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Passerella ERSU rovinata: contestazione degli studenti contro il nuovo ISEE

Palermo.Oggi 10 Dicembre, un centinaio di studenti universitari ha contestato la “Notte bianca dell’Ersu”, giornata organizzata dall’Ente regionale per il diritto allo studio negli Atenei dell’Isola. In particolare gli studenti hanno attuato un vero e proprio blocco del tavolo tecnico sul tema del diritto

Argomenti che condizionano particolarmente e direttamente la vita quotidiana degli universitari, e che invece oggi era previsto fossero discussi solo ed esclusivamente dai vertici delle governance universitarie siciliane (presidenti dell’ERSU, assessore all’ Economia, assessore regionale all’Istruzione, presidente della Commissione Bilancio all’Ars, rettori delle università sia pubbliche che private, Consorzi universitari siciliani, vertici degli istituti siciliani di altà formazione artistica e musicale, rappresentanti degli studenti al Consiglio nazionale studenti universitari ). Insomma, praticamente tutti coloro che, oltre a spianare la strada alla definitiva aziendalizzazione e dequalificazione della formazione universitaria, non sono direttamente interessati, se non ai profitti, e non subiscono in prima persona i vari provvedimenti che di anno in anno fanno aumentare le tasse a fronte di una sempre maggiore scarsitá di servizi offerti agli studenti.

Basta pensare alle ricadute che il nuovo calcolo ISEE ha avuto su tantissimi studenti, soprattutto sui detentori di borsa di studio, i quali in base al nuovo calcolo si sono visti detratti del diritto a borse e alloggi. Tanti, troppi studenti non potranno più permettersi di accedere all’Università a causa di spese troppo esose imposte dall’alto. “Basta chiacchiere sul nostro futuro!” è lo striscione che gli studenti oggi hanno esposto allo studentato San Saverio, il luogo dell’incontro, proprio con l’intenzione di rifiutare questa ridicola passerella organizzata dall’ERSU proprio sul tema del diritto allo studio. Diritto che viene oltretutto negato a partire già dagli escludenti test d’ingresso.

Gli studenti hanno interrotto l’incontro irrompendo nell’aula, intonando cori e pressando per intervenire; il tavolo difatti era “aperto” agli studenti, solo per partecipare però, non per intervenire. Sono riusciti a intervenire immediatamente esponendo le ragioni della nostra protesta che si protrae da mesi, che ha come perno il vasto tema del diritto allo studio, e come rivendicazione principale una rimodulazione dei parametri del nuovo calcolo ISEE in base alla specificità siciliana che sta attraversando un periodo di profonda crisi economica. L’azione mette a critica i nuovi criteri utilizzati per l’elaborazione del calcolo ISEE riguardante l’università imposta dal governo Renzi nel decreto Salva Italia che rende sistematicamente i redditi più alti nonostante nella pratica essi rimangano invariati. Se in Sicilia in particolar modo poi, è sempre in aumento il fenomeno dell’emigrazione giovanile (forzata), e se ad esempio a Palermo in quattro anni si sono verificati circa 5000 iscritti in meno, crediamo che i test d’ingresso in ciò abbiano giocato e giochino un ruolo fondamentale.

Quanti hanno quest’oggi bloccato il tavolo tecnico non sono disposti ad accettare che siano proprio gli studenti gli esclusi dai processi decisionali che li riguardano direttamente, e soprattutto si oppongono ad un’università di classe e d’elitè sempre meno a misura di studente e sempre più supina invece, ai finanziamenti e ai conseguenti interessi privati (in base ai quali, insieme alle valutazioni di governo sui bilanci degli atenei, verranno inevitabilmente a crearsi università di “serie A e serie B”). Gli studenti sono quindi riusciti a intervenire e hanno così potuto esporre le ragioni della loro protesta pretendendo una rimodulazione dei parametri del nuovo calcolo ISEE in base alla specificità siciliana che sta attraversando un periodo di profonda crisi. Patetica poi ed oltremodo esagerata la reazione della controparte in causa, che ad un’azione pacifica di protesta degli studenti ha immediatamente risposto chiamando carabinieri e digos per tentare di bloccare – senza risultato – la contestazione che è si è protratta per più di mezz’ora.

Determinati a non fermarsi fino a quando non otterranno ciò che gli spetta di diritto, come oggi gli studenti non si lasceranno sfuggire occasioni di contestare vertici, governance universitarie e istituzionali responsabili dell’attuale disastro in atto nel mondo della formazione.

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