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Le mille bolle blu…

Il Natale è il tempo dei regali, e il tridente d’attacco Monti Napolitano Draghi quest’anno è stato molto generoso: 34,8 miliardi di euro per un regalo chiamato manovra “salva-Italia”. Lo abbiamo già scritto più volte, la stranezza è proprio che a salvarci sia chi questa crisi l’ha creata quando ricopriva altri ruoli. Ma come si dice: la vita è strana.

Per rinfrescare la memoria, in queste vacanze, è utile sempre ricordare dove stava Mario Draghi dal 2002 al 2005. Nel periodo in cui in America le banche d’affari erano scatenate in manovre speculative e scavavano il baratro finanziario, Draghi era vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs. Mentre Mario Monti dal 2005 era International Advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del “Goldman Sachs Global Market Institute”.

Comunque il Presidente Napolitano ci ha rassicurati: “Insieme all’Unione Europea, abbiamo la coscienza di avere individuato i passi essenziali da compiere per disinnescare una crisi che non nasce in Europa ma viene da lontano”.

Quindi Napolitano ci sta dicendo che la sua scelta di farsi sponsor di Draghi e di Monti è stata vincente. Dopo tutto, se loro hanno creato la crisi, chi meglio di loro conosce il modo di uscirne?

Ma cosa hanno escogitato i due Mario? Agli inizi di dicembre Draghi annuncia misure eccezionali da parte della BCE per contrastare la crisi: due rifinanziamenti straordinari a favore delle banche, della durata di 36 mesi, per garantire liquidità agli istituti di credito, a condizioni più favorevoli, accettando una gamma di titoli più accomodanti che le banche possono fornire alla BCE come garanzia in cambio di liquidità, con un taglio del tasso degli interessi all’1 per cento.

E cosa fa Monti in contemporanea nella manovra “salva-Italia”? Prevede per le banche italiane la possibilità di emettere obbligazioni “fittizie” garantite dallo Stato, per accedere al prestito della BCE.

Ieri (21 dicembre) c’è stata la prima asta in cui la Banca Centrale Europea ha erogato 489,19 miliardi di euro con scadenza a 3 anni, a favore delle banche che operano nell’area euro. Gli istituti italiani grazie all’aiutino di Monti sono così riusciti ha prelevare 50 miliardi di euro in più da Francoforte, rispetto a quanto sarebbe stato loro possibile con i titoli che avevano come garanzia precedentemente.

Il passaggio voluto da Draghi e aiutato da Monti è quello che le banche possono utilizzare i finanziamenti della BCE (all’1%) per comprare BTp (che rendono il 6,5%) e abbassare così i rendimenti dei BTp dando un po’ di sollievo allo Stato.

Questo però, se da un lato non è scontato perché le banche potrebbero continuare a stare lontani dai titoli di Stato dei Paesi periferici, facendo fallire il piano Draghi, dall’altro prepara un’altra bomba. A dirlo fra l’altro non è un professore del marxismo ortodosso fedele di Kim Jong-il, ma Il Sole 24 Ore: “avrebbe anche l’effetto collaterale di creare un corto circuito spaventoso: lo Stato mette la garanzia sui bond bancari, le banche li usano per finanziarsi in BCE e con i soldi comprano titoli dello stesso Stato. Non serve un genio per vedere, dietro questa «manna», una potenziale bomba”. Insomma la cura alla crisi di Monti, Draghi è la malattia stessar: ispondere a crisi provocate da bolle finanziarie con altre possibili bolle.

Inoltre Draghi pochi giorni fa ha ritenuto di dover ribadire che è escluso che l’Istituto centrale possa fare qualsiasi prestito in denaro agli Stati in difficoltà per finanziare il deficit, perché il Trattato europeo stabilisce che la BCE deve occuparsi essenzialmente di garantire la stabilità dei prezzi. E un comportamento contrario danneggerebbe l’immagine e la credibilità dell’Istituzione.

Per cui con Draghi, che rassicura i governi Europei (la Germania) sul ruolo della BCE, e con Napolitano, che rassicura noi e ci dice che: “ Insieme all’Unione Europea, abbiamo la coscienza di avere individuato i passi essenziali”, appare che almeno la EU sia unita.

In Germania però tutto questo “insieme” non sembra così sicuro: proprio ieri sullo Spiegel, riferendosi a Draghi, è stato dichiarato “questo è un gioco con il fuoco”. La realtà è che l’asta di ieri viene vista proprio come un finanziamento statale indiretto della BCE, che significherebbe un coinvolgimento nella spirale di svalorizzazione del capitale finanziario europeo. Nonostante le varie rassicurazioni di facciata basta leggere più a fondo per trovare molto caos.

Alla fine della storia a Natale gli unici che hanno ricevuto regali sono state le Banche, mentre noi li abbiamo comprati spendendo anche molto. E questo Natale, se non ci svegliamo, rischia di essere soltanto l’inizio. L’articolo 18 oltre a ritrattazioni varie e qualche abbaio dei sindacati sembra essere la prossima meta. Ma intanto in Europa sempre i soliti continuano a creare “mille bolle blu che danzano, su grappoli di nuvole”.

 

Redazione Infoaut

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