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La Cina è vicina

La fabbrica del mondo non è poi così lontana come sembra. Soprattutto è poco normalizzata, tanto meno felice di produrre merci preziose per il mercato globale, al ritmo e ai prezzi ch’esso richiede. Da anni le fabbriche cinesi in cui si producono i gioiellini hi-tech ormai impostisi come nuovo consumo di massa sono in ebollizione, pronte a saltare in aria per un mancato aumento di salario (marzo), per i servizi che non funzionano (giugno) o per ribellarsi ai soprusi di un capetto che, in Cina come in Europa, nei ’70 dell’ultimo secolo o nei primi ’10 del nuovo non smettono di “prendere i tempi” a chi sgobba, standogli col fiato sul collo e imponendogli ritmi più veloci.

Non sappiamo qual è l’esatta dinamica che ha fatto scattare la scintilla. Poco importa! E’ chiaro che abbiamo di fronte una rivolta contro la militarizzazione del lavoro. Basta guardare i video che iniziano a girare in rete, ascoltare le grida di giubilio mentre vengono spaccate le vetrate dei pullaman che portano al lavoro o le transenne che recintano le aree di produzione per comprendere quale sia il linguaggio d’insubordinazione di questi operai. Come non veder nei loro gesti, sguardi, nei vestiti che portano, la dimensione globalizzata delle giovani generazioni. Sono così diversi dai giovani di piazza Tahrir o dei London riots?! Le giovani generazioni cinesi che abitano le nostre metropoli quanto hanno in comune coi loro padri e madri, così ubbidientemente disciplinati al lavoro, loro che portano tagli di capelli tanto arditi e jeans strettissimi e che ben poca voglia hanno di passare la vita in un ristorante, o in un parrucchiere, o in una lavanderia…

Questa loro ribellione è anche una spinta per le giovani generazioni europee, ancora troppo timide e incapaci di articolare una qualche forma di risposta all’altezza dell’austerità che ci stanno imponendo. Oggi sì, la Cina ci è vicina… e chissenefrega se la nuova linea di Iphone 5  tarderanno ad arrivare. Chi lo sa, magari saranno migliaia gli articoli difettosi che gli Apple Store non vedono l’ora di di esporre nelle loro vetrine così minimal… Forse allora la Foxconn sarà obbligata a trattare.

Per intanto, W i rioters di Taiyuan!


Maelzel

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