InfoAut
Immagine di copertina per il post

Perchè non parteciperemo alla piazza “antifascista” della CGIL

||||

Che si sia a favore o contro la vaccinazione di massa o il green pass non si può non cogliere quale sia l’operazione in corso a livello politico e mediatico dopo l’assalto alla sede della CGIL dello scorso sabato.

L’appello lanciato dal sindacato di Landini alle sensibilità antifasciste per una manifestazione questo sabato a Roma non ci vedrà partecipare. Lavoratori e lavoratrici, anche coloro che stremati e abbandonati mantengono una certa fiducia nella concertazione del sindacalismo confederale, avranno sempre la nostra solidarietà e la nostra partecipazione attiva alle lotte, ma non si possono ignorare le manovre che si celano dietro questo improvviso moto di antifascismo istituzionale. La pratica dell’antifascismo informa la nostra quotidiana azione nelle città, nei quartieri e nei territori dove lottiamo, ma oggi, come in altre occasioni negli ultimi anni l’utilizzo strumentale dell’unità antifascista al fine di conservare lo stato di cose vigenti impone la necessità di un ragionamento più approfondito. Mentre centinaia di compagni e compagne in tutta Italia pagano con processi e denunce la quotidiana prevenzione dal radicamento di compagini neofasciste nei contesti sociali, sempre più spesso lo spauracchio fascista viene utilizzato ad hoc per una rilegittimazione delle istituzioni che puntano a costruire un clima di unità nazionale in cui i conflitti sociali e il dissenso siano sempre più messi ai margini.

Già è iniziato il teatrino mediatico in cui si tenta di equiparare qualsiasi forma di rottura dell’ordine precostituito, in cui i No Tav vengono paragonati a Forza Nuova e la proposta di rendere l’organizzazione neofascista fuori legge diventa la scusa per le destre per rilanciare la campagna per la chiusura dei centri sociali e la repressione dei movimenti. La solita corrida di cui a beneficiare sono solo le compagini istituzionali.

Sabato non andremo alla manifestazione antifascista perche non intendiamo dare legittimità, avallare, camminare fianco a fianco con chi sta marciando sulle crisi di questa epoca. Questa narrazione dei fatti è ciò che fa comodo ai partiti, al governo, a Confindustria, ai ministeri perché possano continuare a gestire la pandemia usando la scusa del green pass, perché possano continuare a produrre indiscriminatamente, perché possano non fare niente per la tutela collettiva.

Non andremo alla manifestazione perché rifiutiamo questa retorica di unità nazionale, sappiamo che si tratta di finzione. È la stessa retorica utilizzata dai vari presidenti europei che davanti agli attentati alla sede di Charlie Hebdo sfilarono per le strade di Parigi per difendere le democrazie occidentali contro le barbarie, costruendo un teatro in cui la difesa della nazione nulla aveva a che vedere con la difesa della comunità reale. Ciò che andrà in scena sarà un fronte unito per preservare i privilegi di sempre e gli interessi di un ceto completamente avulsa dalla realtà.

Per essere antifascisti non ci sentiremo obbligati a scegliere un campo che non ci appartiene, per praticare l’antifascismo scegliamo ogni giorno da che parte stare.

Anche perché proprio mentre si suona l’allerta antifascista, le organizzazioni dell’estrema destra vivono una crisi profonda e sono ridotte al lumicino. Certo, se si ragiona di una diffusa mentalità reazionaria nel nostro paese non c’è nulla da eccepire, ma sarebbe da domandarsi di cosa è il risultato questa mentalità e soprattutto quali sono gli strumenti per affrontarla. Equiparare il neofascismo organizzato a chi nutre una serie di credenze, rancori e disagi è il modo migliore per spingere queste persone in quella direzione. La costruzione mediatica e politica di quanto successo a Roma è per lo più finta: non si può affermare che i fascisti stiano egemonizzando le piazze No Green Pass, sebbene ne siano una delle componenti. Piuttosto è evidente il loro tentativo di utilizzare queste movimentazioni per qualificarsi come forze antistituzionali in un momento di crisi sociale generalizzata. Così come non si può affermare che siamo vicini ad una resurrezione del fascismo nella sua forma storica. Il crescente autoritarismo nel nostro paese ha una chiara connotazione ed ha a che fare con la crisi di legittimità che da anni stanno subendo le istituzioni dello Stato neoliberale, sindacati confederali compresi. Semmai questo è il riflesso nello specchio del sistema odierno e di come funziona, di quali sono le priorità, di quanto le istanze della gente siano intrise di disillusione nei confronti della classe politica (si veda l’astensionismo di massa alle ultime amministrative), mentre con questa narrazione si prova a spostare il focus su un allarme simulato per nascondere le proprie responsabilità.

Responsabilità di cui i sindacati confederali dovrebbero assumersi una parte non indifferente. Se negli ultimi decenni l’individualismo e la difficoltà nel costruire rapporti di forza capaci di spostare gli equilibri sono state le caratteristiche principali con le quali ci si è scontrati ogni volta in cui sarebbe stato necessario organizzarsi contro un potere sfruttatore e disumano non è un caso. Una delle ragioni sta nella sottrazione dei sindacati confederali al loro ruolo storico facendosi totale espressione degli interessi dello Stato, delle aziende e non di chi lavora. In questo senso appellarsi a una solidarietà antifascista – che non tiene conto di questa lettura della realtà – non è altro che una richiesta frivola che sconta le mancanze di anni. In questi anni invece che tendere a una ricomposizione atta a rivolgere il proprio astio e la propria rabbia verso l’alto hanno dato prova di una sorda incapacità che ha avuto il risultato di accrescere questi afflati contro solidali, di alimentare la guerra fra poveri, di far intravedere la salvezza individuale come unica possibilità. C’è chi per comodità vuole indicare in queste tendenze un rinato fascismo, per noi significano solo la rivelazione del nostro tempo, duramente e violentemente neoliberista, senza medietà, senza possibilità di mediazioni, senza punti di riferimento perché è sempre più difficile trovare chi non ha paura di non accettare compromessi con la classe dominante e che non ha paura delle conseguenze che questo possa avere.

Leggiamo questo tempo secondo rappresentazioni del passato totalmente fuorvianti: dal 1921, ai moti di Reggio, alla cacciata di Lama. Quanto successo viene risignificato attraverso categorie farsesche, tanto dai forzanovisti che si fanno fare le foto davanti alla CGIL consapevoli del senso di quella immagine (non tanto per chi sta in piazza con loro, ma per chi coglie le implicazioni sottostanti), quanto da chi mutua eventi del passato per spiegare per immagini quanto sta accadendo. Ognuno piega queste immagini a proprio piacimento per confermare le proprie teorie, a riprova di quanto i social stiano plasmando nel profondo la soggettività. Un’inside joke in una politica sempre più separata dalla realtà sociale, per cui il dato vero rimane la gestione che le istituzioni stanno facendo della pandemia al fine di rilanciare sfruttamento e speculazione anche attraverso la frammentazione dei settori popolari su direttrici ben evidenti e l’opportunismo dilagante delle compagini politico-sindacali interne al quadro istituzionale. I fenomeni che abbiamo davanti sono qualcosa di nuovo, che sebbene contengano in sè alcune tendenze storiche di lungo corso non sono assimilabili in toto ad esse. Quindi osservarli con le lenti del novecento non fa che riprodurre la farsa che a sua volta alimenta una realtà che viene formata dalla visione della controparte e che apre le porte all’applicazione di strumenti e misure funzionali al dominio.

Un’immagine che davvero colpisce è quella del giorno dopo, le strette di mano e gli abbracci con il premier Draghi, artifice dell’ennesima epoca di attacco alla vita ed alla dignità di lavoratori e lavoratrici.

Certo, vedere le immagini di un assalto ad una sede sindacale può far male ed impressionare, specie quando loschi figuri si producono nelle loro comparsate mediatiche, ma prestarsi a questa farsa vuol dire accettare un ruolo in un copione già scritto in cui alla fine a spuntarla è chi vuole che nulla cambi. 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

antifascismocgilGREEN PASSlandini

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa ci dicono le catene del valore? Dipendenza, crisi industriali e predazione finanziaria

Il dibattito politico profondo latita e ci si scanna per lo più su ciò che intimamente si desidera, invece che su ciò che concretamente succede. Per sbrogliare questa matassa forse dobbiamo fare un passo indietro e porci alcune domande su dove sta andando il capitalismo. In questo caso lo faremo con un occhio di riguardo […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra globale, una sola egemonia da garantire

Ich kenne Schritte die sehr nützen und werde euch vor Fehltritt schützen Und wer nicht tanzen will am Schluss weiß noch nicht dass er tanzen muss Io conosco passi che sono molto utili  e che vi proteggeranno dai passi falsi  e chi alla fine non vuole ballare  non sa ancora che deve ballare (Amerika – […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sciopero generale: il punto di vista degli studenti e delle studentesse

“Quello che vogliamo fare lo facciamo:se vogliamo bloccare, blocchiamo,se vogliamo parlare, parliamo.” Riprendiamo il comunicato congiunto di CUA Torino e KSA, sulla giornata di sciopero generale nel capoluogo piemontese. In questa giornata di sciopero generale, per 2000 giovani la manifestazione non è terminata in Piazza Castello, un grosso spezzone del corteo ha bloccato le stazioni […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Piazze per la Palestina: una speranza che può esistere, un punto segnato alla controparte

Il 5 ottobre a Roma è stata una giornata importante, la conferma di una speranza che può esistere, un punto segnato sulla controparte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le lotte non fanno un passo indietro: nuova occupazione a Milano della rete CI SIAMO di viale Sarca

I fattiIl 19 settembre un incendio divampa nello stabile situato in via Fracastoro 8, dove vivevano 70 migranti della rete Ci siamo, già sottoposti a molteplici sgomberi senza che le istituzioni milanesi fossero in grado di trovare soluzioni abitative per le famiglie e i lavoratori/lavoratrici che da tempo si confrontavano con le difficoltà di trovare […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sul dibattito verso il 5 ottobre

Fatichiamo a comprendere il dibattito che si è aperto in vista del corteo del 5 ottobre contro il genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Attenti al lupo!

Il governo Meloni, coerentemente con i suoi proclami, introduce un disegno di legge che ha lasciato carta bianca alle fantasie dei Ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto che prevede nuovi reati e pene più pesanti per chi, come la levata di scudi conclude, “protesta”. E viene immediatamente da chiedersi, sì, ma chi protesta?

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Israele fa rotolare il masso della guerra

Il governo israeliano continua imperterrito il suo programma di escalation in Medio Oriente con un attacco che, se fosse avvenuto in qualsiasi paese occidentale, non si sarebbe esitato a definire terroristico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Al fianco di chi lotta per un futuro collettivo: MATTIA E UMBERTO VI VOGLIAMO LIBERI!

Quando si lotta per il futuro collettivo si mette in conto la possibilità di dover rinunciare al proprio destino individuale. da Centro Sociale Askatasuna È ciò che accade quando la scelta di portare avanti un orizzonte di liberazione per tutti e tutte viene anteposto a velleità o interessi dei singoli. E accade anche che, in […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Inauguriamo una nuova stagione di lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Next Elettronica di Piano Lago!

Il sogno e la lotta sono due facce della stessa medaglia. Scaturiscono da una percezione della realtà come stato delle cose da modificare profondamente e da una volontà di cambiare radicalmente ed eversivamente lo status quo.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Mantenere il sangue freddo, rimanere strategici, definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, acquisire forza, puntare al 2027.

Abbiamo tradotto questo contributo di Houria Bouteldja apparso su QG Décolonial per continuare ad approfondire quanto sta accadendo in Francia in merito alla costituzione di un nuovo Fronte Popolare per le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Per un sollevamento antifascista.

Abbiamo tradotto il documento redatto dal movimento Soulèvement de la Terre a proposito della fase storica che si sta vivendo in Francia, verso le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Ilaria Salis è libera!

Ilaria Salis è libera: la polizia ungherese le ha tolto il braccialetto elettronico e rilasciato la documentazione della scarcerazione- Probabilmente lunedi 17 giugno il rientro in Italia

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Ilaria Salis agli arresti domiciliari a Budapest. Accolto il ricorso degli avvocati.

Ilaria Salis può uscire dal carcere e andare agli arresti domiciliari a Budapest.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Livorno è antifascista!

Giovedì 2 Maggio il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini è venuto a Livorno per presentare un suo libro, vergognosamente ospitato all’interno del cinema teatro “4 Mori”..

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Contro fascismo, sessismo, razzismo e guerra. Ora e sempre resistenza! Siamo sempre qua.

La facciata del centro sociale Askatasuna assume una nuova veste. In un presente senza storia rimettiamo al centro la Storia di ieri per guardare in avanti, in una prospettiva in cui c’è bisogno di tutta la capacità, le forze, le intelligenze di ognuno e ognuna per produrre trasformazioni .

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Non è più tempo degli appelli, bisogna liberare Ilaria subito

Legata ai polsi e ai piedi, una cintura stretta in vita, un guinzaglio di catena, Ilaria Salis è comparsa davanti al tribunale di Budapest.