InfoAut
Immagine di copertina per il post

India: contagio fuori controllo, quali le cause?

||||

Cerchiamo di fare il punto su quanto sta succedendo in India riportando alcuni interessanti interventi. Il primo di Alberto Negri sulle implicazioni geopolitiche e il ruolo del governo nazionalista di Modi nella cronicizzazione dell’epidemia per il Quotidiano del Sud. Di seguito poi l’intervista di Radio Blackout a Luca Mangiacotti sulla situazione attuale nel paese e quella di Radio Onda d’Urto a Elena Valdameri. Nel frattempo nel paese continuano le proteste dei contadini e sembrano iniziare a darsi degli accenni di mobilitazione nei prossimi giorni per rivendicare una vaccinazione universale di massa fuori dalle logiche del mercato.

 

Alberto Negri- L’India tradita dal virus e dalle ambizioni di Modi

Incoraggiata dagli Usa, l’India di Modi aveva ingaggiato con la Cina una battaglia geopolitica sui vaccini esportando 64 milioni di dosi gratis in Asia. Ora con la variante indiana è sprofondata nel caos.

Fino a qualche settimana fa esportava vaccini e progettava, con la Francia, la più grande centrale atomica del mondo: ora l’India è l’epicentro della pandemia da Covid e di una tragedia immane.

Una situazione drammatica, totalmente fuori controllo, con le autorità costrette persino a bruciare i cadaveri per strada. Nella capitale New Delhi muore per coronavirus una persona ogni 4 minuti. Ogni 24 ore viene abbattuto un record negativo dopo l’altro record: tremila morti e 350 mila contagi al giorno, oltre 17 milioni i contagiati, 193mila le vittime totali. Ma in un Paese di circa 1,4 miliardi di abitanti sono già numeri superati mentre scriviamo.

Scene da un altro mondo, che invadono anche i social europei e spaventano. A provocare una brusca impennata dei contagi in un Paese che fino a poche settimane fa sembrava resistere è stata proprio la variante indiana, la cui diffusione è stata favorita in maniera esponenziale da grandi raduni religiosi hindu, come il tradizionale Kumbh Mela nel Gange, e i meeting politici di una campagna elettorale che coinvolge 180 milioni di persone in cinque stati.

A oggi non si sa ancora molto su questa mutazione ma l’allerta è massima. Nonostante gli scienziati non siano ancora riusciti a stabilire se sia più contagiosa, più letale o più resistente ai vaccini, la tripla mutazione del coronavirus preoccupa proprio per l’elevatissimo numero di positivi registrati in India negli ultimi giorni. In Europa, la variante indiana è stata rilevata in Gran Bretagna, Belgio, Germania e in Italia, la prima in provincia di Firenze e da ieri anche nel vicentino con due pazienti. In tutto sono un centinaio i casi in Europa. Nel mondo, invece, circa mille. L’allarme ha investito oltre che l’Europa anche gli Stati Uniti che si sono dichiarati pronti ad aiutare con urgenza il Paese asiatico.

Eppure proprio l’India sembrava all’avanguardia nella lotta al virus e aveva ingaggiato con la Cina una sorta di guerra dei vaccini per affermare la propria influenza in Asia e anche oltre. Grazie alla sua straordinaria capacità di produrre vaccini e a una licenza per produrre la formulazione di AstraZeneca, l’India si era lanciata a donare all’estero quasi 60 milioni di dosi. Le casse dei vaccini arrivano nelle capitali straniere con il messaggio: “Dono del popolo e del governo dell’India”. I produttori indiani, tra cui il Serum Institute, sfornavano circa 2,5 milioni di dosi di vaccino anti-covid al giorno, conferendo a Delhi ampi margini per gesti di munificenza che in realtà erano diretti a contrastare la Cina. Pechino aveva dichiarato di volere inviare i suoi vaccini sotto forma di aiuti a 69 paesi e in altri 28 già li vende nel quadro di accordi che potrebbero costituire un’entratura per le sue aziende farmaceutiche in regioni di solito dominate da produttori di statunitensi, tra cui il Medio Oriente e l’America Latina.

A spingere l’India nella battaglia dei vaccini è stato il leader nazionalista Narendra Modi, un iper-nazionalista che si è particolarmente distinto per sue politiche marcate dall’estremismo religioso e anti-musulmano, in particolare contro la popolazione del Kashmir. A incoraggiarlo con ardore su questa strada, proprio per contrastare Pechino, sono stati gli americani. Per marcare stretta la Cina anche sulla pandemia, gli Usa mei mesi scorsi hanno dato vita a un partenariato con Giappone, Australia e India _ il cosiddetto gruppo Quad – che aveva presentato un piano per espandere ulteriormente la capacità produttiva indiana con la prospettiva di distribuire i vaccini nell’Asia sudorientale e in altre aree al centro di contese geopolitiche con Pechino. Il programma indiano di “maitri” (amicizia) del vaccino nei mesi scorsi è stato incessantemente lodato dai media nazionali, fino ad arrivare al disastro attuale.

Adesso Narendra Modi, candidato a diventare forse il leader più stupido della storia indiana recente, è costretto a chiedere aiuto agli Usa e all’Europa per vaccinare la sua popolazione. Anthony Fauci, consigliere di Biden, ha reso noto che l’America sta valutando di inviare parte del surplus di dosi AstraZeneca: si tratta di circa 30 milioni di fiale alle quali non è stato dato il via libera da parte delle autorità federali. Inoltre il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jack Sullivan, ha assicurato che “stiamo lavorando 24 ore su 24 per distribuire più rifornimenti e supporto ai nostri amici e partner in India mentre combattono coraggiosamente questa pandemia”. Sullivan ha promesso l’invio immediato di componenti fondamentali per la produzione di vaccini la cui esportazione era stata bloccata, mandando in tilt le fabbriche indiane di sieri.

Una vicenda allucinante: prima gli americani hanno spinto gli indiani a fare concorrenza ai cinesi inviando in giro per l’Asia milioni di vaccini e adesso, di fronte alle nuove micidiali varianti, gli Stati Uniti sono costretti ad aiutare quel fesso di Narendra Modi travolto dal dramma, dai contagi e dai morti. E come sta rimediando Modi al disastro che ha contribuito a creare? Imponendo una stretta censura sui media e i social network per oscurare le critiche al suo governo. E poi dicono che questa è la più grande democrazia del mondo…

______________

Negli ultimi giorni abbiamo visto le drammatiche immagini provenienti dall’India, che ci raccontano di una situazione pandemica in costante peggioramento. Per approfondire quanto sta succedendo, abbiamo contattato Luca Mangiacotti, compagno esperto di ciò che si muove nel paese indiano.

{mp3remote}https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/india.mp3{/mp3remote}

______________

“In questo periodo, proprio perchè il contagio si è diffuso anche nelle zone rurali, il virus colpisce al di là della classe di appartenenza; la differenza sostanziale sta nell’accesso alle strutture sanitarie che è sempre diversificato su scala sociale in India proprio perchè esiste un sistema sanitario molto debole. Pertanto il sistema di sanità è principalmente privato anche se gli ospedali privati rimangono troppo costosi per le condizioni sociali medio-basse della popolazione, per non parlare di coloro che stanno sotto la linea di povertà.” Per la professoressa Elena Valdameri, ricercatrice di Storia moderna dell’India all’Università di Erfurt, questa debolezza strutturale di lungo periodo, la mancanza di un vero Welfare, rende ancora più grave la situazione attuale nel grande subcontinente indiano, segnato da numeri altissimi di morti e di contagi: 18 milioni di casi attivi, più di 200mila morti, picchi nell’ultimo periodo di circa 2800 morti e 300mila casi giornalieri, secondo i dati ufficiali che vari esperti ritengono ampiamente sottostimati rispetto a quelli reali. “Questa situazione è frutto di una mancanza di preparazione generale alla seconda ondata e dell’autocompiacimento del governo nazionale che, a febbraio, ha diffuso retoricamente la convinzione che la lotta contro il virus fosse vinta.” Così non ci sono state misure di contenimento e il primo ministro ha autorizzato grandi eventi di massa che hanno sviluppato importanti focolai. “L’impreparazione – prosegue la ricercatrice – la si è vista nella mancanza di letti, di ventilatori e di ossigeno. Il governo di Modi non ha usato mesi utili per prepararsi e non ha avviato la costruzione di centrali di ossigeno medicale, così la conseguenza è che il prezzo dell’ossigeno è schizzato alle stelle nel mercato nero ed ora una bombola dell’ossigeno per chi può permetterselo è di circa 1300 dollari.”  Ascolta o scarica

{mp3remote}https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2021/04/prof-ssa-Valdameri-su-contagio-in-India.mp3{/mp3remote}

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

CORONAVIRUSCOVID19India

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Dall’India a Monza: il capitalismo è fondato sulle stragi di operai

Moustafa Kamel Hesham Gaber, un giovane di 21 anni proveniente dall’Egitto, è morto a Monza trascinato da un nastrotrasportatore di una azienda – la Corioni – che compatta rifiuti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cos’è il Fascicolo Sanitario Elettronico e perché dovrebbe interessarci.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento che consente alle persone di monitorare e visualizzare l’intera cronologia delle proprie condizioni di salute.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

India: come non sfamare un pianeta affamato

In India è scoppiato un nuovo ciclo di proteste degli agricoltori contro il governo Modi con scontri e lanci di lacrimogeni alle porte di Nuova Delhi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le proteste di solidarietà con la Palestina affrontano la repressione nell’India di Modi

Dal 7 ottobre ci sono state proteste in tutta l’India a sostegno dei palestinesi e di Israele, con risposte molto diverse da parte delle autorità. Gli attivisti solidali con la Palestina hanno dovuto affrontare una brutale repressione, mentre gli alleati di Israele hanno avuto mano libera.

Immagine di copertina per il post
Culture

Contagio Sociale. Guerra di classe microbiologica in Cina

Contagio sociale. Guerra di classe microbiologica in Cina (Nero Editions, Roma, 2023) racconta una storia di classe, quella dell’epidemia di COVID-19 a Wuhan.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I ghiacciai himalayani perderanno l’80% del loro volume

I ghiacciai dell’Himalaya e dell’Hindu Kush stanno scomparendo a un ritmo senza precedenti. Tra il 2011 e il 2020, i ghiacciai in questa regione montuosa si sono sciolti il 65% più velocemente rispetto al decennio precedente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La rivoluzione di massa degli agricoltori indiani

Il 5 aprile si è svolta una protesta di massa a Delhi, la capitale dell’India. Secondo il CITU (Centre of Indian Trade Unions), la più grande assemblea di lavoratori del Paese e una delle organizzazioni coinvolte, circa 100.000 manifestanti sono arrivati dai diversi Stati del Paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Quale futuro per la Cina post-Covid?

Nel novembre 2022 in Cina si sono succedute a breve distanza due grandi ondate di protesta che non hanno scosso solo l’opinione occidentale ma anche quella cinese, riuscendo a superare la censura statale: la rivolta degli operai della fabbrica di Iphone Foxconn e quella cosiddetta “dei fogli bianchi” estesa in tutto il paese. Entrambe affondano […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

India, Israele e il progetto di “greenwashing” che prende forma in Kashmir

Attivisti e studiosi avvertono che l’India sta cercando  di replicare il modello applicato da Israele in Palestina nel Kashmir da lei controllato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lotta per la casa a Pavia dopo la pandemia

L’assessore comunale alla casa, di Fratelli d’Italia, preannunciava, quasi con orgoglio, uno tsunami di sfratti dalla primavera 2021 senza, però adottare misure amministrative all’altezza della situazione, limitandosi infatti all’erogazione dei buoni spesa finanziati dallo stato e di difficile utilizzo.