Il flop dei SìTav (e il successo del campeggio di Venaus)
Comunque la si voglia mettere, l’impegno “militante” profuso dai Pm con l’elmetto Padalino e Rinaudo si è risolto in un nulla di fatto. Tanto sbattimento (passare un venerdì notte con l’elmetto dentro il recinto della Clarea con la bava alla bocca) per un risultato in fondo al ribasso per chi si è tanto speso nel costruire l’immagine di “nemici pubblici” da rinchiudere nelle patrie galere.
Non gridiamo alla vittoria (perché 6 di questi compagni sono ancora costretti tra quattro mura – anche se più comodi e accoglienti di quelle delle Vallette) ma certo non possiamo non brindare per il magro risultato raggiunto da chi ci vuole tanto male. Alla prova dei fatti manca la sostanza penale per giustificare la detenzione di 7 persone che la violenza l’hanno subita…
Se l’udienza di oggi ha sancito una battuta d’arresto per i Pm piglia tutto (quelli che sgomitano per farsi consegnare tutti i processi possibili contro i Notav e le lotte sociali) anche una fetta consistente dell’opinione pubblica non è più disposta a credere alle favole sulle “sorti magnifiche e progressive” dell’Alta Velocità.
La palma d’oro dell’idiota cui manca il più minimo tatto umano è toccata questa settimana al poco onorevole senatore Esposito (Uomo Senza Qualità che ha deciso di fare la parte del pasdaran “si tav” in mancanza di altre doti), dileggiato e insultato in Rete per il suo tweet indegno su Marta. Tante donne (e uomini) di buona volontà non hanno accettato un commento infame e fatto forse con troppa leggerezza: in tropp* sono ormai coscienti della piaga della violenza sulle donne e degli abusi di Polizia col loro strascico di vittime per pemettersi di dubitare di una donna precaria col labbro spaccato ma capace di denunciare quello che ha subito e pronta a tornare in questa valle… soprattutto se messa di fronte a una nullità che guadagna migliaia di euro al mese, insultando comodamente da dietro una tastiera chi rischia del suo.
Ascoltare questa mattina la Prima Pagina di Radio3 era educativo per comprendere come nel profondo del paese una parte consistente, seppur (forse) minoritaria, non è più disposta a bere qualunque cosa venga proferita dal politico, dal giornalista, dallo sbirro e finanche dal magistrato di turno. I santi comandati non sono più intoccabili e certe verità si impongono.
Come contraltare, va invece ricordato a chi fa finta di non vedere che il campeggio di Venaus è stato un successo almeno pari a quello dello scorso anno: nel weekend si sono succedute quasi un migliaio di persone, certi giorni si sono svolti anche tre assemblee/incontri/iniziative, non scontate né rituali. Una eterogenea composizione giovanile (e non solo) proveniente da mezza Italia e da vari altri paesi d’Europa si è incrociata, confrontata, scontrata politicamente senza perdere il filo di un discorso comune; mangiando, discutendo, organizzando la lotta insime. Non siamo soliti bearci di risultati che sono ancora ben lontani dall’essere raggiunti ma chiunque abbia attraversato questi spazi e questi momenti nelle ultime tre estati sa di cosa stiamo parlando. Mentre quelli in alto “fanno i piani”, noi qui organizziamo forme di vita e resistenza alternative all’esistente e antagoniste al potere costituito.
Si può dire tutto quel che si vuole ma se queste estati continuano ad essere tanto affollate e desiderate è perchè qui si respira un’altra aria e queste passeggiate sono linfa vitale per chi non è in pace col presente…
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