Monte dei Paschi. E io pago!
Se dovessimo rappresentare i vizi e le virtù dell’Italia con la fotografia di una sola città, quella città sarebbe Siena. Sessantamila abitanti invece di sessanta milioni. Arte, storia, turismo, aria buona, cucina meravigliosa e la passione per la squadra di calcio che da anni gravita in serie A. Poi ci sono i debiti, tanti debiti. Frutti inattesi di una classe dirigente drammaticamente inadeguata per aver sottovalutato i segnali della crisi.
Questa è l’introduzione di una puntata di Report dedicata al Monte dei Paschi di Siena dal titolo decisamente simpatico: Monte dei Fiaschi.
Le dimissioni di ieri di Giuseppe Mussari dalla presidenza della ABI, in seguito alle polemiche sulla gestione del Monte dei Paschi ci danno l’occasione per riflettere su cosa significhi governo delle Banche, e su quale sia la vera vocazione del PD.
Partiamo dall’inizio raccontando la vicenda del MPS. Siamo nel 2007 e mentre il mondo economico sta cominciando a crollare, Mps (banca legata ai poteri del Partito Democratico) decide di acquistare da Santander (gruppo spagnolo) la Banca Antoneventa a un prezzo 10 miliardi di euro, 3,5 milioni in più rispetto a quanto il gruppo spagnolo l’aveva pagata solo tre mesi prima (6,5 miliardi di euro). Da ricordare che nessuna banca voleva comprare Antonveneta a quel prezzo, e nessuna banca fa questo tipo di operazioni per cassa .
A questo punto però arriva la crisi e per Mps nonostante sia diventata la terza banca del Paese iniziano i problemi: l’economia collassa e i Btp pesano come macigni nel portafoglio. I risultati di bilancio sono pessimi e Mussari presidente del Mps si lancia quindi in operazioni finanziarie. Queste operazioni hanno nomi strani si chiamano Santorini e Alexandria, ma i concetti sono semplici: prestiti, derivati, e un aumento di capitale nel tentativo di chiudere il buco.
L’operazione Santorini secondo un documento svelato da Bloomberg, prevedeva nel 2008, un prestito di Deutsche Bank di circa 1,5 miliardi. L’operazione serviva per aiutare il Monte impegnato nella rovinosa acquisizione di Banca Antonveneta, a risanare una perdita di 367 milioni generata da un precedente derivato stipulato sempre con Deutsche Bank.
L’operazione Alexandria invece è caratterizzata da due contratti: uno che traslava su Nomura (Banca giapponese) le perdite di un derivato su dei crediti cartolarizzati e il secondo che ripagava l’istituto nipponico attraverso un asset swap (uno scambio tra tasso fisso e tasso variabile). Operazioni dove la creatività e la finanza trovano un connubio.
Ma nonostante le “nostre banche siano sane” come abbiamo spesso sentito dire dai politici, lo scorso dicembre il governo italiano ottiene il via libera dalla Ue per l’erogazione di 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato alla banca spazzatura senese. La formula allunga-debito, prevede che alla scadenza del prestito o Mps rimborsa o fa entrare lo Stato nell’azionariato. Un salvataggio da 3,9 milioni di euro pari ai tagli della riforma Fornero, o ai soldi ricavati dall’IMU.
Questo significa nel concreto Governo delle Banche: quando c’è da pagare i soldi si chiedono ai lavoratori e pensionati e quando c’è da dare quei soldi si danno alle banche degli amici.
Adesso arriviamo al PD. Oggi il segretario Bersani ha dichiarato: “il PD fa il PD, la banca fa la banca” cercando di negare le correlazioni fra il Partito Democratico e la banca senese. Ma per capire come questo non sia proprio la verità come l’uomo che ci parla di “Italia giusta” vorrebbe farci credere, basta leggere i dati ufficiali della Camera dei Deputati. Dal 27 febbraio del 2002, data del suo primo assegno al partito, fino al 6 febbraio dello scorso anno, Mussari ha versato a titolo personale nelle casse del partito ben 683.500 euro. Finanziamenti leciti e dichiarati che danno il senso della stretta vicinanza tra il manager e il partito democratico.
La redazione di senza soste in un suo articolo scrive: “Per salvare una propria banca da uno sbilancio epocale, di proporzioni gigantesche, (il PD) è entrato nel governo Monti legittimando le politiche di trasferimento delle risorse dello stato dalla spesa pubblica agli aiuti ai bilanci delle banche. Monti si è occupato, per dare un’idea sommaria dell’operazione, degli aiuti a banche greche, spagnole, portoghesi (che finiranno, in una partita di giro, alle banche tedesche e francesi) e al Pd è toccato il corposo aiuto a Mps.”
Fra un mese con la fregatura delle elezioni e della rappresentanza sempre i soliti torneranno ai loro posti per continuare a succhiarci il sangue e arricchire e salvare i loro amici. Quanto ancora siamo ancora disposti a sopportare?
Bada Nasciufo
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