Argentina: La mobilitazione popolare ha riempito Plaza de Mayo
Le minacce repressive della ministra Bullrich e dello stesso Milei sono fallite.
Superando una lunga serie di provocazioni, minacce e uno smisurato accerchiamento repressivo, la mobilitazione convocata da organizzazioni piquetere, sindacali e dei diritti umani si è aperta la strada per giungere fino a Plaza de Mayo, dove è stato fatto un comizio in cui è stato letto un documento, contro gli aggiustamenti del governo e a difesa del diritto a manifestare.
La giornata è stata presa dal governo come una prova di forza per applicare il protocollo antipicchetti di Patricia Bullrich, militarizzando le autostrade che entrano nella città e il centro della stessa con un enorme dispiegamento di truppe della Gendarmeria e della Polizia Federale, al punto che il ministro della sicurezza portegno Diego Kravetz si è sottratto in dichiarazioni pubbliche da quanto realizzato durante l’operazione. Lo scenario ha ricordato la dittatura militare, con personale di polizia che saliva sugli autobus per fotografare i passeggeri, sequestrando autobus che trasportavano manifestanti, facendo ascoltare nei treni e nelle stazioni un audio che con una voce neutra avvertiva che “se vai alla marcia e blocchi, non riscuoti”, e dopo, una profusione di tabelloni con la medesima frase.
Nonostante ciò, tutto questo circo della Bullrich è crollato per la forza di migliaia di manifestanti che hanno superato i cordoni della polizia e agitando le proprie bandiere hanno intonato a voce alta la parola d’ordine “Ora il protocollo ve lo mettete nel culo”, facendo riferimento alle misure repressive lanciate dalla Bullrich.
Lo stesso governo ha dato una centralità politica a questo braccio di ferro, con lo stesso Javier Milei che ha seguito il corso degli avvenimenti dalla centrale di polizia, insieme alla Bullrich e alla ministra del Capitale Umano, Sandra Pettovello. La realizzazione della mobilitazione e del comizio di fronte alla Casa Rosada è un trionfo delle organizzazioni popolari, per cui sono stati anticipati perfino gli orari dell’incontro di concentrazione per garantire lo sviluppo della manifestazione.
Il documento denuncia che il governo di Javier Milei ha lanciato “una dichiarazione di guerra contro i diritti lavorativi, sociali e democratici dei lavoratori e del popolo”, e puntualizza che “Milei riutilizza l’inflazione come un meccanismo di aggiustamento per colpite i salari e le pensioni, aumentando brutalmente i livelli d’inflazione e povertà che ha lasciato il governo dei Fernández e Massa”. Riguardo al protocollo antipicchetti della Bullrich dichiara che è “illegale, un tentativo di attaccare un diritto democratico elementare” e che obbedisce al fatto che “sanno che il popolo argentino non rimarrà con le braccia incrociate di fronte a questo aggiustamento”.
Plaza de Mayo, alla fine, si è riempita come nelle migliori occasioni con decine di migliaia di manifestanti che euforici per aver piegato il braccio di Milei, della Bullrich e della loro casta, hanno gridato con tutte le proprie forze “Unità, dei lavoratori, e a chi non va, vada a farsi fottere, vada a farsi fottere”, e altri cori che si udiranno ogni volta di più: “Milei spazzatura, tu sei la dittatura”.
Video: I manifestanti rompono il cordone di polizia e per disgrazia della Bullrich non sfilano sul marciapiede come lei aveva ordinato ma per la strada, come deve essere.
20 dicembre 2023
Resumen Latinoamericano
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