Contro il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile #assediamo austerity e precarietà
Assemblea a Roma il 9 febbraio (ore 10 – Sapienza)
L’intreccio prezioso che si è determinato con la sollevazione generale dell’ Ottobre scorso ha mantenuto, anche se in forma complessa, tutta la sua forza. In ogni territorio la marginalità ha lasciato il posto ad una produzione di conflitto rinnovata e vigorosa, sostenuta anche da un insieme di relazioni che si sviluppano e si consolidano senza annullare le differenze. La diffusa voglia di tornare a prendere parola, di riconquistare diritti calpestati e cancellati, di difendere dalle devastazioni “territori e beni comuni”, incontra sempre più una composizione sociale precaria e piena di rabbia, convinta che questo modello di sviluppo non sia più accettabile ne riformabile e quindi predisposta ad organizzarsi dentro un presente da trasformare con urgenza. Migliaia di corsi d’acqua riottosi hanno ingrossato il fiume in piena delle lotte e qualche argine inizia a saltare.
Possiamo dire, dunque, che movimenti e sindacalismo conflittuale possono iniziare a volgere lo sguardo verso il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile previsto in Italia per il mese di Aprile 2014. Un tentativo di ritorsione messo in atto per tentare di recuperare e fermare le resistenze e le lotte che si sviluppano nei territori e nei posti di lavoro. La questione occupazionale di cui la Bce e i governi europei intendono parlare, varrà come declinazione definitiva del lavoro come lavoro precario, sottopagato e ad alto sfruttamento, basato principalmente sulla “valorizzazione capitalistica” dei territori e della vita di ognuno (come fra l’altro sta avvenendo per l’Expò a Milano ed in tante città e territori del paese). Un affronto soprattutto per quei “giovani” che vivono quella condizione precaria che gli stessi vertici Europei hanno creato e sulle cui vite si gioca buona parte della partita dell’austerity. Una vera e propria dichiarazione di guerra contro chi reclama: una sola grande opera: casa e reddito per tutt*. Una rivendicazione che abbiamo portato avanti per tutto l’autunno e che pone con forza il tema della priorità nell’utilizzo delle risorse e della necessità, al tempo stesso, di rompere ogni compatibilità e legame fra gli interessi dell’impresa e del capitale e le nostre vite sempre più veloci e precarie.
L’uso delle risorse economiche, dunque, accanto alla questione del reddito, rappresentano il vero cuore del problema e non potranno essere le briciole a farci accettare un itinerario che ha come orizzonte la cancellazione dei diritti, la progressiva precarizzazione dei rapporti di lavoro, la trasformazione delle questioni sociali in questione di ordine pubblico. È evidente che non esiste amministrazione illuminata di fronte a questa gestione della crisi, la ricetta è unica: vendere patrimonio pubblico, privatizzare servizi, consumare beni comuni in cambio di denaro per sanare casse deficitarie, imporre ovunque, prepotentemente, i dogmi del mercato e del neoliberismo. Perciò, di fronte a tutto questo, non resta che organizzare la nostra di minaccia nei confronti del potere, coltivando percorsi di riappropriazione e trasformazione radicale dell’esistente.
Vediamoci domenica 9 Febbraio 2014 a Roma alle 10 alla Sapienza in un’assemblea nazionale dove riconnettere percorsi e lotte, unire ancora la nostre strade per reggere l’impatto imminente ed affrontare insieme questa nuova sfida.
Letta e l’Europa delle banche ci stanno chiedendo strada e noi non possiamo far altro che sbarrare il loro passo, tornare di nuovo nelle piazze per riconquistare un presente ed un futuro diversi.
La sollevazione può divenire esondazione, in primo luogo, se noi saremo in grado di non essere argine, ma fuori da ogni tatticismo, linfa vitale e motore in grado di produrre movimento e conflitto, come percorso obbligato ed irrinunciabile per cambiare tutto.
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