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Occupazione degli universitari a Palermo

Intorno alle 15.00, infatti, gli studenti e le studentesse hanno deciso di dar seguito alla giornata di lotta nel mondo della formazione con un’iniziativa volta – anche nella sua forma ”temporanea” – a far conoscere lo scarsissimo livello di progettualità istituzionale sugli edifici pubblici a Palermo; e ciò a fronte di un bassissimo numero di alloggi messi a disposizione degli iscritti all’università palermitana appare come un insulto ai bisogni della componente studentesca già vessata da tasse sempre più alte e pesantissimi problemi di qualità, erogazione e trasversalità dei servizi che dovrebbero essere garantiti.

Non è un caso che questa iniziativa segue alla manifestazione della mattina che, partecipata da diecimila studenti palermitani, ha, di fatto, paralizzato tutta la città. Al corteo – oltre che il mondo della scuola pubblica che ha tutta l’intenzione di sfidare il governo sulla “Buona scuola”- hanno partecipato anche gli universitari in lotta dalla riapertura degli atenei contro il nuovo calcolo Isee, misura governativa che va ad aggravare le già pesanti condizioni economiche per l’accesso agli studi. Così mentre scaricano il disinvestimento pubblico nella formazione su studenti e famiglie, le istituzioni continuano a sprecare risorse, mobili e (come in questo caso) immobili. E questo fa mobilitare gli studenti.

 

Di seguito il comunicato sull’iniziativa pomeridiana.

 

Oggi pomeriggio intorno alle 15.00 un centinaio di studenti ha occupato simbolicamente uno stabile sito in Corso Vittorio Emanuele n. 417 di proprietà della Congregazione delle Suore Collegine della Sacra Famiglia. L’occupazione è stata messa in atto dagli studenti del Progetto Studentato Malarazza che il 9 settembre avevano già occupato un altro edificio abbandonato di proprietà dell’Ente Sviluppo Agricolo, aprendolo alla cittadinanza e rendendolo uno studentato universitario con aule studio e una biblioteca di quartiere. “Il Progetto Studentato Malarazza nasce con l’obiettivo di recuperare spazi abbandonati per renderli studentati universitari e sopperire in questo modo alla mancanza e all’insufficienza di alloggi per gli studenti che, in un periodo di crisi come questo e di politiche lacrime e sangue, non hanno la possibilità di sostenere il costo degli affitti” – sostengono gli studenti, e continuano – “Questa occupazione simbolica rientra all’interno di una giornata di mobilitazione che ha visto scendere in piazza migliaia di studenti medi e universitari: questi ultimi avevano partecipato al primo corteo studentesco con un proprio spezzone per contestare i nuovi parametri del calcolo ISEE che, per quanto riguarda l’università vanno ad aggravare la situazione già precaria di moltissimi giovani che proprio a causa del nuovo ISEE saranno esclusi dalla possibilità di accedere all’università e di beneficiare di borse di studio e assegnazione di posti letto. Quello che chiediamo, con l’azione di questo pomeriggio, è che questo spazio che dopo la ristrutturazione doveva essere destinato agli studenti universitari e che, come moltissimi altri spazi è stato abbandonato per la mancata erogazione dei fondi necessari ad ultimare i lavori, venga assegnato il prima possibile all’Università per assurgere alla sua reale funzione. L’obiettivo dell’azione che abbiamo messo in campo oggi è quello di accendere i riflettori su uno spazio che avrebbe moltissime potenzialità ma che non viene utilizzato. Quasi tre anni fa erano partiti infatti i lavori di ristrutturazione dell’immobile, che al momento non è vivibile a causa della mancanza dei pavimenti. Riteniamo che sia un vero spreco non utilizzare uno spazio che, per capienza e per centralità potrebbe risolvere il problema degli alloggi per moltissimi studenti. Il Progetto Studentato Malarazza oltre che recuperare e riqualificare spazi abbandonati restituendoli alla collettività, vuole anche lanciare un messaggio ai giovani della nostra terra: “pigghia nu bastune e tira fora li denti”, come recita la canzone di Modugno, vuol dire soprattutto che il cambiamento deve partire da noi. Non aspettiamo che ci venga regalato qualcosa, non aspettiamo i tempi della politica, ma decidiamo di rimanere nella nostra terra, di riprenderci qualcosa che è nostro di diritto e lo facciamo con ogni mezzo necessario, anche quello dell’occupazione. Non ci fermeremo finché al problema non si darà una reale soluzione; noi in parte con la pratica dell’occupazione la diamo, ma con l’azione di oggi pretendiamo anche di essere ascoltati e di ricevere risposte immediate e concrete”. Gli studenti hanno portato avanti l’occupazione simbolica per qualche ora, esponendo degli striscioni sulla facciata principale dell’edificio su Corso Vittorio Emanuele, che riportavano il nome del progetto “Studentato Occupato Malarazza”.

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