Conta più la competitività dello spread!
Ci avevano detto che tutti i sacrifici che stiamo facendo e dovremmo ancor fare per i mesi a venire (a meno che la montiana «lucina in fondo al tunnel» inizi a brillare prima – cosa alquanto improbabile) erano un obbligo dovuto alla divinità finanziaria cui tutto si devolve. La misura della nostra fedeltà ad essa era lo «spread», il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi.
Ieri, il principale portatore di questo discorso pubblico nel nostro paese, il Presidente del Consiglio (commissarato) Mario Monti ha dichiarato pubblicamente – non a caso prima di un incontro pubblico con delle «parti sociali» sempre meno in grado di rappresentare la massa amorfa della forza-lavoro italiana – che più e prima dei numeri dello spread, «conta la competitività» della nostra economia.
Ci avevano detto che quello (lo spread) era il termomentro della nostra buona condotta, oggi ci viene precisato che, in parte, l’attenzione maniacale per quei numeri può essere presa un po’ più alla leggera (un po’, non troppo). Perché?
Quello che emerge dalle dichiarazioni del Presidente (citate senza prestargli particolare attenzione da tutti i Tg) è che tutto il grande indaffararsi intorno a parametri irraggiungibili serve in ultima istanza a disciplinare il corpo sociale dei paesi-cicale. Il capitalismo in crisi cerca di spremere tutto il possibile – quanto non ancora incorporato dentro il rpporto di Capitale: pezzi della riproduzione sociale, beni comuni, welfare residuo, vita – per sopravvivere al suo fallimento e rilanciare un nuovo ciclo di accumulazione di cui non si vedono ancora gli inizi. Se la competitività (e cioè: meno diritti, meno tutele, ritmi di lavoro più incalliti, maggiore vendibilità di tutte le proprie capacità-umane) pensavamo fosse funzione della misura di rientro dello spread, queste dichiarazioni fanno tanto venire il dubbio che, inversamente, tutto il discorso dello spread sia invece solo una scusa per l’imposizione di una maggiore «competitività», con tutto ciò che essa comporta…
Maelzel
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