InfoAut

Perseverare diabolicum est

Riportare i processi sui piedi, se si vuole seguire l’abc del materialismo; non mettere il carro davanti ai buoi, per dirla con il linguaggio popolare. Avvertimenti di metodo preziosi e perfino banali, sennonché puntualmente disattesi in buona parte del dibattito politico in Italia. Lo avevamo già visto in autunno, quando non pochi hanno pensato che bastassero quattro tende per riprodurre le acampadas, oppure un “microfono umano” per farsi portavoce di un fantomatico occupy nazionale. E ancora prima, un po’ di medicine “solidali” sotto i flash dei fotografi avrebbero garantito di fronte all’opinione pubblica il rapporto con le insurrezioni in Tunisia ed Egitto. Come se l’importante fosse rappresentare la forma, incuranti della sostanza delle lotte; il simbolico, privato della materialità dei conflitti. Poi è venuto il 15 ottobre che, in modo crudo, ha riportato tutti a un principio di realtà: le alleanze tra i ceti politici sono saltate, la ricomposizione tra i differenti soggetti di classe resta un nodo insoluto. Invece di porsi questo problema, centrale in tutte le lotte nella crisi, i più hanno continuato a battere le scorciatoie politiciste, aggiungendoci quella dose di protervo rancore che appartiene agli sconfitti, espresso nel rituale linguaggio della sinistra: complottismo e dietrologia.

 

Ora ci risiamo. Nemmeno la canicola estiva consegna una pausa di salutare riflessione e ci risparmia dalla ripetizione degli stessi errori, che questa volta prendono il nome del dibattito sulla “Syriza italiana”. Basterebbe poco per capire qual è il rapporto tra le lotte in Grecia e Syriza. Basterebbe, ad esempio, parlare con compagni e più in generale con chi ha preso parte alle insorgenze di massa per farsi spiegare come stanno le cose. Chiamatela inchiesta o come vi pare, di sicuro è necessario avere voglia di capire e fare una scelta di campo, cioè misurare l’efficacia della politica antagonista dalla generalizzazione delle lotte e non dalla presenza nei salotti televisivi. Gli stessi dirigenti della coalizione elettorale che ha sfiorato il successo nelle elezioni greche (solo sfiorato, per loro fortuna, perché una vittoria avrebbe per loro significato essere prigionieri delle manovre lacrime e sangue imposte dalla troika) riconoscono che sono le lotte e i movimenti il motore centrale del processo. Loro non esisterebbero senza, e oggi scomparirebbero se pensassero di rappresentarle.

 

In Italia, invece, la lettura è capovolta. Sono i dirigenti di Syriza e non le lotte a essere assunte come modello – anzi, il retro-pensiero è che proprio la virtù della coalizione elettorale ha riportato su un piano di alternativa democratica un movimento che altrimenti stava bruciando nel suo fuoco. Una rappresentazione estremamente semplicistica: in Grecia non c’è solo Syriza o i deliri individual-nichilisti ma processi di lotta e autorganizzazione che da anni, contro la crisi, accumulano forza nei quartieri e nei territori.

Sarebbe quindi sufficiente chiedere a Vendola e a De Magistris di fare altrettanto, creare un’alleanza tra rappresentanze – quelle dei movimenti e quelle della sinistra – e il gioco è fatto? Di primo acchito verrebbe da chiedersi se si leggono i giornali, se ci si rende conto che Vendola (esaurita la sua stucchevole retorica veltronian-pasoliniana) sta supplicando in ginocchio un Bersani di cartone perché torni a trattare con lui, che Sel all’oggi è un partitino tutt’altro che sicuro di arrivare alla soglia di sbarramento e quindi di poter offrire posti da parlamentare, che anche la farsa delle primarie (per chi vi ha mai creduto) è ormai uno sbiadito ricordo, che Di Pietro è preoccupato di fare la voce grossa per evitare un’emorragia di voti verso il Movimento 5 stelle (e Grillo è il nemico di tutti, innanzitutto perché è colui che porta via le poltrone che qualcuno aveva ingenuamente pensato di occupare), che De Magistris è impegnato a consolidare il suo regno napoletano – del bene comune, ovviamente. Ma sul carro della Syriza italiana vogliono salirci in tanti: i resti del Prc e Sinistra Critica, Diliberto e i suoi accoliti, il “mite” Revelli e un’Alba che stenta a sorgere.

 

C’è continuità nell’errore, dicevamo. Continuità nella scorciatoia proposta: la questione dell’alleanza tra studenti, operai e movimenti diventa la questione dell’alleanza tra i sedicenti rappresentanti degli studenti, i sedicenti rappresentanti degli operai e i sedicenti rappresentanti dei movimenti. Continuità nel presupposto a partire da cui questa scorciatoie prende forma: la crisi non produce lotte ma solo frammentazione e disperazione, quindi la soluzione è il fronte popolare. É questo un bersanismo di movimento, il pensare cioè che più si moderano le istanze di lotta e più si allarga la base del consenso. Su questo tragico errore si è consumata la parabola della sinistra italiana, al pari delle esperienze di unità di ceti politici degli ultimi due anni. E non si vede come proprio quella mitizzata esperienza di Syriza venga fuori dalla polarizzazione prodotta dalla crisi, che brucia incertezze e indecisione, che consuma quello spazio centrista che qualcuno vorrebbe occupare.

Ci sembra, questa sì, autosufficienza minoritaria, ovvero il misurare la realtà a partire dal proprio ombelico e dalle esigenze di preservazione delle proprie strutture. Significa ciò rinunciare al problema della vittoria? Al contrario, a meno che la si intenda come “vittoria” individuale di chi riesce a farsi eleggere. Quel problema collettivo è invece vivo e ben presente nelle lotte reali, a partire dal movimento No Tav in Val Susa: qui la dimensione maggioritaria è stata creata da una relazione virtuosa tra individuazione di un terreno sociale e investimento militante. Se negli anni si sbaglia l’uno o l’altro, o entrambi, si può anche decidere di ricorrere alle scorciatoie e a tirare a campare, basta che non si faccia della propria crisi una ricetta per tutti e dei propri errori un modello. Perché ora più che mai il punto è l’unificazione delle lotte, non dei ceti politici.

 

Panta rhei os potamòs

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

crisieurocrisiGreciaitalia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Piazze per la Palestina: una speranza che può esistere, un punto segnato alla controparte

Il 5 ottobre a Roma è stata una giornata importante, la conferma di una speranza che può esistere, un punto segnato sulla controparte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le lotte non fanno un passo indietro: nuova occupazione a Milano della rete CI SIAMO di viale Sarca

I fattiIl 19 settembre un incendio divampa nello stabile situato in via Fracastoro 8, dove vivevano 70 migranti della rete Ci siamo, già sottoposti a molteplici sgomberi senza che le istituzioni milanesi fossero in grado di trovare soluzioni abitative per le famiglie e i lavoratori/lavoratrici che da tempo si confrontavano con le difficoltà di trovare […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sul dibattito verso il 5 ottobre

Fatichiamo a comprendere il dibattito che si è aperto in vista del corteo del 5 ottobre contro il genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Attenti al lupo!

Il governo Meloni, coerentemente con i suoi proclami, introduce un disegno di legge che ha lasciato carta bianca alle fantasie dei Ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto che prevede nuovi reati e pene più pesanti per chi, come la levata di scudi conclude, “protesta”. E viene immediatamente da chiedersi, sì, ma chi protesta?

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Israele fa rotolare il masso della guerra

Il governo israeliano continua imperterrito il suo programma di escalation in Medio Oriente con un attacco che, se fosse avvenuto in qualsiasi paese occidentale, non si sarebbe esitato a definire terroristico.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra in Medio Oriente: non è un se, ma un quando

Chi vuole un ampliamento del conflitto? Chi vuole trasformare la carneficina di Gaza in una guerra regionale?

Immagine di copertina per il post
Editoriali

American way of death

Pochi giorni dopo la sparatoria di Butler che ha causato una ferita all’orecchio di Trump, un morto, due feriti e uno scossone nell’andamento della campagna elettorale più folkloristica di sempre, Trump torna alla carica alla vigilia della convention repubblicana di Milwaukee che lo incoronerà ufficialmente candidato, dicendo “Non mi arrenderò mai, vi amo tutti”. Il […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Centro addestrativo per i piloti di elicotteri da guerra in Liguria.

Sorgerà in Liguria un grande centro di formazione ed addestramento dei piloti di elicottero delle forze armate italiane e straniere; la realizzazione sarà affidata ad un’azienda leader del complesso militare-industriale di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel CPR ad Atene per la solidarietà alla Palestina

Il 14 maggio 2024, ventotto (28) persone sono state arrestate nel corso dell’operazione di polizia durante l’occupazione della Facoltà di Giurisprudenza di Atene nel contesto delle proteste internazionali contro lo spargimento di sangue a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: passa la legge sulla creazione di università private. Scontri fuori dal Parlamento

In Grecia è passata in Parlamento la contestatissima legge che equipara le università private con quelle pubbliche nel paese.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: ampia mobilitazione delle università, occupati la maggior parte degli Atenei contro la creazione di poli privati

Grecia. La lotta del mondo accademico e universitario ellenico si intensifica di giorno in giorno in vista della presentazione del controverso disegno di legge per la creazione di università private.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele vuole Anan Yaeesh, l’Italia intanto lo fa arrestare

Il caso del 37enne palestinese, residente a L’Aquila, accusato da Tel Aviv di finanziare la Brigata Tulkarem.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cannoni italiani contro i palestinesi di Gaza

La conferma giunge adesso direttamente dalla Marina Militare di Israele: alle operazioni di guerra contro Gaza partecipano le unità navali armate con i cannoni di OTO Melara del gruppo italiano Leonardo SpA.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: università occupate contro la legge che equipara gli atenei privati a quelli statali

Più della metà delle facoltà della Grecia sono occupate da studentesse e studenti contro la scelta del governo conservatore di Kyriakos Mītsotakīs di aprire alle università private con una legge che le equiparerà agli atenei statali. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Proteste degli agricoltori in tutta Europa. In Francia una giovane donna investita durante un blocco

Dopo le mobilitazioni degli agricoltori in Germania il movimento si estende in Francia, in particolare nella regione dell’Occitanie. Bloccata la A64 a Carbonne, i blocchi si moltiplicano a macchia d’olio intorno a Tolosa nella Haute-Garonne, bloccata anche l’autostrada A20 di Montauban.