Golpe in blu
Quando ancora non è stato metabolizzato il colpo di mano che da due giorni ha eliminato il referendum sul nucleare, il governo, non contento, pensa bene di azzerare i rischi e spazzare via anche l’altro scomodo quesito referendario, quello relativo alla ri-pubblicizzazione dell’acqua. Devono aver pensato che quando si colpisce è meglio colpire a fondo e ottenere il massimo. Già che ci criticano – avranno pensato – tanto vale prendere (togliere) tutto quello che si riesce. Come più volte sottolineato, una pura e semplice logica di rapina. Il capitalismo dei disastri trova nel nostro paese una comoda articolazione nel governo dell’esproprio (dall’alto) legalizzato.
Queste le algide parole del ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani a Radio Anch’io: “Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo”. Lo stesso ritornello già speso per giustificare l’annullamento del quesito relativo al nucleare. Se gli intenti e gli interessi sono non solo evidenti ma spudorati, il contenuto esplicito che pretende legittimare la scelta governativa, a ben vedere, è ancora più grave. Indica che l’approfondimento necessario per faccende tanto gravi non può essere oggetto di dibattito pubblico e consultazioni popolari ma solo di una decisione separata di un potere politico in accordo con un’élite tecnico-scientifica addomesticata. Si chiude così la parabola della definitiva infantilizzazione di noi governati, sempre troppo immaturi per decidere da su questioni che ci riguardano così da vicino.
Cosa valgono per questo governo il milione e 400 mila firme di italiani e italiane a sostegno del referendum ? Nulla!
Sarebbe davvero una lezione da imparare a memoria. Dopo anni che si grida al “regime” verrebbe davvero voglia di chiedere ai Guardiani della Legalità come intendono rispondere a quest’ennesima usurpazione. Per parte nostra, non è certo ai Carabinieri o alla Magistratura che intendiamo rivolgerci ma alle piazze riempite da milioni di italian* nell’autunno contro lo sfacelo della Scuola, a febbraio contro l’intoccabilità della casta berlusconiana, oggi in attesa di uno sciopero generale che perde ogni giorno un po’ della sua forza pur ri-sostanziando continuamente le 1000 buone ragioni per esserci… più incazzati che mai.
Red. Infoaut
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