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EX karcere: un CSOA tutto nuovo!

Oggi, 21 Gennaio 2012, rinasce a Palermo un nuovo CSOA:  Ex-karcere.
Questa mattina in via San Basilio, in pieno centro storico nei pressi del mercato di via Bandiera, è stato occupato dal collettivo Ex-Karcere insieme con i militanti del Laboratorio Vittorio Arrigoni, un folto gruppo di studenti e gli artisti di alcune compagnie teatrali della città uno stabile di proprietà comunale abbandonato al degrado ormai da anni.
L’edificio comprende un grande atrio (che effettivamente ricorda la struttura dello storico Ex-Karcere) circondato da una palestra e da stanze per cui si vedono gli inizi di un’opera di ristrutturazione abbandonata, però, poco dopo il suo inizio. Insomma è appena stato occupato il più tipico esempio di speculazione edilizia: lavori pubblici finanziati dalle casse comunali intrapresi con l’unico scopo di privatizzare, magari in favore di qualche amico, le risorse pubbliche e abbandonati per un motivo qualsiasi. L’ennesimo scempio di degrado targato amministrazione Cammarata: mai in grado di affrontare i reali problemi sociali della città, ma sempre pronta a finanziare opere di speculazione edilizia.
L’occupazione di questa mattina, avvenuta in risposta allo sgombero del Laboratorio Vittorio Arrigoni e a pochi giorni dalle dimissioni dello stesso sindaco Cammarata, darà il via alla realizzazione di un nuovo centro sociale fruibile al quartiere. Uno dei quartieri più popolosi della città di Palermo ma anche uno in cui mancano i più elementari servizi sociali come asili, luoghi di aggregazione giovanile, scuole, palestre e presidi sanitari.
L’occupazione avviene inoltre in un contesto cittadino che in questi giorni ha vissuto lo sciopero che è riuscito a mettere sotto scacco la Sicilia intera contro la globalizzazione e la crisi di banche e speculatori, i tagli e il caro-vita imposti alla popolazione dalla manovra finanziaria del governo Monti. Con questa occupazione gli occupanti vogliono esprimere la loro solidarietà e il pieno appoggio ai lavoratori in lotta rivendicando la giustezza di questa protesta e provando a rilanciare la pratica dell’occupazione come via per riappropriarsi di welfare cittadino e di spazi e tempi di vita, oltre che come pratica di lotta in sé.

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