Dario Nardella: “Contro gli stupri bisogna limitare il consumo di alcolici”
Dopo la vicenda delle studentesse statunitensi stuprate da due carabinieri all’inizio di settembre, negli ultimi giorni sono emersi due nuovi casi di violenza e molestie avvenuti a Firenze: una ragazza ha denunciato di essere stata insultata e strattonata da un gruppo di uomini nel centro storico della città, un’altra di essere stata violentata nella notte tra lunedì e martedì.
Di fronte a questi episodi (che purtroppo di episodico hanno ben poco) il sindaco Dario Nardella si è affrettato a specificare che “non c’è un caso Firenze”: la prima preoccupazione del renzianissimo è tutelare l’immagine e il buon nome della città, come se la constatazione che la violenza sulle donne non riguarda solo Firenze fosse qualcosa di cui rallegrarsi o togliesse qualcosa alla gravità di quanto accaduto.
Quando non si ha nulla di intelligente da dire il buon senso suggerirebbe perlomeno di tacere, ma Nardella ha scelto poi di spingersi ancora oltre, dando il peggio di sé nell’illustrare ciò che ritiene necessario fare per contrastare la violenza sulle donne nella sua città: “dobbiamo lavorare sui controlli sulla repressione, sul consumo di alcolici, che rendono gli uomini e le donne molto vulnerabili”. Boom. In una sola frase il sindaco riassume e sfodera tutto il peggio della retorica da bar che si attiva puntuale quando un caso di stupro o molestie arriva alle cronache. D’altronde Nardella non è nuovo a questo tipo di uscite: a settembre, di fronte all’accusa di stupro rivolta ai due carabinieri, si era affrettato a esprimere “massima fiducia” nei confronti dei due militari, per poi colpevolizzare le studentesse coinvolte col monito “Firenze non è la città dello sballo”.
Per il sindaco fiorentino la violenza di genere – una violenza, se ci fossse bisogno di ripeterlo, strutturale, che pervade ogni ambito e contesto delle nostre vite – viene ridotta e banalizzata a un semplice problema di consumo di alcolici. Così il corpo delle donne viene strumentalizzato ancora una volta per invocare e imporre più controlli nelle città, pescando a piene mani nell’isteria securitaria di questi tempi. Non solo: Nardella annacqua ruoli e responsabilità nel calderone del suo ignobile discorso, mettendo sullo stesso piano carnefici e vittime. Se i primi stuprano è colpa dell’alcol, se le seconde subiscono violenza ed erano ubriache in fondo un po’ se la sono cercata.
In un cortocircuito tipico di questa retorica assolutoria e violenta, la responsabilità ricade così sulle spalle delle donne: sul banco dell’inquisizione finiscono i loro stili di vita, il loro corpo viene calpestato e tirato in mezzo da politici e media per imporre un modello di città fondato sulla paura e la militarizzazione. Le dichiarazioni di Nardella sono un insulto alle donne che subiscono violenza: con le sue parole il sindaco si conferma parte del problema, non certo della soluzione.
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