19 ottobre 2013: siamo in Movimento
Quella di ieri, 19 ottobre, è stata una straordinaria giornata. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza, letteralmente sfidando i consueti bollettini del terrore di giornalisti più o meno prezzolati, ma tutti completamente asserviti a una rappresentazione della società che sfugge dalle dinamiche reali. Una splendida componente militante ha realizzato in un appuntamento nazionale ciò che nei singoli territori accade nelle lotte quotidiane: la saldatura con uno strato sociale allo stesso tempo composito e di classe. I Movimenti di lotta per la casa e per il diritto all’abitare hanno riportato un successo storico in termini di quantità e qualità: migliaia e migliaia di occupanti, belli come il sole con le loro vite arricchite da riappropriazioni più o meno recenti, una miriade di migranti con i bambini al seguito, a comporre quel meticciato che già c’è nelle nostre metropoli e nelle vite di tutti i giorni. L’Autorganizzazione non più semplicemente cantata come un mantra da evocare, ma finalmente vissuta realmente come pratica, l’unica possibile nell’epoca dei poteri transnazionali. Una risposta al teatrino della politica, che ancora stamattina incentra la propria attenzione sugli ultimi dinosauri rimasti nel nostro paese, Berlusconi, Monti, Grillo, Letta e sugli zoo nei quali li teniamo rinchiusi, si chiamino parlamenti, ministeri, governi. E poi i compagni e le compagne di tutta Italia, ancora una volta assieme, a costruire un tentativo di unità reale, seppur difficile, e comunque in grado di trovare una mediazione possibile, ciascuno con le proprie pratiche, non criminalizzabili nè autolesionisti.
Ci siamo, verrebbe da dire. Se non fosse che questo deve essere solamente un inizio da cui partire, che i nemici sono sempre lì ancorati nella loro sordità ai luoghi di potere dove sono nati e cresciuti. Se non fosse che anche stamattina le ammiraglie dell’informazione di regime (da Repubblica al Corriere, dal Fatto Quotidiano alla Stampa) hanno provato a ripetere la loro descrizione della giornata, fatta dei consueti paradigmi, che hanno stancato tutti eccetto loro stessi.
Ma la strada intrapresa è quella giusta, bellissima ma difficilissima. L’entusiasmo che una giornata del genere lascia, deve essere riportato nelle singole città a dimostrazione che ciascuna lotta particolare e territoriale può e deve saldarsi col resto di un Movimento variegato e antagonista. A realizzare quella ricomposizione sociale nel conflitto di cui tanto parliamo, ma che finalmente vediamo possibile all’orizzonte.
Se ieri è stato appena un barlume di sollevazione generale, almeno abbiamo sollevato la testa per guardare assieme la strada da percorrere. Non ci sono scorciatoie ma sappiamo che è quella giusta.
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