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Le dichiarazioni di Stefano Esposito

di Francesco Richetto (per notav.info)

Apprendo oggi che domenica 11 settembre, in una intervista online rilasciata al quotidiano Repubblica.it, il signor Stefano Esposito, parlamentare iscritto al Partito Democratico, cita la mia persona nella seguente frase “E’ evidente, però -sostiene- che le due ragazze arrestate non sono altro che ‘truppa’ al servizio dei capi, a cominciare da Giorgio Rossetto, Luca Abbà, Francesco Richetto, che sono i teorici e i mandanti di queste azioni violente e teppistiche“; poi prosegue: “Ora mi auguro che al più presto queste figure, che non nascondono il loro ruolo, vengano perseguite attraverso gli strumenti previsti dalla legge.” L’intervista continua poi in uno sproloquio a dir poco vergognoso sulle due ragazze arrestate la notte di venerdì 9 in val Clarea, al quale già in molti hanno avuto modo di rispondere e sul quale evito di pronunciarmi, data la bassezza degli argomenti e il livello ignobile praticato dal parlamentare.

Prima di affrontare nel merito queste gravi affermazioni voglio premettere alcuni fatti, essenziali per capire le analisi successive. Nella mia vita non ho mai incontrato di persona il sig. Stefano Esposito. Conosco il suo volto e le sue parole tramite i quotidiani, e nell’ultimo dibattito pubblico svoltosi a Sant’Ambrogio di Susa, in cui l’onorevole era presente, io invece ero assente (fortuna mia), causa altri impegni (non sicuramente quelli del teorema sopra citato, ma per un breve periodo di vacanza). Nella mia seppur breve vita (ho 30anni) non ho mai avuto la possibilità di incontrarlo, nonostante egli “rappresenti” in parlamento a Roma la terra in cui sono nato e cresciuto. E questo la dice già lunga sul livello di interesse e rapporti che lui e la casta di cui fa parte hanno con i cittadini.

A proposito di quanto affermato dal sig. Stefano Esposito, posso solo dire che non sono nè un “capo”, nè un mandante di un bel niente. Partecipo alla lotta No tav da quando ne ho capito l’importanza e il valore, e non rinnego sicuramente la mia partecipazione alle iniziative che in questi anni sono state portate avanti. Partecipare in prima persona alla lotta, scrivere e dare il proprio contributo ai dibatti e alle assemblee è quello che ogni valsusino fa da anni.

Premesso questo, mi pongo due seri e importanti interrogativi. Come fa il sig. Esposito a sostenere quanto sopra detto se non mi ha mai incontrato e non mi conosce personalmente? Se quanto da lui affermato, ipotesi ancora più grave, non fosse solo il suo pensiero, ma facesse già parte di una tesi accusatoria formulata dalla magistratura o dalla polizia giudiziaria che indaga sul movimento No tav, come è stata possibile una fuga di notizie di questa entità?

Le risposte, in questo caso, non possono che essere due:

1. se si tratta di una tesi del signor Esposito, e unicamente sua, e qualora si dovessero verificare le condizioni da lui evocate (che io venissi perseguito dalla legge come “capo” o mandante del movimento No tav) non si potrebbe fare altro che ritenere Stefano Esposito il mandante politico di questa operazione. Ricordo a tutti che vivendo in teoria “ancora” in uno stato di diritto garantito da una Costituzione, il fatto che il potere politico o legislativo intervengano, indicando dei cittadini da perseguire a un altro dei tre poteri, quello giuridico, è gravissimo. Questi poteri devono, in uno stato di diritto, rimanere separati e totalmente indipendenti, garanzia essenziale per evitare il ripetersi di tristi paragrafi storici tipici delle peggiori dittature.

2. se le tesi sopra citate non sono frutto del ragionamento del parlamentare in questione, allora sono tesi realmente parte di un’indagine del potere giuridico, magistratura o inquirenti che siano, e il passaggio è avvenuto in maniera inversa. Anche in questo caso si tratterebbe di una cosa gravissima, che non tutela nè garantisce in nessun caso i diritti civili della mia persona. E non penso sia possibile che un cultore del rispetto delle norme giuridiche come il giudice Caselli possa scendere così in basso da andare a raccontare a un personaggio simile il lavoro che viene svolto dal pool in procura della Repubblica.

Suppongo a questo punto che siano vere le voci di popolo che narrano come Stefano Esposito, quand’era dirigente dell’Uds, intrattenesse rapporti più che amichevoli e affettuosi con i funzionari della digos; rapporto che per la sua indole avrà continuato a coltivare nelle buvette del comune, della regione ecc. Presumo quindi che questo possa essere il canale attraverso il quale potrebbero essere filtrate queste gravi informazioni.

Quale che siano le risposte, non possono che rimarcare ancora una volta le qualità del soggetto in questione e sono di fatto la spiegazione naturale alle premesse iniziali. Io, Francesco Richetto non ho mai incontrato e probabilmente mai incontrerò Stefano Esposito sulla mia strada. Sono strade diverse e che mai si congiungeranno.

Io con la mia gente, nella terra in cui sono nato. Lui su una poltrona romana insieme agli altri della casta che sta rovinando l’Italia.

Io in cantiere con i calli alle mani (lavoro nell’edilizia), lui negli uffici con l’aria condizionata.

Io nei cortei a parlare con gli studenti, i No tav, le persone, lui a parlare con la polizia e con i carabinieri.

Io che cerco di cambiare in meglio (scusate la presunzione) il posto in cui vivo, lui che cerca in tutti i modi di fare costruire l’alta velocità in val di Susa, con un immenso fiume di denaro pubblico rubato alla collettività, da spartire tra i soliti pochi, sempre più ricchi.

Sinceramente, avrei preferito non scrivere queste righe, e continuare a ignorare questa persona. Mi è sembrato però giusto mettere in chiaro questa grave situazione che mi chiama in causa direttamente, in modo che tutti possano sapere chi trama dietro la lotta no tav e la val di Susa.

In ogni caso non sarà un’operazione giudiziaria a fermare questo movimento, e la stessa tesi di partenza che prevede capi o mandanti ne evidenzia la debolezza strutturale. Se qualcuno pensa di invadere la val di Susa e costruire l’alta velocità con queste analisi del movimento, vuol dire che ha capito veramente poco. Un movimento popolare così trasversale, ampio e diffuso, in Italia forse non si era mai visto. Questa è la vera potenza e la vera forza di questa lotta.

VIVA LA LOTTA NO TAV!

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