Macerata: il PD impone alla sinistra il dietrofront, i movimenti rilanciano!
Il comunicato con il quale ARCI ANPI Libera e CGIL hanno annunciato il ritiro dalla promozione della manifestazione di sabato prossimo a Macerata è la peggiore decisione possibile per rispondere alla barbarie terrorista e leghista compiuta da Traini.
Avallare le pessime parole del sindaco PD di Macerata Carancini sulla necessità di rispettare il dolore della comunità locale evitando manifestazioni è sintomo di una concezione della politica orientata al mantenimento con ogni mezzo necessario della pace sociale, e non come luogo nel quale i processi storici e gli atti politici producono reazioni e messa in movimento di corpi.
La retorica dello sciacallaggio, proposta da Carancini e assunta da queste organizzazioni, è quella che infatti più serve alla costruzione di un regime di oblio sulle precise responsabilità di quanto successo. Così come in occasione di tragedie ferroviarie o sui luoghi di lavoro è impensabile permettere discorsi che nascondono le responsabilità, in questo caso è inammissibile sottostare ad una posizione del genere.
La logica che sottende una tale decisione sembra essere decisamente orientata ad uno stato di sottomissione al Partito Democratico. Una scelta che probabilmente ha le sue radici nel mantenimento e nella riproduzione fini a se stesse delle organizzazioni in questione.
Inutile allora blaterare di fascismo rampante e di xenofobia quando si rinuncia ad ogni possibilità di mettere seriamente in discussione la sbandierata ‘onda neofascista montante’ come in occasioni di piazza importanti come quella di Macerata.
Chi oggi invoca la pace sociale come il sindaco PD della città marchigiana appartiene ad un partito che negli ultimi anni ha demolito ogni argine al discorso razzista portato da Lega e formazioni neofasciste nel dibattito politico, affermando retoriche suprematiste nonché tecniche amministrative orientate alla preferenza nazionale e alla distruzione di ogni tipo di solidarietà.
Piegarsi a questo diktat è una responsabilità politica pesante e irricevibile dove per giunta i termini del baratto sono la pace pre-elettorale da scambiare per la non partecipazione.
Francamente non ci stupiamo della decisione di questa sinistra che anche davanti al sangue migrante versato a terra dai colpi di pistola leghista se ne torna nel suo habitat naturale: l’Aventino d’oggi, fatto di qualche talkshow e qualche cena della campagna elettorale organizzata da lega coop e associazionismo vario dove magari promettere ai commensali un comunicato rivolto al Ministro del lager libici Minniti per far chiudere qualche sede fascista.
Non ci stupiamo ma non vogliamo assuefarci a questo dibattito i cui termini vanno ripresi dall’iniziativa antifascista militante. Bene quindi la conferma della manifestazione nazionale antifascista da parte delle realtà sociali marchigiane e importante rilanciare l’appuntamento di sabato a Macerata.
Riempire le strade di Macerata sabato è ancora più importante!
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