Lo sciacallaggio sui morti e la nostra memoria
Persone che muoiono mentre sono inerpicate a raccogliere frutta e ortaggi per pochi spiccioli sotto il sole cocente; barche che affondano con decine di esseri umani a bordo; tir che trasportano morti da uno stato all’altro d’Europa; genocidi in corso ai confini della Turchia contro la dignità di chi, come i curdi, ha scelto di difendersi dall’oppressione tirannica bilaterale e da mire espansionistiche e di stampo ultrapatriarcale.
Eppure le news scorrono rapide, dando un taglio e una dimensione relativamente irrisoria – per tempistica e approfondimento – alla gravità di avvenimenti che sono sì in ordine e priorità sparsa, ma tutti quanti sistematici (vedasi i morti in mare che si susseguono da anni, morti sul lavoro nei campi e sfruttamento del bracciantato, ecc) .
Per altre vicende come quella, apparentemente lontana, legata alla redazione di Charlie Hebdo, sono state invece dedicate prime pagine, pubblicità, libri, minuti di analisi nei telegiornali di ogni dì. Giorno dopo giorno, ora dopo ora, amplificando lo shock e il risentimento collettivo al fine di giustificare volontà belliche.
Le migliaia di morti nel mar Mediterraneo e dentro quello che sempre più viene definendosi come spazio europeo di frontiera, per il media mainstream europeo sono e saranno indubbiamente molto, molto meno degni di quelli delle Twin Towers o dei vignettisti della redazione parigina.
Come e più degli anni precedenti al mantra della fine della storia, a partire dal basso e dal movimento inteso come persone che quotidianamente agiscono dentro e contro il presente, dovremmo cominciare a mettere in discussione la creazione subdola di morti di Serie A,B,C.. (come lo sminuire i pescatori indiani nel caso dei marò, o la leggerezza con cui sono trattate le morti nel mar Mediterraneo)
Per quale ragione dovremmo essere sensibili alle stragi causate da fenomeni naturali quali tornado, uragani, alluvioni, terremoti, e tanto freddi rispetto a quelle causate dalle controversie dei poteri a cui la maggioranza dell’umanità (almeno a queste latitudini) delega le proprie possibilità?
Essere tanto insensibili a ciò che ci accade all’uscio di casa non è forse sintomo dell’incapacità di reazione collettiva alle ulteriori iniquità prodotte da Renzi & Co, alle devastazioni implementate dallo Sblocca Italia e dal convincersi che le grandi opere inutili e probabilmente irrealizzate (ricordate il Ponte sullo Stretto?) sono utili e verranno realizzate?
Allo stesso tempo, un ministro come Poletti mente e falsifica dati, un Governo mai eletto decide di pigiare sull’acceleratore neo-capitalista aumentando la disparità tra garantiti e non.. e alle porte di casa incrociatori e cannoni potrebbero presto dar vita all’ennesima guerra che rischierebbe, a questo giro, di coinvolgere le nostre strade, i nostri quartieri, le nostre supposte sicurezze..
In un contesto del genere c’è da scegliere se essere investiti dal razzismo opportunista e classista del Salvini di turno, oppure mettere in primo luogo l’irriducibilità delle vite umane a essere svendute, sfruttate, ricattate, quando non assoldate per i tornaconti di quello che in fondo è affarismo guerrafondaio utile a mantenere intatti i privilegi dei dominanti
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