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Sudan, la piazza fa cadere il governo Moussa e sfida lo stato di emergenza!

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Ci sono voluti oltre due mesi di sollevazione popolare in tutti i territori del paese davanti ad una gravissima crisi economica ed istituzionale con radici decennali.

Ma ora i rivoluzionari del Sudan segnano un primo punto nel braccio di ferro con il regime del National Congress Party (NCP).

Il presidente Bashir, da trent’anni a capo del paese africano, smentendo le voci che lo volevano dimissionario in un discorso alla nazione venerdi sera ha sciolto il governo di Motazz Moussa – insediato appena lo scorso settembre per placare il malcontento popolare davanti all’austerità e alla miseria prodotte dalla dittatura e dalle ricette neoliberali del FMI. Bashir ha fatto anche decadere tutti i governatori degli stati della repubblica federale, sostituendoli con esponenti delle forze di sicurezza, e proclamato lo stato di emergenza nazionale.

Se il dibattito parlamentare sulle modifiche al limite dei mandati di Bashir è stato rinviato a tempo indeterminato, lo stato d’emergenza durerà un anno – esattamente fino alle prossime elezioni presidenziali del 2020. Già attiva negli stati del Darfur, Kordofan e Nilo Blu – teatri di guerra civile tra regime e movimenti ribelli locali – la misura conferisce alla polizia e alle forze armate il diritto di perquisizione senza mandato e di arresto di chiunque ritengano un pericolo per la sicurezza nazionale.

La piazza non si è fatta intimidire e già nella notte nelle strade di Khartoum si sono reiterate le sassaiole, i cortei e le barricate incendiarie praticate nelle settimane scorse; che hanno addirittura visto in alcuni casi gli sgherri di Bashir avere la peggio. Nonostante gli oltre 40 morti dall’inizio dei tumulti e gli arresti di figure come Mohamed Yousef e Montasir El Tayeb – delegati dell’Associazione dei Professionisti sudanesi, principale organizzazione sindacale autonoma del paese – e Mohamed El Khateeb, segretario del Partito Comunista, i rivoltosi restano raccolti sotto i punti principali della Dichiarazione per la Libertà ed il Cambiamento: dimissioni del presidente, fine delle guerre civili nel paese e smantellamento dell’NCP.

E lo slogan dell’insurrezione è passato da “Le città del Sudan si sollevano” a “Devi cadere e basta” ( #الشارع_بس ) e “Solo la strada” ( #الشارع_بس ) : un presagio fatale per il regime di Bashir.

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pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

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