CAMBIAMENTI CLIMATICI PRINCIPALI RESPONSABILI DEL RADDOPPIO DEI DISASTRI NATURALI NEGLI ULTIMI 20 ANNI
Il cambiamento climatico è il principale responsabile del raddoppio dei disastri naturali nel mondo in vent’anni. Lo rivela un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi (Unsdir). Dal 2000 sono state registrate 7.348 calamità naturali (per un costo stimato in quasi 3mila miliardi di dollari) che hanno ucciso più di 1,2 milioni di persone. “Il Covid-19 ha reso i governi e l’opinione pubblica consapevoli dei rischi che ci circondano. E l’emergenza climatica può essere anche peggiore”, ha detto il segretario generale dell’Unsdir Mami Mizutori.
Negli ultimi vent’anni il numero delle grandi inondazioni è più che raddoppiato, passando da 1.389 a 3.254 (40% del totale dei disastri climatici), mentre l’incidenza delle tempeste è cresciuta da 1.457 a 2.034 (28%), seguite da terremoti (8%) e temperature estreme (6%). Il rapporto registra anche importanti aumenti per incendi ed altri eventi meteorologici con forti impatti. C’è stato anche un aumento degli eventi geofisici, inclusi terremoti e tsunami, che hanno ucciso più persone di qualsiasi altro pericolo naturale esaminato nel rapporto.
L’Asia tra il 2000 e il 2019 ha subito il maggior numero di eventi disastrosi: in totale 3.068, seguita dalle Americhe con 1.756 eventi e dall’Africa con 1.192. Per quanto riguarda i Paesi, i più colpiti sono la Cina (577 eventi disastrosi) e gli Stati Uniti (467 eventi), seguiti da India (321 eventi), Filippine (304 eventi) e Indonesia (278 eventi). L’Unddr fa notare che «Questi Paesi hanno tutti masse continentali vaste ed eterogenee e densità di popolazione relativamente elevate nelle aree a rischio». Nel complesso, 8 dei primi 10 Paesi che hanno subito più eventi catastrofici si trovano in Asia.
Per l’Unddr, «Questa è una chiara prova che in un mondo in cui la temperatura media globale nel 2019 era di 1,1 gradi Celsius al di sopra del periodo preindustriale, gli impatti si fanno sentire con la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi tra cui ondate di caldo, siccità, inondazioni, tempeste invernali, uragani e incendi».
L’Italia, nonostante sia particolarmente esposta ai danni causati dal cambiamento climatico, ha rallentato il passo sulla strada della decarbonizzazione. Dopo un decennio di buone performance, che tra il 2005 e il 2014 ha visto diminuire del 27% le emissioni, con un taglio di 160 milioni di tonnellate di gas serra, dal 2014 al 2019, in concomitanza con una timida ripresa economica, ha ridotto solo dell’1,6%.
Umberto Mazzantini Direttore Greenreport.it quotidiano per un economia ecologica Ascolta o scarica
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