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Linea della fermezza 2.0

L’italia è un paese troppo divertente per essere preso sul serio, almeno a giudicare dallo spettacolo offerto alla Camera durante queste elezioni del Presidente della Repubblica. Non torniamo sui nostri ragionamenti a riguardo (vedi editoriale precedente), vogliamo però fare una breve sottolineatura su queste ore di agonia del Partito Democratico, prima della sua definitiva dipartita.

Mentre scriviamo le sedi di tale partito sono occupate dai dirigenti delle sezioni giovanili al grido di #occupypd (sic), una mobilitazione in risposta alla fermezza del gruppo dirigente bersaniano nel voler imporre la figura di Marini, mentre buona parte della base vorrebbe Rodotà Presidente della Repubblica; addirittura militanti di una certa età hanno bruciato le tessere lamentando il tradimento della base in nome dell’accordo col Pdl. Tralasciando considerazioni tragicomiche su questa fase mobilitativa dell’ennessima corrente di pensiero del “più grande partito riformista d’Europa”, vien porpio da dire: ci voleva tanto per capire con chi avevate a che fare cari elettori di centrosinistra… una nicchia di politicanti, stipendiati lautamente, che in buona sostanza se ne fotte sia della base che del precariato,  del carovita e di tutti quei problemi che attanagliano le persone comuni, ecc. ecc).

In Val di Susa questa tendenza l’abbiamo vista in atto da tempo, ma chi ha buoni occhi l’ha vista da sempre. Questo atteggiamento ricorda molto la “linea della fermezza” del defunto Berlinguer, in una situazione storica molto diversa ovviamente (qui davvero vale la massima “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”) ma ricordare i giorni di Moro e dell’unione dei due partiti nella stessa linea di azione è un buon esempio della forma mentis dei dirigenti ex-Pci, ex-Pds, ex ex-Ds ecc. ecc. Ovvero il non trovare niente di buono al di fuori delle strette riunioni delle correnti di partito.

Persino #occupypd è una dimostrazione di questa chiusura mentale: giovani e meno giovani che non hanno mosso un dito mentre Bersani sosteneva le politiche usuraie del governo monti (per tacere del resto), adesso si mobilitano… ma nemmeno all’interno della legalità riversandosi nelle piazze, bensì ben chiusi nelle sedi dna di quel partito in cui hanno imparato a schifare tutto ciò che li circonda.

Che dire, buon funerale Partito Democratico, questa è la tua degna fine!

 

 

Xanadu1

Linea della fermezza 2.0

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