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Climate Strike a Torino: basta stragi di corpi e territori

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Difendiamo il nostro futuro: Torino, ieri mattina, ha letto questa frase sullo striscione che apriva il corteo del Global Strike, dove migliaia di giovani – ma non solo – hanno occupato le vie della città per protestare contro un sistema che sempre più ci è avverso. Da piazza Statuto a piazza Vittorio, passando per corso Regina, una folla di persone ha ribadito la volontà di fare sentire la propria voce.

Molte le rivendicazioni portate in piazza, ma in particolare ad essere sentite sono state la crisi climatica e la recente morte di Giuliano, schiacciato da una trave durante l’alternanza scuola-lavoro. Questi due temi non sono scollegati, ma vanno di pari passo: sono tutte conseguenze di un sistema che punta unicamente allo sfruttamento, che sia dei nostri corpi con il lavoro non pagato a cui ci vuole indottrinare fin da giovanissim3 o dei nostri territori, ignorando gli effetti che l’insensato modello di crescita capitalista provoca all’ambiente.

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Tanta rabbia ha animato il corteo, rabbia che viene dal continuo rifiuto da parte del potere di ascoltare chi protesta e che come unica risposta ha la repressione – ancora oggi quattro student3 si trovano agli arresti domiciliari per le manifestazioni contro l’alternanza di inizio anno – rabbia per l’incoerenza dei partiti, che si dicono ”dispiaciuti” per la morte di Giuliano, senza poi fare nulla e anzi, dal PD (che introdusse il PCTO nelle scuole) a Fratelli d’Italia (il cui unico messaggio ai giovani è l’accusa di essere ”sfaticati”) sfruttano la morte di uno studente per la loro campagna elettorale. Così anche per la crisi climatica: è inammissibile che dopo tutto questo tempo ancora si ignori l’evidente crisi e anziché investire sulla transizione ecologica si accampino scuse ridicole per riaprire le centrali a carbone.

Il corteo è poi proseguito sotto alla Mole, simbolo di Torino, alle cui balconate sono state appese cinque gigantografie raffiguranti Giuseppe, Lorenzo e Giuliano, insieme ad una foto di Ancona dopo la recente alluvione e del Po, in condizioni critiche a causa della siccità. Peraltro, la celere ha provato ad ostacolare l’arrivo del corteo sotto la Mole, mostrando ancora una volta come le voci dissidenti vengono silenziate a prescindere, senza però riuscire ad impedire l’affissione delle immagini. Ieri è stato ribadito che non vogliamo sottoporci alle condizioni di questo sistema. Vogliamo vivere e vogliamo vivere bene!

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