, più di 122mila feriti  e milioni di sfollati, l’esercito turco continua ad attaccare il movimento di liberazione curdo in nord-Iraq e nel nordest della Siria. Nonostante nella Turchia sud-orientale interi villaggi e quartieri siano stati cancellati dal sisma del 6 […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: manifestazione per la libertà del leader curdo Ocalan e a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma

“Il tempo è arrivato, libertà per Ocalan! Pace in Kurdistan!”, sono le parole d’ordine del corteo che ha sfilato sabato 11 febbraio a Roma e indetto da Rete Kurdistan, dall’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia e dalla comunità curda in Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cemil Bayık: Non compiremo azioni militari a meno che lo stato turco non ci attacchi

Il co-presidente del Consiglio esecutivo della KCK, Cemil Bayık, ha dichiarato: “Fermare le azioni militari in Turchia, nelle metropoli e nelle città. Abbiamo deciso di non agire a meno che lo Stato turco non ci attacchi”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Terremoto: il punto della situazione tra Turchia, Kurdistan e Siria

Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria: secondo le ultime stime sono stati raggiunti i 16mila morti, ai quali va aggiunto un numero mai precisato di dispersi e decine di migliaia di feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Terremoto in Siria e Turchia: la raccolta fondi di Mezzaluna Rossa Kurdistan

Il catastrofico terremoto ha avuto il suo epicentro a Gazantiep; qua e nelle zone limitrofe sono andati distrutti centinaia di edifici, compresi quelli storici, tra cui la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun e il castello di Gaziantep. Le abitazioni di moltissimə sono ridotte a un cumulo di detriti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sentenza shock terremoto de L’Aquila: la colpa è dei morti

Il tribunale civile taglia i risarcimenti per 29 vittime del terremoto: «Dormivano, incauti»

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il sisma dimenticato del Centro Italia : esperienze dal basso nell’era del capitalismo dei disastri

In una fase in cui il discorso pubblico si nutre di temi ambientali ed ecologici utilizzando in maniera strumentale i temi sottolineati da tantissimi giovani di tutto il mondo, occorre rimettere al centro dell’agenda politica quei contesti in cui l’emergenza non è mai terminata. In Italia vi sono molti esempi di questo sciacallaggio dei territori […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haiticidio: storia di una ricostruzione che non c’è stata

Mentre si susseguono le notizie sulla presa del potere dei Talebani in Afghanistan un’altra importante vicenda sta venendo vagamente trascurata. Ad Haiti vi è stato un terremoto di magnitudo 7,2 che ha provocato oltre 1300 vittime a undici anni da quello del 2010. Questi due avvenimenti apparentemente separati in realtà hanno molto in comune. Sono […]