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Spagna: dalle urne e dalle piazze

In Spagna crolla il PSOE e finisce l’era del “socialismo” alla Zapatero. Il crollo del partito di governo del paese iberico è in termini percentuali intorno al 8%, in un contesto in cui però non c’è stato un aumento dell’astensionismo. Le novità, sempre in termini percentuali, sono i partiti nazionalisti di ispirazione franchista che sostengono il Partito Popolare, e nei territori Baschi sono i risultati dei partiti indipendentisti come Bildu (ex Batasuna) che prende oltre 1000 consiglieri. Su quest’ultimo punto sarà interessante osservare quali politiche adotterà sulla questione basca un probabile governo dei Popolari dopo le elezioni governative del prossimo anno. 

La crisi in Spagna ha fatto implodere il modello di crescita sostenuta per la maggior parte dalla spinta speculativa, e così anche nelle roccaforti storiche il partito di Zapatero perde voti in modo significativo. Ma dove sono andati i voti persi dal PSOE?

Una buona parte si sono direzionati verso Izquirda Unida, composta da comunisti e verdi, che in alcune località come Madrid nonostante abbia vinto il Partito Popolare ha raggiunto risultati significativi; l’altra parte di voti probabilmente è rimasta nelle piazze degli Indignados.

In questa tornata sembra infatti che la destra sia riuscita a mobilitare tutto il suo elettorato potenziale, mentre sopra i sogni passati della Spagna di Zapatero si è infranta prima la crisi e adesso i movimenti degli Indignados che hanno occupato le piazze centrali in più di 40 città e che hanno portato una forte critica da sinistra alle politiche social democrtiche.

Un movimento, questo degli Indignados che pone una cesura apparentemente insanabile con la rappresentanza politica spagnola, e che anche il questo caso sembra basarsi sullo slogan “Que se vayan todos”. Infatti la lotta dei giovani scesi in piazza è contro tutta la classe politica iberica.

Questo del movimento spagnolo va letto come un altro passaggio di testimone che con differenti livelli di intensità i movimenti Europei e mediterranei si stanno consegnando di mano in mano. Infatti le analogie e le ibridazioni sono significative e immediatamente evidenti come l’occupazione ad oltranza delle Piazze.

Quello che emerge dalle urne e dalle piazze spagnole è quindi l’evidenza di una crisi, che sta corrodendo il modello di governo che l’ha gestita, e in questo senso se si vedono nelle urne uscite anche di stampo nazionalista, vediamo una forte vitalità dei movimenti sociali e soprattutto dei giovani a cui la crisi ha tolto il futuro.

Senza voler dare letture troppo affrettate e che potrebbero tendere a ricalcare categorie politiche delle nostre parti, sicuramente è centrale comprendere la morfologia degli indignados. Con uno sguardo non ideologico su questo fenomeno probabilmente possiamo ritrovare risposte interessanti per rilanciare anche in Italia un movimento di indignazione.

Bada Nasciufo

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