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L’insostenibile leggerezza di Futuro e Libertà

E così, a meno di un anno dallo strappo con Berlusconi nella direzione nazionale PDL dello scorso aprile, pare che il progetto di Futuro e Libertà viva già una crisi profonda. Colpa di un Berlusconi che nonostante gli scandali rimane al suo posto e ha logorato ormai la “novità” finiana, colpa della mancanza di un credibile progetto politico alternativo in un momento che vede l’Italia ostaggio della finanza internazionale e delle direttive “lacrime e sangue” in arrivo da Bruxelles. Ma “colpa” anche della piazza che ha respinto al mittente le credenziali di rinnovamento che il progetto futurista sbandierava rompendo col Cavaliere e la sua politica immorale.

Il fuoco del 14 dicembre infatti pose definitivamente fine ad ogni, anche velleitaria, speranza di Fini di poter cavalcare, recuperandola a destra ed in chiave istituzionale e legalitaria, l’onda lunga dell’antiberlusconismo che aveva portato forte consenso sociale intorno al movimento.Quella scommessa politica azzardata fu persa a causa dello sgambetto di alcuni dei suoi deputati ma soprattutto rinforzò, con la mancata caduta del governo, le ragioni del “Que se vayan todos” che già imperava nelle piazze del movimento No Gelmini 2.0

Quello che uscì dalla convulsa giornata romana, oltre che la rabbia di una nuova componente giovanile ostile al proprio futuro di precarietà, fu la convinzione che anche la presunta alternativa futurista non era immune alle sirene di quel “potere finanziario” che Fini ha recentemente ritirato in ballo a proposito del deflusso costante di suoi parlamentari verso il vecchio ovile del PDL o nel gruppo filogovernativo dei responsabili.

Quel giustizialismo e quel moralismo ostentato sin dai primi giorni si ruppe con il caso Polidori-CEPU,e l’opinione pubblica reagì punendo pesantemente Fini nei sondaggi. Dopo il 14 dicembre Fli sarà oggetto di un crollo costante, con la conseguenza che il moralismo dei futuristi scomparve piano piano per tornare nel più realista mondo del Cavaliere (sostenendo il quale si mantiene ora la possibilità di ottenere l’indennità vitalizia per i parlamentari, vista la difficoltà di essere rieletti in eventuali elezioni nella lista di Fli, e si evita di subire ritorsioni possibili da B. grazie all’utilizzo del suo dominio mediatico e finanziario).

Il finiano Briguglio parla di similitudine tra i metodi usati da B. In Parlamento e nelle notti di Arcore.Deve essere evidentemente una qualità dei futuristi scoprire l’acqua calda; dopotutto Fini si accorse che Berlusconi non era poi un personaggio così limpido solo dopo 17 anni in cui lo frequentava..

Si arriva così allo sfasciamento di un progetto che evidentemente più che portare reali cambiamenti aveva intenzione di accomodarsi egli stesso ad un tavolo liberato dalle mani avide del predone di Arcore. Ma questo si è dimostrato resistente, ed uno dopo l’altro i finiani paiono mostrarsi sempre più leggeri…

Maria Meleti

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