Monsanto colpisce in Paraguay
Utile analizzare la situazione paraguayana perché specchio di somiglianze con molti paesi dello scacchiere sudamericano, contesti in cui l’estremo squilibrio economico e sociale fra le classi si accompagna all’elevata corruzione della classe politica, alla palese “derechización” di governi che si fingono progressisti e alla pesante pressione statunitense; regni incontrastati di multinazionali che da sempre operano indisturbate sui territori espropriandoli, sacchaggiandoli e restituendo prodotti avvelenati della terra, reprimendo inoltre (con il braccio dei governi) chiunque si opponga ai piani di sfruttamento globale.
Nelle primissime ore della serata di venerdì le proteste di piazza vengono represse in tutto il Paraguay, mentre da Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela, Bolivia ed Ecuador arriva immediata la condanna a quello che le rispettive voci presidenziali definiscono un colpo di stato. I primi quattro paesi ritirano i propri ambasciatori dal territorio paraguayano “finché non si ristabilisca la democrazia nel paese”, di queste ore la notizia che Hugo Chavez avrebbe ordinato anche il blocco dei rifornimenti di petrolio al paese. A venire messa in discussione è anche la stessa partecipazione del Paraguay alle comunità di Unasur e Mercosur; il provvedimento dell’espulsione da questi organismi è stato proposto dai paesi membri, in quanto sarebbero venuti a mancare i “principi che caratterizzano una democrazia”. In queste ore dunque non resta che aspettare gli sviluppi di una situazione che va ben oltre l’interesse nazionale, ma che va letta nella prospettiva dell’assetto geopolitico globale.
Monsanto colpisce in Paraguay: i morti di Curuguaty e il processo politico a Lugo.
di Idilio Méndez Grimaldi*
* Giornalista, ricercatore e analista. Membro della Società di Economia Politica del Paraguay (SEPPY). Autore del libro “Gli eredi di Stroessner”.
Chi c’è dietro questa trama così sinistra? I propulsori di un’ideologia che promuove il massimo beneficio economico a qualsiasi prezzo e nelle maggiori quantità, nel presente e nel futuro.
Venerdì 15 giugno 2012 un gruppo di poliziotti che sta eseguendo un ordine di sgombero nella zona di Canindeyú alla frontiera con il Brasile viene attaccato da tiratori scelti dell’esercito mimetizzati fra i contadini che reclamavano terre per sopravvivere. L’ordine viene da un giudice e da un pubblico ministero per proteggere un latifondista. Ne risultano 17 morti, di cui 6 poliziotti e 11 contadini, e decine di feriti gravi. Le conseguenze: il moderato e timoroso governo di Fernando Lugo ne esce estremamente e progressivamente debilitato, sempre più simile ad un governo conservatore, al punto di essere portato al giudizio politico da un parlamento dominato dalla destra che sferra così un duro colpo alla sinistra e alle organizzazioni sociali e contadine, accusate dall’oligarchia latifondista di istigare i contadini; avanzamento del commercio agricolo estrattivista per mano di multinazionali come Monsanto mediante la persecuzione dei contadini e alla confisca delle loro terre e, infine, l’installazione di una platea conveniente all’oligarchia e ai partiti di destra per il loro ritorno trionfale al potere esecutivo nelle elezioni del 2013.
Il 21 ottobre 2011 il Ministero di Agricoltura e Allevamento governato dal liberale Enzo Cardozo approva illegalmente la semente del cotone transgenico Bollgard BT della multinazionale americana di biotecnologie Monsanto per la semina commerciale in Paraguay. Le proteste di contadini e di organizzazioni ambientaliste non tardano ad arrivare. Il gene di questo cotone è mescolato con il gene del Bacillus Thurigensis, un batterio tossico che uccide alcune piaghe del cotone come le larve del punteruolo, un coleottero che depone le proprie uova sul germoglio della pianta.
Il Servizio Nazionale di Qualità e Sanità Vegetale delle Sementi (SENAVE), un’istituzione dello stato paraguayano governata da Miguel Lovera, non iscrive questa semente transgenica nel registro delle coltivazioni, per carenza di giudizio del Ministero della Salute e della Segreteria dell’Ambiente, come richiesto dalla legge.
Campagna mediatica
Nel corso dei mesi successivi Monsanto, attraverso l’Unione delle Aziende della Produzione (UGP) strettamente legata al gruppo Zuccolillo che pubblica il giornale ABC Color, si scaglia contro SENAVE e il suo presidente per non aver sdoganato l’uso commerciale della semente transgenica di Monsanto in tutto il paese.
Il conto alla rovescia decisivo pare darsi con una nuova denuncia da parte di una pseudo sindacalista del SENAVE, Silvia Martínez, la quale il 7 giugno passato accusa Lovera di corruzione e nepotismo nell’istituzione che dirige, attraverso il giornale ABC Color. Martínez è moglie di Roberto Cáceres, rappresentante tecnico di varie aziende agricole fra cui Agrosán, recentemente acquisita per 120 milioni di dollari da Sygenta, altra multinazionale, tutte socie di UGP.
Il giorno seguente, venerdì 8 giugno, la UGP pubblica in ABC a sei colonne: “12 argomenti per destituire Lovera”. Questi presunti argomenti vengono presentati al vicepresidente della Repubblica, il liberale Federico Franco (membro dello stesso partito del ministro dell’Agricoltura), il quale in quel momento svolge la funzione di presidente del Paraguay in assenza di Lugo, in visita in Asia.
Venerdì 15 di questo mese, in occasione di una fiera annuale organizzata dal Ministero di Agricoltura e Allevamento, il ministro Enzo Cardozo si lascia scappare un commento con la stampa su un presunto gruppo di investitori indiani del settore agrochimico che avrebbe annullato un progetto di investimento in Paraguay per la presunta corruzione nel SENAVE. Non ha mai dato spiegazioni su di che gruppo si trattasse. In quelle ore si registrano i tragici fatti di Curuguaty.
Nel contesto di questa fiera organizzata dal ministero menzionato la multinazionale Monsanto presenta un’altra varietà di cotone, doppiamente transgenico: BT e RR o Resistente al Roundup, un erbicida fabbricato e brevettato da Monsanto. La pretesa della multinazionale nordamericana è l’iscrizione al registro delle sementi in Paraguay di questa semente transgenica, come è già successo in Argentina e in altri paesi del mondo.
Anteriormente a questi fatti il quotidiano ABC denuncia sistematicamente per presunti episodi di corruzione la ministra della Salute Esperanza Martínez e il ministro dell’Ambiente, Oscar Rivas, due funzionari che non hanno accordato il proprio giudizio favorevole a Monsanto.
Monsanto ha fatturato lo scorso anno 30 milioni di dollari, esenti da imposte (perché non dichiara parte della rendita) solamente dalle royalties per l’uso di sementi transgeniche di soya in Paraguay. Oltre a questo Monsanto guadagna dalla vendita delle sementi transgeniche. Tutta la soya coltivata è transgenica, in un’estensione di circa 3 milioni di ettari, con una produzione intorno ai 7 milioni di tonnellate nel 2010.
Alla Camera dei Deputati è già stato approvato in generale il progetto di Legge di Biosicurezza, che propone di istituire una commissione di biosicurezza a carico del Ministero dell’Agricoltura che eserciterà libero arbitrio rispetto all’approvazione per la coltivazione commerciale di tutte le sementi transgeniche, che siano di soya, mais, riso, cotone e alcuni tipi di ortaggi. Questo progetto di legge prevede l’eliminazione della Commissione di Biosicurezza vigente, la quale è un ente presieduto da funzionari tecnici dello stato paraguayano.
Mentre avvengono tutti questi fatti la UGP prepara un’azione di protesta nazionale contro il governo di Fernando Lugo per il 25 giugno prossimo. Si tratta di una manifestazione con macchine agricole in cui si chiuderà mezza carreggiata delle strade in diversi punti del paese. Una delle rivendicazioni del cosiddetto “tractorazo” è la destituzione di Miguel Lovera dal SENAVE, così come la liberazione di tutte le sementi transgeniche per la coltivazione commerciale.
Le connessioni
La UGP è diretta da Héctor Cristaldo, appoggiato da soggetti come Ramón Sánchez – che fa affari nel settore dell’agrochimico – fra altri personaggi delle multinazionali del commercio agricolo. Cristaldo integra lo staff di varie aziende del gruppo Zuccolillo, il cui azionista principale è Aldo Zuccolillo, direttore proprietario del quotidiano ABC Color dalla sua fondazione sotto il regime di Stroessner, nel 1967. Zuccolillo è dirigente della Società Interamericana di Stampa (SIP).
Il gruppo Zuccolillo è socio principale in Paraguay di Cargill, una delle multinazionali più importanti del commercio agricolo nel mondo. La società ha costruito uno dei porti più importanti del Paraguay, chiamato Puerto Unión, a 500 metri della pompa d’acqua dell’azienda di acquedotto dello stato paraguayano, sopra il fiume Paraguay, senza alcuna restrizione.
Le multinazionali del commercio agricolo in Paraguay praticamente non pagano tasse, grazie alla protezione ferrea di cui godono in parlamento, dominato dalla destra. La pressione tributaria in Paraguay è appena del 13% sopra il PIL. Il 60% delle tasse riscosse dallo stato paraguayano è l’Imposta al Valore Aggiunto, IVA. I latifondisti non pagano imposte. L’Imposta Immobiliaria rappresenta appena lo 0,4% della pressione tributaria, circa 5 milioni di dollari, secondo uno studio della Banca Mondialei mentre il commercio agricolo produce rendite intorno al 30% del PIL, che rappresentano circa 6.000 milioni di dollari all’anno.
Il Paraguay è uno dei paesi con più disuguaglianza al mondo. L’85% delle terre, circa 30 milioni di ettari, sono in mano al 2% dei proprietariii che si dedicano alla produzione esclusivamente estrattivista, o nel peggiore dei casi alla speculazione sulla terra.
La maggior parte di questi oligarchi possiedono ville a Punta del Este o Miami e intrattengono strette relazioni con le multinazionali del settore finanziario, che conservano i propri patrimoni nei paradisi fiscali o che facilitano gli investimenti all’estero. Tutti, in un modo o nell’altro, sono legati al commercio agricolo e dominano lo spettro politico nazionale, con ampie influenze sui tre poteri dello stato. Lì regna la UGP, appoggiata dalle multinazionali del settore finanziario e del commercio agricolo.
I fatti di Curuguaty
Curuguaty è una città situata ad est della Regione Orientale del Paraguay, a 20 km da Asunción, capitale del Paraguay. Ad alcuni chilometri da Curuguaty si trova la proprietà Morombí, proprietà del latifondista Blas Riquelme, che comprende oltre 70 mila ettari. Riquelme proviene dalle viscere della dittatura di Stroessner (1954-1989) durante il regime del quale accumulò un’immensa fortuna, alleato del generale Andrés Rodríguez, il quale eseguì il colpo di stato che destituì il dittatore Stroessner. Riquelme, che è stato presidente del Partido Coloradoiii per molti anni e senatore della repubblica, padrone di vari supermercati e allevamenti, si appropria tramite sotterfugi legali di circa 2000 ettari che appartengono allo stato paraguayano. Questa parte è stata occupata dai contadini senza terra che chiedevano al governo di Fernando Lugo la loro distribuzione. Un giudice e un pubblico ministero ordinano lo sgombero dei contadini tramite il Gruppo Speciale Operazioni (GEO) della Polizia Nazionale, i quali membri di élite sono stati per la maggior parte addestrati in Colombia, sotto il governo Uribe, per la lotta controinsurgente.
Solo un sabotaggio interno dentro i quadri di intelligence della polizia, con la complicità del pubblico ministero, spiega l’imboscata nella quale sono morti 6 poliziotti. Non si comprende come poliziotti altamente addestrati nel contesto del Plan Colombia siano potuti cadere facilmente in una trappola tesa dai contadini, come vuole far credere la stampa dominata dall’oligarchia. Gli avversari hanno reagito sparando ai contadini e ammazzandone 11, lasciando circa 50 feriti. Fra i poliziotti morti c’è il capo di GEO, il commissario Erven Lovera, fratello del tenente colonnello Alcides Lovera, capo di sicurezza del presidente Lugo.
Il piano consiste nel criminalizzare, portare all’odio estremo tutte le organizzazioni contadine, per spingere i contadini ad abbandonare il campo per l’uso esclusivo del commercio agricolo. E’ un processo lento, doloroso, di “de-contadinizzazione” del terreno paraguayano, che attenta direttamente alla sovranità alimentare e alla cultura alimentare del popolo paraguayano, essendo i contadini i produttori e riproduttori ancestrali di tutta la cultura guaraní.
Sia il Pubblico Ministero, come il potere giuridico o la polizia nazionale, sia diversi organismi dello stato paraguayano sono controllati mediante accordi di cooperazione dall’USAID, la agenzia di cooperazione degli Stati Uniti.
L’assassino del fratello del capo di sicurezza del presidente della repubblica ovviamente è un messaggio diretto a Fernando Lugo, la cui testa sarebbe il prossimo obiettivo, probabilmente per mezzo di un giudizio politico: colui che ha scelto di virare a destra con il proprio governo tentando di calmare gli oligarchi. Dopo i fatti di Curuguaty Carlos Filizzola ha lasciato il suo incarico di Ministro dell’Interno; al suo posto è subentrato Rubén Candia Amarilla, proveniente dal Partito Rosso all’opposizione, che venne sconfitto alle urne da Lugo nel 2008, dopo 60 anni di dittatura della destra compresa la dittatura di Stroessner.
Candia è stato ministro della Giustizia del governo rosso di Nicanor Duarte (2003-2008) ed ha lavorato per un periodo come procuratore generale di stato, fino allo scorso anno quando su decisione dello stesso Lugo è stato sostituito da un altro rosso, Javier Díaz Verón. Candia è accusato da aver sostenuto la repressione per dirigenti di organizzazioni contadine e di movimenti popolari. La sua nomina a Procuratore Generale dello stato nel 2005 è stata approvata dallambasciatore statunitense di allora, Jhon F. Keen. Candia è stato responsabile di un maggiore controllo da parte dell’USAID del Pubblico Ministero ed è stato accusato agli inizi del suo governo di cospirare contro Fernando Lugo per destituirlo dall’incarico.
Appena salito in carica come ministro politico di Lugo Candia annuncia l’eliminazione del protocollo di dialogo con i contadini che invadono le proprietà. Il messaggio è che non ci sarà dialogo ma solamente l’applicazione della legge, il che significa impiegare la forza repressiva di polizia senza contemplazione. Due giorni dopo l’entrata in carica di Candia Amarilla i membri della UGP, diretti da Héctor Cristaldo, vengono già ricevuti dal ministro dell’Interno al quale chiedono garanzie per la realizzazione del cosiddetto “tractorazo”. Tuttavia Cristaldo dice che le misure repressive possono essere sospese in caso di nuovi segnali favorevoli per la UGP (si legga: liberazione delle sementi transgeniche di Monsanto e destituzione di Lovera e di altri ministri, fra altri vantaggi per il gran capitale e per gli oligarchi), in una prospettiva che è di ulteriore svolta a destra per il governo.
Cristaldo è precandidato a deputato alle elezioni del 2013 per un movimento interno del Partito Rosso guidato da Horacio Cartes, un imprenditore indagato nel passato recente dagli Stati Uniti per riciclaggio di denaro e narcotraffico, secondo il quotidiano ABC Color, il quale ha pubblicato varie notizie sul Dipartimento di Stato USA diffuse da WikiLeaks, fra le quali una che si riferiva direttamente a Cartes, il 15 novembre 2011.
Processo politico a Lugo
Nelle ultime ore in cui si scrive questa cronaca la UGP, alcuni membri del Partito Rosso e membri del Partito Liberale Radicale Autentico (PLRA), del senatore Blas Llano e alleato del governo, minacciano con un processo politico Fernando Lugo per destituirlo come presidente della repubblica del Paraguay.
Se Lugo resterà in carica come presidente dipende dall’umore dei rossi, così come dai sui alleati liberali, che ora lo minacciano con un processo politico, cercando ulteriori spazi di potere (denaro) come merce di scambio. Il Partito Rosso alleato di altri partiti minoritari dell’opposizione dispone della maggioranza necessaria per destituire il presidente dalle sue funzioni.
Forse si aspettano “segnali favorevoli” da parte di Lugo, quei segnali che la UGP – nel nome di Monsanto, della patria finanziaria e degli oligarchi – sta esigendo dal governo. In caso contrario si passerà a una fase successiva nei piani di destituzione di questo governo, che nasce come progressista ma che lentamente è diventato conservatore, controllato dai poteri contingenti.
Fra altre cose Lugo è responsabile della legge dell’approvazione della Legge Antiterrorista, promossa dagli Stati Uniti nel mondo dopo l’11 settembre. Ha autorizzato nel 2010 l’implementazione della cosiddetta “Iniziativa Zona Nord”, che consiste nell’installazione e dispiego di truppe e civili nordamericani nel nord della regione orientale – alla frontiera con il Brasile – teoricamente per sviluppare attività a favore delle comunità contadine.
Il Fronte Guazú, coalizione delle sinistre che sostiene Lugo, non riesce a produrre un discorso unitario e i suoi membri perdono la prospettiva nell’analisi del potere reale, cadendo nella trappola dei giochi elettorali a breve termine.
Infiltrati dell’USAID, molti integranti del Fronte Guazú che partecipano nell’amministrazione dello stato, soccombono ai canti di sirena del consumismo galoppante neoliberale. Si corrompono fino al midollo e nella pratica divengono emuli vanitosi dei ricchi boriosi che formavano i recenti governi del partito rosso di destra.
Anche Curuguaty porta un messaggio alla regione, specialmente per Brasile, nella cui frontiera si danno questi fatti sanguinosi chiaramente orchestrati dai padroni della guerra, il cui modus operandi si può osservare in Iraq, Libia, Afganistan e ora Siria. Il Brasile sta costruendo egemonia mondiale insieme a Russia, India e Cina (definito BRIC). Nonostante questo gli USA continuano ad esercitare un’enorme potere di persuasione sul gigante Sudamerica e sono già al lavoro verso il nuovo asse commerciale costituito da Messico, Panamá, Colombia, Perú e Cile. E’ un muro di contenimento ai desideri espansionisti del Brasile verso il Pacifico.
Nel frattempo Washington prosegue con la sua offensiva diplomatica a Brasilia, cercando di convincere il governo di Dilma Rousseff a stringere vincoli commerciali, tecnologici e militari. Allo stesso tempo la IV flotta degli Stati Uniti, riattivata da pochi anni dopo essere rimasta fuori servizio successivamente alla seconda guerra mondiale, vigila in tutto il Sud Atlantico per comunicare al Brasile la propria “vicinanza” nel caso non comprendesse la persuasione diplomatica.
Il Paraguay si trova fra i due paesi egemoni, tuttora ampiamente dominato dagli USA. Per questo i fatti di Curuguaty sono anche un piccolo segnale per il Brasile, poiché il Paraguay può divenire una polveriera che spezzerà lo sviluppo del sudest brasiliano.
Ma soprattutto i morti di Curuguaty sono un segnale del capitale, del gran capitale, dell’estrattivismo che espropria, che rade al suolo il pianeta e distrugge la vita in ogni angolo della terra nel nome di civilizzazione e sviluppo. Por fortuna anche i popoli del mondo stanno dando risposte a questi segnali di morte con segnali di resistenza, di dignità e di rispetto di tutte le forme di vita del pianeta.
i Documento del Banco Mundial. Paraguay. Impuesto Inmobiliario: Herramienta clave para la descentralización fiscal y el mejor uso de la tierra. Volumen I: Informe principal. 2007.
ii Censo Agropecuario Nacional 2008.
iii La Asociación Nacional Republicana-Partido Colorado ( = partito rosso) è un partito paraguayano di tendenza conservatrice e nazionalista (ndt).
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