Il Racconto del Babau non funziona più!
Quanto sta avvenendo nelle ultime ore crediamo sia indizio di una trasformazione epocale dentro la composizione politica media di chi frequenta e vive i movimenti sociali. Per la seconda volta (la prima era stata il post 14 dicembre e la sollevazione web contro Saviano) il racconto di autorevoli soggetti del media mainstream di sinistra vengono decostruiti pezzo per pezzo dalla viralità della comunicazione online e dal basso.
Il racconto dei fantomatici “black bloc” si sta sgretolando sotto la presa di parola multipla ed eterogenea di quanti – telefonino, web,e macchinette digitali alla mano – hanno costruito una contro-narrazione sui fatti di domenica 3 luglio a Chiomonte. E’ un passaggio fondamentale che ci testimonia di una maturazione politica importante dentro larghi strati di popolazione italiana. Non è un fatto da poco! La metafora della crescita è quanto mai appropriata. Come il bambino che crsce dismette le paure di mostri fantasmatici, così la presa di coscienza politica di uno scontro in atto (e delle conseguenti forme che esso può assumere) obbliga i molti ad una maggiore e disincantata lucidità, rigettando le semplificazioni macchiettistiche di chi ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo.
Il fatto straordinario è che tutto questo stia avvenendo dentro una mutazione nell’utilizzo di massa di dispositivi mediatici che – senza presupporre alcuna effettiva liberazione – stanno comunque diventando strumento di contro-cooperazione effettiva. Come scrivono da tempo i compagni di InfoFreeFlow su questo portale, il web diventa e diventerà sempre di più un campo di battaglia centrale e strategico dei conflitti a venire.
Dire questo non significa celebrare acriticamente le sorti magnifiche, progressive e (presuntamente) liberatorie di mezzi che sono anche dispositivi di controllo, assoggettamento e impoverimento soggettivo. Ma che in particolari contesti (in ogni caso, sempre più del medium televisivo) possono diventare non solo mezzi ma anche ambienti di discussione/attivazione pubblica oltre le maglie del frame sistemico.
Continuare ad indagare il legame e la reciprocità virtuosa che può innestarsi tra questo particolare uso del web e la mobilitazione collettiva può forsi dirci qualcosa di più sulla frontiera porosa tra composizione tecnica e composizione politica dei movimenti anti-sistema di quest’ultima stagione.
Tra 14 dicembre romano e il 3 luglio valsusino (con in mezzo le rivolte arabe e le piazze indignade d’Europa) non scorgiamo ancora i Soviet di domani ma certo iniziamo a misuarare le debolezza di una controparte sempre più incapace di organizzare il consenso e a sperimentare le nuove gazzette sovversive di massa.
Del resto, è sempre a questi livelli che s’intravvedono le prime crepe dei sistemi in declino.
Buon lavoro a tutt*, allora…
Maelzel
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