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Il nientismo di Renzi, specchio del nulla europeo

Sabato a Roma Renzi è stato benedetto (benedicendolo a sua volta) dal candidato dei socialisti-democratici per la presidenza della Commissione Europea, il tedesco Robert Schultz. Tra  “good luck Martin!” e i complimenti per il “krante koraggio di Matteo”, l’intesa della sinistra europea sembra essere siglata.

Mentre questa “sinistra” liberale (i programmi dei due riassumono bene quel crogiuolo culturale con cui si è declinato un neo-liberismo in salsa europea ben descritto dal libro di Dardot  e Laval) si riunisce a Roma e celebra i suoi fasti futuri (tutti da verificare), alle porte dell’Europa scoppia una crisi politico-diplomatica-militare che rimette alla prova e conferma l’inconsitenza politica di un’Unione costruita solo sui poteri economici e finanziari (di cui l’ex-sindaco di Firenze è oggi la migliore incarnazione italiana).

Così come la voglia-di-governo di Renzi lo spinge a mettere insieme ministri e sotto-segretari impresentabili, altrettanto l’Europa anti-russa (che abbonda soprattutto a sinistra) spinge e sostiene processi che non ha poi nenache il coraggio di sostenere fino in fondo. Ed è in fondo meglio così, se non vogliamo trovarci dentro una nuova guerra dagli esiti imprevedibili ma certamente disastrosi.

L’inconsistenza di queste elite(?) politiche sembra essere il filo rosso che le tiene insieme. Ci sembra di scorgere una linea di continuità nell’assenza di prospettive che informa l’agire di un Renzi e lo lega alle mosse di gran parte dell’establishment europeo. L’Europa che spinge e sostiene EuroMaidan, chiude gli occhi sulle presenze fasciste al suo interno e falsifica programmaticamente la realtà, a disastro compiuto non sa che pesci pigliare e aspetta la longa manus salvatrice a stelle e strisce.

Epperò – ci farà notare qualcuno – qualche programmino Renzi invece ce l’ha, e l’ha annunciato sempre ieri, a gran voce, durante l’assise dei social-democratici europei: reddito per tutti, contratto unificato, riforma elettorale e soprattutto grandi investimenti nell’edilizia scolastica e nella formazione. Non male! Non si capisce solo da dove prenderà i soldi, dal momento che nessun ripensamento su grandi opere è in corso, né alcuna patrimoniale viene messa in cantiere… Come i neo-leaderini dell’Ucraina post-Yanukovitch, anche Renzi dovrà fare i conti con le casse vuote.

Ma la grandeur del neo-premier non ha limiti: non soltanto tutte queste riforme vedranno la luce in poche settimane, oggi annuncia anche il suo programma per sbarazzarsi delle mafie… in cinque mosse!

Prevediamo una nuova overdose di farmaci per il povero Saviano..

 

Maelzel

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