Nel solco dell’anticorruzione
Praticamente il 100% dell’arco parlamentare è stato coinvolto in questi ultimi anni in inchieste e vicende legate alla corruzione politica: Nord, Sud, Centro, sinistra, destra, mezz’ala sinistra, difensore centrale, Batman, trote, Lombardia, Lazio, Sicilia, Emilia tutti sono finiti nel calderone della corruzione.
Il rigore morale che sembrava la bandiera di molti partiti sia di destra che di sinistra, è risultato essere una maschera che ben poco è riuscita a mascherare.
E così con la fine di Berlusconi e della seconda Repubblica cade anche il sistema di governance delle Regioni, che fra clientelismi, corruzione e Sanità è riuscito ad arricchire molte lobby, imprenditori e politici amici delle lobby.
Una disfatta che lascia vuoti di consenso, come in Emilia dove un’inchiesta del Fatto Quotidiano mostra che all’avanzata della Lega Nord, dopo gli scandali di Bossi padre e figlio, si è susseguita una ritirata sia del partito del Nord dal territorio lasciando sedi abbandonate e giunte comunale sciolte, sia dal partito del Nord perché ormai non c’era più niente da rosicchiare.
Un vuoto di consenso che spaventa tutti i partiti e avvantaggia in questo momento soltanto il Movimento 5 Stelle, che sul tema dell’anti-corruzione ha fondato la propria anima politica. Un solco quello della corruzione politica che va saputo indagare per riuscire a generalizzare un tema centrale: il problema non sono gli attori ma le regole del gioco. E’ il sistema a produrre cricche e lobby di potere.
Lo scontro di potere avvenuto in Italia fra le reti economiche di Berlusconi/Mediaset e le reti internazionali legate alla finanza, vinto da quest’ultime con la sostituzione di Berlusconi, hanno sostituito lobby ad altre lobby e non creato un sistema più equo.
Questo processo governato dalla magistratura e agito dal basso soltanto dagli studenti (14 Dicembre), ha riprodotto un pezzo di soggettività sociale incentrata sul solo giustizialismo e legata ai movimenti che di questo elemento si fanno portatori assoluti. Movimenti come quello 5 Stelle che sono sì destabilizzanti del modello partitico attuale, ma che riproducendosi nello stesso modello di democrazia rappresentativa non potranno riuscire a scardinare le riproduzioni di potere.
Su altre sponde del mediterraneo intorno al tema della corruzione si sono costruite soggettività sociali che hanno saputo attaccare frontalmente i modelli di potere in vigore nei loro territori e anche se dopo si sono dovute piegare per questioni di forza alle istanze della reazione, hanno comunque creato un solco che gli permette di leggere ed avere gli anticorpi difronte alle propagande che celano dei semplici cambiamenti dall’alto.
Questa è una grande sfida che necessita di essere indagata ed affrontata, sicuramente non elusa, per far si che sul tema corruzione si solchino rotture che producano soggettività altra e non soltanto nuove maschere morali che durano il tempo di una nuova stagione.
Bada Nasciufo
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