InfoAut
Immagine di copertina per il post

Guardando Kobane

Ieri sera, vicino al fuoco, una profuga di Kobane, dopo aver scherzato sugli strani giochi della sorte che hanno fatto si che il minareto del suo quartiere crollasse sulla casa dell’unica famiglia cristiana, mi ha detto: “da quando sono uscita, sono stata a Suruc e a Urfa, e poi però sono tornata qui, che sono più vicina a Kobane, mi sembra di respirarne l’aria, qui quasi mi sento a casa. Quando Kobane sarà libera vieni che ci entriamo assieme? Ti ospito a casa mia! Però prima devi imparare il curdo, così quando  entri parli con tutti.”
Una volta qui è arrivata una cattiva notizia. Una madre piangeva ed era vicina allo svenimento dal dolore. Una volta sola però: qui, quello che vedo, è una ferma volontà: noi vogliamo vincere. Noi vogliamo liberare Kobane. Per poter liberare Kobane, dobbiamo essere sicuri che ce la faremo. Dobbiamo portare ottimismo. Quindi solo buone notizie, per favore: per le cattive notizie ci sarà sempre tempo. Il morale è alto, il sorriso è sempre pronto. Però gli occhi girano ancora verso la città di Kobane, ad ogni bomba, ad ogni sparo. Ad osservare il fumo che sale, a non sapere chi possa essere rimasto sotto le macerie, a sperare per il ritorno alle proprie case, o a quello che ne rimane.

Intanto, coloro con cui parlo, si raccomandano che dica alcune cose alla gente in Italia, che le metta in chiaro, che si sappia. E principalmente, riguardano il fatto che la Resistenza a Kobane è portata avanti dalle Ypg-Ypj, dalle guerrigliere e dai guerriglieri curdi. Mi è stato spiegato da Ali, un compagno che stava combattendo quando sono arrivate le famose armi degli Stati Uniti in aiuto dei curdi, che queste erano bombe a mano ed altre cose poco utili in quelle circostanze, e tra l’altro scadute per il 70%. Secondo la testimonianza di Ali, poi, quando la coalizione (cioè in pratica gli Stati Uniti) bombarda, colpisce case vuote, non attacca veramente l’ISIS. Un suo amico fa giustamente notare l’ovvio: “gli Stati Uniti hanno conquistato l’Iraq in 20 giorni, vuoi davvero farmi credere che se volessero intervenire seriamente a Kobane la guerra continuerebbe a durare da 43 giorni?”. D’altronde, come diceva Joan la sera prima di entrare a combattere, l’ISIS è una creazione degli Stati Uniti, tutto questo show del volerlo distruggere, al momento è solo propaganda. Tutte cose che già si sanno, certo, ma che vale la pena ribadire. E, nonostante questo, Kobane resiste.

Mi è stato mostrato l’originale di un video, direttamente dalla telecamera, di alcuni soldati turchi che chiacchierano con combattenti dell’ISIS. (chi me lo ha mostrato lo aveva dato alla televisione locale che lo ha trasmesso la sera stessa, è finito anche sul giornale tedesco). Gli stessi soldati turchi che tengono il confine chiuso per i e le combattendi del YPG – YPJ. Gli stessi soldati turchi che sparano ai curdi quando (per le loro vie) tornano da Kobane, come mi raccontava Ali. I soldati della Turchia alleata con l’occidente. Kobane è chiusa da 3 lati dall’ISIS, e dal quarto dai turchi, e i curdi qui si sentono abbandonati dal mondo: anche per questo è importante la solidarietà internazionale e la scadenza del 1 novembre.

Sembra che invece un certo cambiamento reale sul campo sarà dovuto alle armi portate dai Peshmega. Su una cosa sono tutti d’accordo, che saranno armi utili, e che il fatto che arrivino è un buon aiuto alla Resistenza: sia perché sono le armi giuste, che perché contribuisce ad alzare il morale e trovare motivazione a continuare. Dopodichè, chiaramente a livello politico questo gesto viene letto in diverse maniere: c’è chi punta l’attenzione sull’importanza dell’unità del popolo curdo, e quindi sull’importanza che ha questo gesto di collaborazione, e c’è chi afferma che Barzani (il leader del movimento a cui fanno riferimento i Peshmerga) accetti supinamente quello che gli Stati Uniti gli dicono di fare: per questo inizialmente non ha combattuto contro l’ISIS quando è entrato nel Kurdistan iraqeno; per questo, ora che ha accettato di portare le armi in aiuto delle YPJ-YPG è perché gli Stati Uniti hanno deciso di porre fine a questa loro ennesima creazione (l’ISIS viene paragonato ad Al Quaeda e Saddam Hussein) e Barzani può sfruttare questo come propaganda.

Ieri è arrivata un’altra ondata di profughi da Kobane: 150 l’altroieri sera e poi altri il giorno dopo. Ora i turchi li lasciano passare ma non lasciano che si portino dietro le automobili, e alcuni rimangono fermi al confine in attesa. Sono stati portati nei campi, dove sono state allestite le tende e dove troveranno qualche cosa da mangiare: i volontari che si occupano di questo sono per la maggior parte giovanissimi. Intanto, Kobane resiste. Dentro, c’è qualche migliaio di civili (qualcuno dice 2000, qualcuno 5000), chiusi in casa nelle zone sotto controllo curdo, senza acqua, elettricità e con cibo scarso; e qualche migliaio in più di combattenti (qualcuno dice 8000, qualcuno 4000), uomini e donne. E questo particolare che ci siano anche le donne, lungi dall’approccio occidentale per cui i loro volti diventano “fashon”, è per loro davvero importante: è un’affermazione della libertà femminile non solo nei confronti dell’ISIS che vende le donne e le tratta come schiave, ma anche nei confronti del nostro occidente, dove spesso la donna viene oggettificata e valutata per il suo corpo, più che per le sue azioni. L’orgoglio negli occhi di queste donne, la loro fierezza e ostentato buonumore, sono cose che insegnano davvero molto al nostro mondo composto spesso da bambini viziati in la con gli anni. L’altro giorno, ad esempio, ci sono state diverse esplosioni causate dall’ISIS. La sera, abbiamo gridato slogan più forte del solito, perché stando a pochi km da Kobane sapevamo che di la i combattenti curdi ci sentivano, e speravamo di dar loro un po’ di supporto. Dopo, abbiamo ricevuto una telefonata da una combattente che si trovava li: diceva che l’autobomba che avevamo sentito non aveva fatto nessuna vittima e che le case bombardate erano vuote. Che sarebbe cambiato tutto, che la resistenza curda avrebbe vinto. Solo buone notizie. Perché fino a che Kobane non sarà libera, non possiamo perdere la forza e la certezza di farcela. Ieri ci sono stati 5 funerali, più o meno nella media, ma qui, per questo, non ne parlerò. Prima che cada Kobane, cadrà Istanbul.

Qui siamo davvero pochi stranieri, a parte i giornalisti. Ci sono diversi turchi qui in solidarietà, ma da fuori la Turchia siamo pochissimi. I curdi sono incredibilmente ospitali, non si viene mai lasciati soli, anche se non si parla nessuna lingua in comune. Un ragazzo turco ieri mi ha detto che per lui la libertà e essere qui, ora, a cantare ed ascoltare canzoni tradizionali curde di fronte a un fuoco a fare il possibile per supportare una resistenza incredibilmente tenace. Per cui non mi resta che invitarvi alla liberazione di Kobane – che avverrà certamente – perché sono certa che ne varrà la pena.

Silvia Todeschini

da Libera-Palestina

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

curdikobaneypgypj

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“I popoli sostengono la causa palestinese. Potenti e governi voltano le spalle”. Corrispondenza dalla Cisgiordania occupata

Il ministro israeliano della Difesa Katz ha dichiarato oggi, mercoledì 16 aprile 2025, che “Israele non ha alcuna intenzione di permettere l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armarsi per salvare il capitalismo finanziario! La lezione di Rosa Luxemburg, Kalecki, Baran e Sweezy

Per quanto grande sia una Nazione, se ama la guerra perirà; per quanto pacifico sia il mondo, se dimentica la guerra sarà in pericolo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dati trapelati rivelano una massiccia campagna israeliana per la rimozione di post pro-Palestina da Facebook e Instagram

Una repressione radicale dei post su Instagram e Facebook critici nei confronti di Israele, o anche solo vagamente a sostegno dei palestinesi, è stata orchestrata direttamente dal governo israeliano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NATO incontra Palantir: un’analisi critica del sistema di guerra basato su IA della NATO

È notizia di oggi che il 25 marzo 2025, la NATO ha finalizzato l’acquisizione del Maven Smart System NATO (MSS NATO), una piattaforma di guerra basata su intelligenza artificiale integrata sviluppata in collaborazione con Palantir Technologies. Acclamato come un passo avanti nelle capacità decisionali operative, il MSS NATO rappresenta l’ennesimo esempio dell’integrazione dell’IA nella sfera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”: la diretta dalla manifestazione nazionale di Milano

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”. Decine di migliaia di persone – circa 50mila per le realtà organizzatrici – sabato 12 aprile a Milano per la manifestazione nazionale per la Palestina, sottoposta a 77 anni di occupazione e a un anno e mezzo di genocidio per mano dello Stato israeliano. La piattaforma rivendicativa ribadisce le motivazioni della giornata di lotta: “NO al genocidio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Come gli europei vanno incontro all’era complessa

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Pierluigi Fagan sulla congiuntura europea. Fagan parteciperà al dibattito di sabato 12 aprile alle 16 dal titolo “Scenari della guerra globale“. L’articolo è apparso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“No alla prima fabbrica di armi per REARM Europe”: comunicato stampa della “Rete Mamme da Nord a Sud”

La Rete Mamme da Nord a Sud lancia un appello all’adesione e alla mobilitazione contro la nuova fabbrica di esplosivi nel Lazio e contro la militarizzazione dell’Europa. Le fabbriche di morte finanziate con fondi pubblici dalla Commissione europea rischiano di diventare presto realtà: apprendiamo con sgomento che la ex Simmel Difesa, oggi Knds (gruppo franco-tedesco, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Capitalismo finanziario e economia di guerra

Nella giornata che ha visto grandi dichiarazioni del presidente Trump aprire alla guerra commerciale dei dazi abbiamo approfondito come la ristrutturazione della finanza e gli scenari bellici mondiali siano strettamente connessi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lettere dal nuovo incubo americano

USA. Persone migranti, non importa se regolari o meno, vengono rastrellate per strada, sequestrate da uomini dal volto coperto e senza divise o distintivi, e sbattute in pulmini neri per poi scomparire nei centri di detenzionea dell’ICE (U.S. Immigration and Customs Enforcement).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Prima udienza per Anan, Ali e Mansour: ammessi gli interrogatori israeliani, negate le consulenze della difesa

La corte de L’Aquila ha  accettato l’ammissibilità nel processo di metà degli interrogatori fatti nelle carceri israeliane, in spregio a qualsiasi diritto internazionale. da Osservatorio Repressione Negata, invece, l’ammissione di quasi tutte le consulenze di parte proposte dalla difesa degli attivisti palestinesi. Tra le persone che i legali di Anan, Ali e Mansour hanno chiesto […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: attacchi continui (ma respinti) dei turcojihadisti tra Manbij e la diga di Tishreen. L’aggiornamento con Jacopo Bindi dell’Accademia della Modernità Democratica

Nella Siria del Nord e dell’Est, dove da una dozzina d’anni è attiva l’esperienza rivoluzionaria dell’Amministrazione autonoma (Rojava), continuano gli attacchi incessanti contro le Forze democratiche siriane. Aerei da guerra turchi e droni dal cielo, oltre ai mercenari turcojihadisti via terra, colpiscono i fronti sud ed est di Manbij, per cercare di avanzare nella regione della […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria

Ripubblichiamo l’appello dei combattenti italiani Ypg uscito in questi giorni sulla situazione in Siria

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra globale, una sola egemonia da garantire

Ich kenne Schritte die sehr nützen und werde euch vor Fehltritt schützen Und wer nicht tanzen will am Schluss weiß noch nicht dass er tanzen muss Io conosco passi che sono molto utili  e che vi proteggeranno dai passi falsi  e chi alla fine non vuole ballare  non sa ancora che deve ballare (Amerika – […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: attacco ad Ankara, bombardamenti turchi, colloqui con Ocalan

Giovedì, dopo la notizia di un riuscito attacco della guerriglia (rivendicato venerdì mattina) curda del PKK contro la principale industria di ingegneria bellica turca ad Ankara, l’aviazione di Erdogan ha scatenato sanguinosi raid aerei sulla Siria del Nord e sul nord dell’Iraq, dove il PKK sta infliggendo dure perdite all’esercito turco.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

KCK: agiremo secondo il processo sviluppato da Rêber Apo

“Il nostro movimento, con tutte le sue componenti, agirà secondo il processo che il Rêber Apo svilupperà”, ha dichiarato la co-presidenza della KCK, sottolineando che per questo devono essere stabilite le condizioni di salute, sicurezza e lavoro del leader.