Catania: la polizia irrompe nel liceo, gli studenti bloccano la città
Dieci giorni fa iniziava a Catania l’occupazione del liceo “Boggio Lera”. Centinaia di studenti e studentesse hanno partecipato e attraversato i giorni di autorganizzazione della scuola. Una protesta che ha evidentemente preoccupato le autorità decise a stroncare con l’intimidazione l’iniziativa studentesca. D’altra parte se il governo auspica una scuola dell’ordine fatta di grembiuli e sceriffi serviranno pure delle guardie solerti. Ma la situazione può sempre sfuggire loro di mano…
Forse i momenti di decisionalità dal basso, di presa di responsabilità collettiva per uno scopo comune di socialità slegata da quello che è diventata la scuola-lavoro (altro che alternanza!) hanno fatto paura alla controparte. Ai vari Salvini, Di Maio, ma anche ai vari Renzi e Berlusconi, la resilienza storica espressa da una generazione bistrattata da chiunque può sicuramente fare paura. A qualcuno quindi questa occupazione non è andata a genio. Non si capisce, se no, perché nonostante un accordo con la dirigenza per concludere l’occupazione e un incontro fissato con il Prefetto, la Digos sia voluta intervenire in forze nella tarda serata di ieri, sfondando la porta, a suon di minacce fisiche e verbali sugli studenti e le studentesse del liceo.
In risposta a questo intervento oltre 200 studenti organizzati, questa mattina, si sono radunati ai cancelli della scuola, hanno occupato prima l’ingresso e poi organizzato un blocco stradale per dare una risposta dura all’abuso perpetrato dalla polizia. Sono state raccolte transenne e oggetti vari e il blocco, sempre più numeroso, ha resistito dalle 9:00 fino alle 10.00 ed a diversi tentativi di sciogliere il presidio da parte della Digos, che hanno visto gli studenti e le studentesse rispondere con determinazione.
Ne è seguito un corteo spontaneo nel quartiere popolare in cui è inserita la scuola, che ha prima raggiunto la sede succursale “Grassi”, incitando ad un’assemblea e gridando cori contro la repressione, poi si è diretto verso la vicina scuola “Spedalieri” per sostenere i compagni che nei giorni scorsi hanno subito anche loro episodi di repressione. Il blocco iniziale ed il corteo spontaneo hanno decisamente mandato in tilt il traffico cittadino, e messo in crisi la viabilità in città, oltre che l’apparato di polizia. Il corteo si è infine concluso solo quando gli studenti, rientrati a scuola, hanno fatto un’assemblea di bilancio dei giorni passati e rilancio di nuove lotte.
Alla faccia dei discorsi sommari, dei politicanti che dicono che i giovani dovrebbero impegnarsi di più per ottenere successo nella vita- ed un lavoro, quindi! – , alle parole di chi dice che questa è una generazione di inetti, che fa bene a emigrare; alla faccia di chi attribuisce indifferenza e mancanza di valori ai giovani d’oggi; alla faccia di chi sta molto sui social e poco nei rapporti di forza della società, degli indignati e dei malati di post su facebook sostenitori di una sorta di “post-democrazia” che oggi racchiude un certo mondo istituzionale. Oggi un piccolo pezzo di generazione, ha saputo non chinare la testa e imporsi tanto alle istituzioni scolastiche quanto all’apparato repressivo per continuare la propria protesta impedendo che altri decidessero sul suo conto con la prepotenza poliziesca.
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