InfoAut

Non vale far paura

La campagna elettorale, vuota come non mai, volge al termine e dei giovani neanche l’ombra. La cosiddetta “questione giovanile” è rimasta sullo sfondo, come non esistesse. Mentre l’etichetta giovanilista si amplia a dismisura in una società che relega il “vecchio” a malattia – i giovani in carne e ossa restano invisibili, politicamente invisibili.

E in effetti dove sono i giovani in questo paese? Sono nascosti dalla frammentazione che sempre di più scioglie i legami sociali, dalla precarietà che nelle sue varie forme crea insicurezza, dalla passività di chi ha compreso come funzionano i meccanismi che governano oggi lo stato di cose esistenti ma nella solitudine, nella difficoltà si lascia andare al corso delle cose. I meccanismi di esclusione che rendono i giovani sempre più marginali, sempre più dispersi nella palude del sistema politico e sociale italiano ormai sono evidenti, ma paradossalmente ciò sembra occultare più che smuovere.

L’università pubblica ad esempio, ma il sistema della formazione tutto, è ormai poco più che un giocattolo rotto, di fronte ad un mercato del lavoro internazionale che non ritiene sia importante formare in Italia non diciamo eccellenze ma anche solo un lavoratore discretamente qualificato. Il ruolo che sta andando a ricoprire il Sud Europa nel mercato globale non ha  più bisogno di lavoratori mediamente qualificati. In parte gli studenti incominciando ad accorgersi del naufragare del Titanic, e ciò è testimoniato dal calo di iscrizioni, per altri versi per le motivazioni più diverse e complesse (tutte da indagare) si attaccano con le unghie al fianco dello scafo sperando che l’iceberg sia solo un’illusione ottica. Chi non prova a inserirsi nei percorsi di formazione? Per chi abbandona la nave e si tuffa tra i pescecani, l’alternativa è tra pesare sul reddito familiare o tirare a campare con lavoretti precari o in nero, con l’affitto (sempre più caro) da pagare e le spese dell’indipendenza economica tra capo e collo. Provare a diventare un lavoratore autonomo? Il mercato è saturo ormai anche di questo, ogni due su tre c’è un grafico, un programmatore, un fotografo, un artista che vende il proprio (auto)sfruttamento per una miseria.

Di questo però la campagna elettorale non ha parlato, se non con vuoti slogan di comodo. Non ne ha parlato anche perchè i giovani oggi non fanno paura, perché distantissimo sembra il 14 dicembre di due anni fa quando hanno preoccupato almeno per un paio d’ore il parlamento di questo paese. Certo qualcosa si muove ma non basta, se c’è un motore che può destabilizzare questo stato di cose e provare a ribaltare il tavolo su cui balla l’Italia della crisi di certo sono i giovani di questo paese, se solo provano a uscire allo scoperto, a generalizzare le proprie istanze, a ricomporre legami sociali in maniera continua, altrimenti le “fughe di cervelli”, la disillusione e la frustrazione, la solitudine e la paura avranno la meglio.

Non c’è alternativa, la scelta oggi è tra condurre una vita di stenti, tra un lavoretto malpagato e l’altro, tra periodi di disoccupazione folli, senza stabilità o certezze, oppure scegliere di rompere il silenzio, l’isolamento, organizzarsi per lottare e riconquistare in prima persona la possibilità di decidere sulla propria vita. Dobbiamo far paura, nei modi più diversi, spaventare chi si arroga il diritto di governare le sorti economiche e sociali delle nostre vite, bisogna far emergere il rifiuto che c’è ma resta nascosto tra le ombre delle scuole superiori, dei quartieri periferici, delle università, dei locali o dei call center dove si lavora. Far paura a loro per togliercela di dosso noi, dal nostro futuro, dal nostro presente, per iniziare a progettare un’uscita diversa, nostra, dalla crisi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Il lavoratore inesistente

La retorica della destra sul movimento “Blocchiamo tutto” ci racconta meglio di ogni saggio la visione dominante sul ruolo dei lavoratori e delle lavoratrici nella società: farsi sfruttare, consumare e stare muti.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Blocchiamo tutto! Insieme, per Gaza

E’ difficile prendere parola sulla giornata di ieri. Sono mille gli stimoli, i punti di vista da cui guardare quanto è successo. 

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo stadio finale di Israele: tra autarchia e capitalismo di rapina

L’immagine di invincibilità che lo stato sionista sta cercando di ristabilire sul piano militare non può nascondere i segni della sua corsa, irreversibile, verso un capitalismo di rapina.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Milano: urbanistica, speculazione e stratificazione di classe

Mettiamo per un attimo da parte gli aspetti corruttivi dell’intricata vicenda che vede coinvolti imprenditori, architetti, assessori e dipendenti comunali.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sono dazi nostri

Non c’è altro modo per definire l’incontro tra Ursula von der Leyen e Trump se non patetico.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.